Cattura

VI RACCONTO COME NASCE IL RAGAZZO CHE DANZÒ CON IL MARE

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Da quando ho attivato i miei blog – LA VOCE DI KAYFA e LA VOCE DI KAYFA2.0 – e successivamente questo sito, ho avuto modo di intervistare nel corso degli anni in maniera eterogenea tante persone (pittori, cantanti, professionisti, professori, fotografi, scrittori, sportivi).

Mentre ponevo loro le domande e ne ascoltavo le risposte, mi chiedevo cosa si provasse a dover dar conto agli altri delle propria vita e del proprio lavoro.

Bene, questa domanda ha trovato risposta grazie all’intervista fattami da Ciro Biondi in cui parlo del mio romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒ CON IL MARE pubblicato a luglio di quest’anno con le Edizioni Helicon.

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ALLEGATO PER COMUNICATO STAMPA3

28 OTTOBRE 1870 – 28 OTTOBRE 2020: CENTOCINQUANT’ANNI FA SI BONIFICAVA IL LAGO DI AGNANO

Situato nella Conca di Agnano laddove oggi sorge il famoso complesso termale, il lago di Agnano era un bacino di origine vulcanica formatosi molto probabilmente intorno all’anno 1000 per via dei continui movimenti tellurici dovuti al bradisismo.

La decisione di prosciugarlo risale al 1835, in epoca borbonica, a seguito dei tanti casi di malaria che durante l’estate decimavano la popolazione che viveva sulle sue sponde praticando caccia, pesca e soprattutto coltivazione della canapa tessile.

Tuttavia perché la bonifica si realizzasse, bisogno attendere l’unità d’Italia, precisamente tra il 1865 e il 1870, anni in cui si realizzò il collettore sotterraneo tra il lago e il mare, la cui costruzione costò un esorbitante numero di vite umane.

All’apertura del canale che avvenne in pompa magna il 28 ottobre del 1870 – il canale è tuttora visibile presso il Dazio di Bagnoli e, a causa dell’abusivismo edilizio, non vi confluiscono solo acque termali ma soprattutto scarichi fognari tra le principali cause di inquinamento di quel tratto di costa flegrea – man mano che il livello del lago si abbassava, vennero alla luce settantadue sorgenti termali e un tempio greco del IV/III secolo a. C. dedicato alla dea della salute Igea a testimonianza che già anticamente erano note le qualità terapeutiche delle acque che ivi sgorgavano. […]

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ITALIANI E IL “BUON SENSO DI STA MINCHIA”.

Ogni qualvolta ascolto il Presidente Del Consiglio Giuseppe Conte confidare nel “buon senso degli italiani” per contenere il diffondersi del covid 19, mi coglie un misto di rabbia e ilarità nervosa.

Se oggi ci troviamo in una situazione sempre più drammatica, al di là delle evidenti falle nel sistema organizzativo locale e nazionale per contenere la diffusione del virus – lasciarsi sorprendere dalla prima ondata ci sta, dalla seconda francamente no!, lo dico da cittadino che crede nelle istituzioni -, è inutile negare che la diffusione del virus ha trovato e trova le porte spalancate anche per via di un atteggiamento a dir poco irresponsabile di una buona fetta di connazionali i quali credono che il covid sia una balla creata ad arte dai poteri occulti per renderci sempre di più loro schiavi; oppure poco più di un’influenza che si può tranquillamente curare standosene a casa imbottendosi di antibiotici e tachipirina. […]

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21 DI NOI, LA MOSTRA DI SPAZIO TANGRAM DA ARTGARAGE

Sabato 17 ottobre presso l’ARTGARAGE di Pozzuoli, per la rassegna fotografica FOTOARTEinGARAGE curata da Gianni Biccari, si è inaugurata la mostra fotografica “21 DI NOI” di Spazio Tangram coordinata da Matteo Anatrella. La mostra si protrarrò fino a venerdì 30 ottobre e sarà visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 15,30 alle 21,00

Per l’occasione abbiamo posto alcune domande a Matteo Anatrella curatore del progetto affiancato da Luigi Rossi e Riccardo Petrone.

Matteo ci parli del progetto che come Spazio Tangram presentate all’artgarage?

