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L’ANGELO COL CUSCINO

A seguire il racconto sull’anoressia che ho pubblicato su www.quicampiflegrei.it

I fatti che sto per narrare riguardano il dramma dell’anoressia che ha colpito la figlia di una coppia di amici. Prima di riferirli, ho chiesto la loro autorizzazione: lei disse subito di sì; con lui ci sentimmo in seguito:

<<Vincenzo, non c’è bisogno che mi chieda il permesso, sta storia devi raccontarla! Spero che possa servire affinché la gente capisca che in queste cose porre la massima attenzione non è mai abbastanza. Basta un attimo di rilassamento e rischi di piombare in un baratro da cui non ne esci più!>>.

Per rispetto della privacy ometterò nomi e luogo dove il dramma si è consumato, limitandomi alle iniziali dei protagonisti e della città.

Fortunatamente la vicenda volge verso il lieto fine, seppure ce ne vorrà del tempo perché le cose si normalizzino.

Ringrazio M. e S. per avermi concesso la loro fiducia, che la Vita li aiuti.

L’adolescenza è un’età critica, basta un niente perché nella testa dei ragazzi scatti la molla che li induca a commettere una follia, un gesto sconsiderato.

Per quanto i genitori possano seguirli con attenzione, cercando di cogliere il minimo segnale che tradisca uno squilibrio mentale o una condizione di disagio, intervenendo prontamente per evitare il peggio, gli adolescenti sanno mistificare così bene i propri stati d’animo tanto da rendere impossibile intuire il sopraggiungere dell’incombente tragedia, munendosi degli strumenti per fronteggiarla.

Questo vale per qualsiasi adolescente, figurarsi per una ragazza di vent’anni che non accetta di crescere, pretendendo d’essere trattata come una bambina.

M. e S. dal momento in cui compresero che M. aveva un problema, adottarono tutte le soluzioni: la portarono dai migliori specialisti, nella speranza riuscissero a farle accettare la crescita e i cambiamenti fisici che ne derivavano; la iscrissero a svariate attività artistiche e intellettuali, affinché attraverso l’impegno e il confronto con gli altri, trovasse se stessa.

Malgrado le problematiche che l’affliggevano, M. si diplomò e si iscrisse a un corso di fotografia, arte verso cui mostrava particolari capacità.

Alcuni anni fa tutti e tre furono nostri ospiti per qualche giorno a Raggiolo: all’epoca M. aveva poco più di dodici anni e non si staccava un attimo dalla madre. Osservando con quanta pazienza lei le prestava attenzione supportata dal marito, mia moglie e io non potemmo fare a meno di provare profonda stima, comprensione e rispetto per quella coppia di genitori, immaginando la sofferenza che albergava nei loro cuori.

Un pomeriggio che eravamo sdraiati in giardino a goderci il fresco della sera, lui mi fece una confessione:

<<Vincé, spero di vivere il più a lungo possibile per potermi occupare di M.: l’hai vista, seppure ha quasi tredici anni, è una bambina. Il mio cruccio più grande è che un giorno qualche disgraziato possa avvicinarla e approfittare della sua innocenza!>>.

Ascoltandolo, capì a cosa si riferisse. Come se mi avesse letto nel pensiero, aggiunse:

<<Fisicamente sta già assumendo i tratti della donna: che ne so se un giorno qualche farabutto non decida di…>>.

Da allora non ci siamo più rivisti fino a giugno di quest’anno, subito dopo la fine del lockdown, quando scesero per venire a trovare i rispettivi genitori.

Ci incontrammo a un bar del Vomero. Quando vidi la ragazza, rimasi sconvolto: era praticamente poco meno di uno scheletro!

Mentre passeggiavamo per via Luca Giordano, parlando con S., le chiesi:

<<M. come sta?>>.

<<Vincenzo, come vuoi che stia, non vedi com’è dimagrata?>>.

<<Certo che lo vedo, per questo mi sono permesso di chiedertelo…>>

<<Mangia appena un pugno di riso: lo fa per non ingrassare perché non vuole che le crescano i seni!>>.

<<Che tragedia>> mormorai.

<<Hai detto bene, è una tragedia! La sto portando da uno specialista nella speranza la convinca a nutrirsi come si deve, ormai è a un passo dall’anoressia!>>.

Quell’ultima parola mi mise i brividi!

<<S., stalle vicino!>>.

