PASSIONE RIFLESSA

Ormai è l’ora, ancora pochi attimi e finalmente la rivedrò… Lei non sa di me e proprio per questo, quando si spoglia, s’accarezza sensualmente laddove mani d’uomo dovrebbero indugiare…. Eccola, entra… Quant’è bella… Indossa la camicetta bianca e la gonna nera con lo spacco laterale: oggi ha sicuramente incontrato il suo amore!… Se la conosco bene, avrà infilato le autoreggenti o il reggicalze: quando si concede a lui ama essere provocante e giocare a fare la gatta perché al suo amore piace tanto… E sì, lei adora esprimere la  propria sensualità quando è in sua compagnia perché ne è follemente innamorata… Chissà con che trasporto e  impeto lo travolge quando stanno insieme!?… Con che baci appassionati lo stordisce!? … Beato lui!… Eccola, si avvicina… Dio come è bella, ma cosa… Ah, sei stata dal parrucchiere, hai stirato i capelli, eh?… Stai proprio bene! Scommetto che è stato lui a consigliarti!… Ecco, brava, inizia a sbottonarti la camicetta… Come ti dona il reggiseno a balconcino… E che bei seni gioiosi che hai, piccoli e sodi come mele annurche!…  […]

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PARADOSSI

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Svuotato d’ogni sostanza, il tempo ristagnava come nebbia nella stanza arredata con due sole sedie di legno, disposte l’una di fronte all’altra, rispettivamente occupate da un uomo sereno e da uno triste, entrambi vestiti di niente.

Fasci di luce, cadenti dal soffitto, avvolgevano le loro figure in opache fluorescenze, esaltandone i contrastanti stati d’animo trasparenti sui loro volti.

“Rabbi, potrai mai perdonarmi?” – chiese l’uomo triste, fissando la scacchiera di marmo del pavimento.

“Perdonarti di cosa?” – replicò serenamente l’altro. […]

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GIOIA, LA MIA GATTA

Mia moglie con Gioia la prima volta che la gatta salì sul balcone di casa
Mia moglie con Gioia la prima volta che la gatta salì sul balcone di casa

La mia gatta si chiama Gioia, anche se è improprio definirla mia. Come tutti gli animali randagi che hanno la fortuna di essere accolti in casa, non appena fu nel nostro appartamento, anche lei si scelse un padrone: mia moglie che per diverse sere, senza che io ne sapessi nulla, le portava da mangiare e da bere sotto il balcone di casa dove lei si posizionava miagolando nella speranza che qualcuno la sfamasse.

Prima di proseguire nel racconto della venuta di Gioia devo però fare un passo indietro di alcuni mesi. […]

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