Il prossimo 21 febbraio sarà trascorso esattamente un anno dal primo caso di covid registrato nel nostro paese. Cosa sia poi successo da quel giorno maledetto, lo sappiamo tutti. Soprattutto chi a causa del virus ha perso il lavoro, si è ammalato o chi ha perso i propri cari ricoverati in ospedale per covid o per altre patologie, in assoluta solitudine, senza poter dare loro l’estremo saluto. Queste poche righe sono frutto dell’esperienza vissuta da un’amica: la sorella è deceduta l’altro ieri, dopo un travaglio di un mese in cui è stata sballottata da un ospedale all’altro senza avere accanto nessun familiare. La signora è deceduta per complicanze respiratorie conseguenti all’aggravarsi di patologie pregresse ai polmoni, aveva ottantatre anni. Quando a metà gennaio ebbe l’ennesima crisi respiratoria, fu subito portata in ospedale, rigorosamente da sola come previsto da protocollo anticovid, e vi rimase per circa una settimana. Successivamente, visto il persistere della patologia nonostante le cure, ne fu deciso il trasferimento in un altro nosocomio dove rimase un’altra settimana, sempre in assoluta solitudine, rinfrancata dalle lunghe videochiamate che faceva con il telefonino a parenti e amici [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it
Morire in ospedale al tempo del covid
Il prossimo 21 febbraio sarà trascorso esattamente un anno dal primo caso di covid registrato nel nostro paese. Cosa sia poi successo da quel giorno maledetto, lo sappiamo tutti. Soprattutto chi a causa del virus ha perso il lavoro, si è ammalato o chi ha perso i propri cari ricoverati in ospedale per covid o per altre patologie, in assoluta solitudine, senza poter dare loro l’estremo saluto. Queste poche righe sono frutto dell’esperienza vissuta da un’amica: la sorella è deceduta l’altro ieri, dopo un travaglio di un mese in cui è stata sballottata da un ospedale all’altro senza avere accanto nessun familiare. La signora è deceduta per complicanze respiratorie conseguenti all’aggravarsi di patologie pregresse ai polmoni, aveva ottantatre anni. Quando a metà gennaio ebbe l’ennesima crisi respiratoria, fu subito portata in ospedale, rigorosamente da sola come previsto da protocollo anticovid, e vi rimase per circa una settimana. Successivamente, visto il persistere della patologia nonostante le cure, ne fu deciso il trasferimento in un altro nosocomio dove rimase un’altra settimana, sempre in assoluta solitudine, rinfrancata dalle lunghe videochiamate che faceva con il telefonino a parenti e amici [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it