Oltre a quello con le pizze, a ricordarmi il calore familiare c’è un altro cartoccio che papà spesso aveva con sé quando la domenica rientrava a casa dalle sue passeggiate per il centro storico o dal lavoro se c’era dello straordinario da sbrigare. Mi riferisco a quello dei dolci che comprava in pasticceria lungo la strada prima di rincasare.

UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer)

Di seguito un breve estratto da UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer) (Edizioni Helicon)

[…] Oltre a quello con le pizze, a ricordarmi il calore familiare c’è un altro cartoccio che papà spesso aveva con sé quando la domenica rientrava a casa dalle sue passeggiate per il centro storico o dal lavoro se c’era dello straordinario da sbrigare. Mi riferisco a quello dei dolci che comprava in pasticceria lungo la strada prima di rincasare. A quei tempi la domenica era davvero un giorno di festa con una propria sacralità che tutti rispettavano, compresi i commercianti che si guardavano bene dall’alzare le saracinesche anche in quell’occasione.

La domenica tutta la famiglia era riunita, pertanto il sabato la padrona di casa decideva cosa avrebbe cucinato di speciale per il giorno dopo. In casa mia il menù domenicale lo concordavano mamma e nonna Giovanna con l’ausilio di zia Tetta. Il pranzo quasi sempre consisteva in: pasta con il sugo di ragù; carne al ragù che la nonna iniziava a cucinare il sabato sera, o braciole con contorni vari e crocché di patate, arancini di riso, finocchi e carciofi fritti; frutta e dolce. […]

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UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer)ultima modifica: 2021-07-03T11:40:41+02:00da kayfakayfa