[caption id="attachment_1979" align="alignleft" width="300"]
Quante iscritte avete?
Attualmente venticinque tra cui anche ragazze disabili e donne che purtroppo hanno perso i figli le quali hanno scoperto nel ricamo una valida terapia per fronteggiare il proprio handicap e il proprio dolore. E poi ci sono ragazze e donne che lo fanno per passione tra cui un ingegnere e una psicoterapeuta. Come zone di provenienza le nostre allieva vengono non sono solo dai campi flegrei ma anche da Napoli, Calvizzano, Acerra a conferma che l’arte del ricamo, contrariamente a quanto si possa pensare, è viva più che mai su tutto il territorio campano anziché in zone ristrette.I corsi quante volte a settimana si tengono?
Tre volte a settimana, dalle 9 alle 12. La scuola apre il primo ottobre e chiude il 30 maggio. La quota di iscrizione è di 15€ più 20€ mensili. Un importo irrisorio proprio per non tradire lo spirito ecumenico che caratterizzò la fondazione della scuola, ma che ci consente quel minimo di sostentamento per l’acquisto del materiale didattico e la partecipazione a eventi come Malazé che richiedono dei piccoli investimenti se vuoi fare bella figura quando ti presenti.
[caption id="attachment_1963" align="aligncenter" width="300"]No, le ragazze cuciono esclusivamente per loro, la famosa “rota”, al fine di regalarsi un prodotto la cui realizzazione richiede una spesa iniziale di poco più di 20€ per l’acquisto del panno su cui ricamare, ma quando sarà terminato avrà un valore di mercato di oltre 200€. Per essere precisi, seppure i manufatti non vengono venduti, spesso riceviamo commissioni da parte di ragazze e donne in procinto di sposarsi le quali ci chiedono di realizzare dei capi specifici per il loro corredo, o addirittura da persone del luogo, in particolare di Monte di Procida, emigrate all’estero, per lo più negli Stati Uniti, che ci richiedono capi particolari per serbare con sé oltreoceano un ricordo della propria terra. Ciò ci consente di portare avanti un’arte di grandissimo impegno e capacità che, diversamente, rischierebbe di scomparire. Inoltre, vista la disoccupazione che c'è oggi nel nostro paese, l’arte del ricamo offre una grande opportunità di lavoro con ampi margini di guadagno, se fatta come si deve.
Dunque il ricamo è un mestiere che rende!?...
Potrebbe rendere! Purtroppo, essendo un lavoro artigianale, e quindi circoscritto, è poco conosciuto. Pertanto le committenze scarseggiano. Per far sì che l’arte del ricamo diventi un’impresa occorrerebbe fosse più conosciuta. Noi in passato abbiamo organizzato mostre, ad esempio SUL FILO DELLA CANAPA, estendendo gli inviti a realtà come la nostra dislocate su tutto il territorio nazionale per conoscerci, confrontarci e farci conoscere dal pubblico. Purtroppo anche questo tipo di iniziative richiedono investimenti e con i pochi fondi di cui disponiamo non possiamo certo permetterci chissà che! Inoltre questo fa sì che per le maestre della scuola non ci sia alcun guadagno; lo fanno per passione e per tenere viva una tradizione locale che si tramanda da madre in figlia da oltre un secolo.
Quante insegnanti avete?
Due sorelle, Pina e Teresa Costagliola: sono bravissime! Ritornando al discorso degli esigui fondi di cui disponiamo, ci tengo a sottolineare che come scuola non riceviamo il benché minimo sostegno da parte delle istituzioni: non pretendiamo un contributo economico, ma almeno una struttura dove impiantare la scuola le autorità ce la potrebbero concedere... Se non fosse stato per il parroco di Cappella che ci ha concesso di disporre dei locali del vecchio laboratorio di ricamo, oggi tutto questo che ammirate a Malazè probabilmente non esisterebbe. Domanda d’obbligo, quali sono le ambizioni della scuola? Di crescere e di farci conoscere per tramandare quest’arte bellissima che è anche terapeutica in quanto, attraverso la necessaria concentrazione per ricamare, aiuta a rilassarsi e a dimenticare le problematiche esistenziali. Già questo mi sembra un buon motivo per sostenerla!