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RINASCITA

Nell’attesa che l’emergenza sanitaria passi e potremo finalmente tornare – si spera – alla vita di sempre, con un gruppo di amici ci ritroviamo periodicamente in chat per discutere di argomenti vari: oggi la discussione verteva sulla rinascita. Di seguito un mio racconto inedito in cui affronto il tema.

Per chi come lui aveva della vita una visione induista – credeva che qualunque evento accadesse nella vita di un uomo fosse l’effetto di una sua stessa azione compiuta in passato, se non addirittura in una vita precedente – il fatto che la data del suo licenziamento corrispondesse con quella del suo compleanno lo convinse che quella coincidenza fosse un esplicito segnale della vita affinché non si demoralizzasse: era come se in quel modo gli si dicesse che stava iniziando un nuovo tempo; che invece di demoralizzarsi, come gli stava accadendo, non dovesse disperare perché per lui c’erano in serbo chissà quali sorprese.

Oddio, a dire il vero nel corso degli anni di sorprese la vita gliene aveva fatte fin troppe, per lo più non esaltanti, alcune addirittura pessime. Tuttavia quelle poche buone e belle che gli aveva donato compensavano a sufficienza le sofferenze patite.

Eppure, malgrado il dolore avesse quasi sempre funto da compagno di viaggio, mai aveva inveito contro la vita né contro il mondo sicuro che quella sofferenza fosse il risultato dell’egoismo e dell’opportunismo che avevano caratterizzato il suo essere.

Quando l’ormai ex datore di lavoro gli presentò la lettera di licenziamento perché la firmasse, nell’afferrarla sussurrò:

“Che bel regalo di compleanno che mi state facendo!”

“Perché?”

“Il mio primo giorno da disoccupato coinciderà con la mia data di nascita!”

L’uomo sbiancò.

“Ma che dici?” mormorò.

Per tutta risposta estrasse dal portafoglio la carta di identità e gliela mostrò.

“Mi dispiace” sussurrò lui abbassando lo sguardo da dietro gli occhiali.

“Sapeste a me quanto dispiace” replicò. Firmò la lettera e gliela riconsegnò trattenendosi la copia.

La mattina del suo compleanno con la moglie fecero colazione al bar, seppure ci fosse ben poco da festeggiare. […]

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RINASCITAultima modifica: 2020-05-26T14:18:02+02:00da kayfakayfa
  1. Leggere di argomenti interessanti suscita in me il desiderio di dire la mia, chiaramente il mio è un semplice pensiero ma è dettato da alcune sensazioni che provo rileggendo attentamente queste parole.
    Mi soffermerei soprattutto sull’amicizia, quella che qualche volta ci frega. Mi spiego meglio: come si evince da questo racconto, ci sono momenti difficili d’affrontare nella vita, così spesso cerchiamo un conforto, anche semplicemente uno sfogo con un amico. Però, qualcuno, che in questo caso chiameremo “pseudoamico” scappa , per paura o per chissà quale motivo…
    Allora, anche se sembra una frase già fatta: gli amici sono delle mosche bianche. In momenti particolari della nostra vita, dobbiamo accettare questa triste realtà e cioè, che l’Amico e lo scrivo con la maiuscola, perché è qualcosa di raro ma di straordinaria importanza, è tale, soprattutto, quando ascoltandoti attentamente riesce a dire, in maniera disinteressata: nun te preoccupà, vire ca primma o poi ‘e ccose s’acconciene.
    Sembra niente, invece è fondamentale, le parole positive servono per darci quella carica in più e per non farci travolgere dallo sconforto.
    Gli amici rimangono in pochi, ma sono quelli buoni che ti ritroverai sempre, nei giorni bui e in quelli della “rinascita” tanto le persone che meritano raccolgono. Per concludere, proprio come direbbe un amico: ‘e ccose s’acconciene sempe.

  2. Bhé chiudere un ciclo con il lavoro è sempre una rinascita. Il lavoro ci irreggimenta. Se poi questo protagonista aveva una visione induista della vita sapeva che quel percorso si era concluso. Mi è parsa molto bella l’immagine finale. Che lui si sia trovato accanto la moglie in quell’azione di festeggiamento. Molto bello questo contraltare tra homo Economicus e homo ethicus. Ci sarebbe molto da approfondire.