LA VOCE DI KAYFA 2.0: Il blog di Enzo Giarritiello

ITALIANI, UN POPOLO DI CT E DI COSTITUZIONALISTI


Che noi italiani fossimo tutti ct della nazionale di calcio è cosa ben nota da tempo immemore. Che fossimo altrettanti esperti di Diritto Costituzionale lo stiamo scoprendo da domenica 27 maggio 2018, ossia da quando il PdR Sergio Mattarella ha risposto no al professore Giuseppe Conte, Premier incaricato per conto del M5S-Lega, alla nomina del professor Savona quale Ministro dell'economia nel governo del cambiamento targato appunto M5S-Lega. A riguardo non so se ridere o piangere. Non vorrei sbagliare ma, almeno alla mia epoca, a partire dalle scuole medie, ricordo distintamente come noi studenti aspettavamo con ansia sia l'ora di religione che quella di educazione civica perché erano quelle in cui non si faceva praticamente nulla o poco più. Spesso con la tacita complicità dei professori che, consapevoli dello stringato valore delle loro materie ai nostri sguardi, anziché imporsi affinché seguissimo con attenzione la lezione, sembrava ne approfittassero per riposare. Magari  leggendo qualche passo del vangelo a quei pochi che restavano in classe, nel caso del professore di religione. Oppure non indignarsi perché in pochi avevano studiato un capitolo inerente la costituzione, rileggendolo tutti insieme o magari parlando d'altro nell'attesa suonasse la campanella. Come dicevo, da domenica 27 maggio 2018, precisamente dalle ore 19 di quel fatidico giorno, grazie soprattutto ai social network, stiamo all'improvviso scoprendo che gli italiani, oltre a essere esperti di calcio,  sono anche esperti costituzionalisti, nessuno escluso. Partendo da totonno 'o baccalaiuolo a tinella 'a cammesara. Con tutto il rispetto per chi vende il baccalà e chi cuce le camice. Gente che in vita sua non ha mai aperto un libro di diritto, se non addirittura un libro in generale, senza alcun pudore né umiltà all'improvviso si mette  a disquisire con accanimento sul comportamento del Presidente della Repubblica; attaccandolo, se ha votato M5S o centrodestra; difendendolo, se invece ha votato Pd o gli altri partiti di centrosinistra. Ripetendo pedissequamente, ovviamente a parole sue, il senso di  quanto letto o, soprattutto, ascoltato in televisione sostenere dagli "esperti", quelli veri, di diritto costituzionale i quali per primi, avendo in merito pareri dissonanti, vuoi per formazione politica, vuoi per formazione intellettuale, stanno dimostrando quanto si presti all'interpretazione del singolo la nostra Costituzione. Perfino quegli stessi che formarono un fronte unito e compatto per difendere la Carta dalla riforma Boschi-Renzi, poi bocciata dagli italiani con la vittoria del No al referendum del 4 dicembre 2016, oggi sono in contrapposizione tra di loro nel giudicare l'operato di Mattarella. Se a ciò aggiungiamo che, dopo il suo no a Savona al mistero dell'economia, il leader del M5S Luigi Di Maio invocò l'impeachment per il PdR, ritornando successivamente sui propri passi come un agnellino, probabilmente catechizzato da Grillo e dalla Casaleggio Associati per l'enorme cantonata presa,  è evidente che in un simile ammasso di opinioni contrastanti, a partire da ambienti in cui si dovrebbe trovare la massima chiarezza, anche l'uomo della strada alla fine si sente autorizzato a dire la sua. Male che vada condividerà la cazzata con un esimio costituzionalista. Ti pare poco? Per carità, ognuno in democrazia è libero di dire ciò che pensa, seppure si trattasse di cazzate. Ma così come in tanti abbiamo il buon senso di recarci dal medico quando accusiamo dei sintomi per capire cosa c'è che non va nel nostro organismo, non limitandoci a farci le auto diagnosi via web - purtroppo c'è chi fa anche questo -, anche per quanto sta accadendo in queste ore nei palazzi della nostra politica, dovremmo tacere; o quanto meno sussurrare, anziché urlare a squarciagola, inveendo contro "questo" e contro "quello" per non fomentare gli esaltati politici che in maniera trasversale si annidano in ogni schieramento politico e non aspettano altro per liberare la loro natura repressa inscenando scontri di un'indicibile violenza verbale cui è difficile alla lunga non possa seguire quella materiale. Un conto è commentare la nazionale di calcio  - a riguardo Churchill affermò, "gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio"-; tutt'altra cosa è invece disquisire con presuntuosa sicumera di argomenti di cui non si conosce nemmeno l'abc. Almeno del calcio, l'abc lo conosciamo un po' tutti. Se dunque in tanti avessimo l'umiltà di tacere in un momento così drammatico per il paese, dove chi, si presume, dovrebbe saperne molto più di noi a sua volta sta dimostrando di non capirci una mazza, non faremmo male. Almeno eviteremmo di fare la figura degli asini che si ostinano a coprirsi le orecchie per sembrare cavalli: quando sarà il momento di nitrire, il verso che emetteranno li qualificherà per ciò che realmente sono. Il problema è che, mai come ora, le orecchie coperte sembra le avessero anche quelli che fino a ieri ci apparivano invece come cavalli di razza!