<<Ovvio che le sto vicino, ma non credere sia facile: M. è capricciosa e stizzosa. Non è semplice gestirla!>>. […]

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MARTINA FOTO COPERTINA

INTERVISTA ALLA FOTOGRAFA MARTINA ESPOSITO

A seguire l’intervista alla fotografa Martina Esposito pubblicata su QuiCampiFlegrei.it

Con l’inaugurazione della mostra fotografica SOGLIE di Martina Esposito, sabato 3 ottobre all’ARTGARAGE di Pozzuoli – Parco Bognar, 21 – ha preso il via la IV edizione di FOTOARTinGARAGE coordinata da Gianni biccari, che durerà fino a fine giugno 2021. Per far conoscere al pubblico gli artisti che si alterneranno alla rassegna, ci siamo ripromessi di intervistarli uno per uno durante il vernissage della loro mostra. Con la speranza di mantenere fede a questo impegno, iniziamo con Martina Esposito:  

Martina sei fotografa di professione o fai altro nella vita?

Sono fotografa di professione e tre anni fa ho iniziato un percorso accademico che sto per concludere: la mia ambizione è lavorare con la fotografia come linguaggio d’arte anziché con la fotografia commerciale.

Quindi al momento ti occupi di foto pubblicitarie?

Pubblicità, eventi e cose del genere. Del cerimoniale mi occupo molto poco.

Con Soglie che tipo di fotografie presenti?

Soglie è un progetto completamente diverso da qualsiasi altro che finora abbia fatto, essendomi occupata fino agli inizi di quest’anno di reportage sociali: uno su quattro donne transessuali, raccontate con la mitologia greca; uno sul campo rom di Scampia. Nel momento in cui ci è stata imposta la quarantena, non potendo uscire di casa e muovermi verso gli altri, ho scoperto una dimensione più intima che credo sia la svolta nel mio percorso artistico in quanto il lavoro che è venuto fuori lo reputo molto maturo. […]

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Sul cartoncino risaltava un giovane re biondo con la fronte cinta da una corona ornata da tre stelle. Sedeva

VI PRESENTO IL MIO ROMANZO: IL RAGAZZO CHE DANZÒ CON IL MARE

Di seguito un breve estratto dal mio romanzo IL RAGAZZO CHE DANZO’ CON IL MARE edito dalle Edizioni Helicon che potete ordinare in libreria.

Rischiarate dalle stelle, le tenebre risplendevano di luce. Distesi sul prato i due levavano gli occhi al cielo ammirando il planetario dispiegarsi su di loro come una coperta trapuntata di pois dorati.
– Guarda che meraviglia! – mormorò Quasimodo, ammirando la notte stellata. Puntò l’indice in direzione di un cuore pulsante e luminoso, perpendicolare rispetto a loro. – Quella è Sirio, la stella del Cane. E
quella è la costellazione di Orione – aggiunse, indicando il trapezio di stelle che ne formava la cintura. – Nell’antico Egitto Sirio e Orione simboleggiavano le figure divine di Iside e Osiride: la storia del loro amore
insegna che, quando due anime si amano col cuore, la loro unione infrange le barriere del tempo affermandosi nell’eternità e sconfiggendo la morte. […]

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artgaragecopertina

PARTE LA IV EDIZIONE DI FOTOARTinGARAGE: INTERVISTA AL COORDINATORE GIANNI BICCARI

A seguire la mia intervista a Gianni Biccari pubblicata su QuiCampiFlegrei.it

Sabato 3 ottobre, alle ore 17 presso, l’ARTGARAGE di Pozzuoli – Parco Bognar, 21 – con il vernissage della mostra fotografica SOGLIE di Martina Esposito si inaugurerà la IV edizione di FOTOARTinGARAGE curata da Gianni Biccari con la collaborazione di Emma Cianchi, Veronica Grossi e Ylenia Lessoni.

Per l’occasione abbiamo intervistato Gianni Biccari.

Gianni, sabato prossimo si inaugurerà la IV edizione di FotoArtinGarage, una rassegna partita in sordina e che si è andata affermando anno dopo anno, te l’aspettavi?

Ci contavo, seppure non avrei mai sperato nei modi in cui è avvenuto, soprattutto per quanto concerne l’edizione dello scorso anno: durante i vernissage abbiamo registrato sempre un’enorme affluenza di pubblico, probabilmente dovuta al fatto che all’inaugurazione della mostra abbiniamo una sorta di conferenza per presentare il fotografo e spiegarne il genere.

Qual è il tuo obiettivo?

Non solo quello di creare un polo di attrattiva fotografica in ambito provinciale, ma soprattutto di avvicinare i puteolani alla fotografia visto che la stragrande maggioranza delle persone che inizialmente partecipavano agli eventi erano per lo più napoletani: devo dire che ci sono riuscito grazie a una sorta di joint venture con altre realtà associative del territorio impegnate nell’organizzazione di eventi culturali di altro genere con le quali ci aiutiamo a vicenda nella diffusione degli eventi. […]

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