Alla base dell’idea c’è l’inclusione come messaggio sostanziale e poi l’identificazione attraverso la fotografia. Il fatto di essere riusciti non solo a fotografare ragazzi affetti da sindrome di down, ma soprattutto munirli di una macchina fotografica in modo che a loro volta fotografassero era il vero obiettivo cui miravamo, al di là della qualità dell’immagine che ne sarebbe scaturita. Perché ciò avvenisse abbiamo utilizzato un format univoco per tutte le realizzazioni, ottenuto con una sola ottica e una sola tipologia di esposizione. Tutto ciò finalizzato all’esposizione del racconto e alle suggestioni che sono state vissute durante questi cinque incontri con i ragazzi. Ci auguriamo che tutto ciò arrivi a quanti guarderanno le foto. Non ci siamo preoccupati di esporre qualcosa per cui gli altri, nell’osservarla, potessero dire “come siete stati bravi!”. Volutamente abbiamo tolto il pregio al valore fotografico, cercando di mettere l’accento sul valore inclusivo che può avere la fotografia.

A proposito del valore inclusivo cui ti riferisci, avete concesso ai ragazzi l’opportunità di fotografarvi a loro volta… […]

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PAOLA DE MICHELI E QUELLO 0,1% DI CONTAGI CHE NON GIUSTIFICA IL CAOS TRASPORTI

In origine a essere marchiati come untori furono i runner: anche se corressero a tarda da sera o al mattino presto, da soli o in gruppetti distanziati di due metri l’uno dall’altro, c’era chi, nascosto dietro ai vetri delle case, non appena ne vedeva qualcuno, subito lo riprendeva con lo smart phone e ne diffondeva le immagini sui social mettendolo alla gogna pubblica. Poi correva a telefonare alle forze dell’ordine per denunciarlo, attendendone pazientemente l’arrivo da dietro ai vetri per assistere al fermo.

Dopo i runner, a macchiarsi del marchio di untori toccò a palestre, piscine e tutti quei luoghi dove si svolgevano le attività sportive. Poi fu la volta di ristoranti, bar, pub, discoteche e quei locali dove la gente si ritrovava per trascorrere un momento di aggregazione, bevendo o mangiando tra amici.

Infine fu la volta di musei, cinema, teatri, biblioteche, scuole di ogni ordine e grado e di tutte le attività commerciali, lasciando aperte solo quelle che vendevano beni di prima necessità, impedendo alle persone di uscire di casa, se non in casi di comprovata necessità.

Tutti accettarono, seppure a muso duro, le restrizioni perché consapevoli che quello era l’unico modo per arginare il contagio.

Per non penalizzare chi andava a lavoro o era costretto a doversi spostare per forza maggiore, si lasciarono in essere i mezzi pubblici, riducendone drasticamente la capienza, senza però preoccuparsi di aumentarne le corse tanto, con l’esiguo numero di gente in strada, quelli in circolazione bastavano e avanzavano. […]

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SIGNATURE RERUM ( un romanzo sul satanismo tra i giovani, ma non solo…)

Riccardo viene lasciato dal Monica, a poche settimane dal matrimonio. Per affrontare il trauma dell’improvvisa separazione decide di trasferirsi a Bacoli nella villa al mare di sua sorella. Qui conoscerà Laura, una ragazza piena di vita, con la passione per la corsa, che lo aiuterà a far chiarezza e a ritrovare lentamente se stesso. Ma Laura nasconde un segreto!

Scritto agli inizi del 2000, prendendo spunto da fatti di cronaca vera che registrarono una recrudescenza di riti satanici a Napoli e in provincia con il coinvolgimento di insospettabili professionisti e personaggi della cosiddetta alta società, Signature Rerum affronta la tematica del satanismo e del fascino che il mondo dell’occulto suscita nell’animo di tante persone, dei giovani in particolare […]

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LA PROFESSORESSA PALMIRA FAZIO E IL SUO PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE ALLA “GADDA” DI QUARTO

Laureata in geologia, insegnante di scienze e matematica alla scuola media dell’Istituto Comprensivo “Gadda” di Quarto, la professoressa Palmira Fazio da anni integra i programmi didattici ministeriali con progetti e attività scolastiche su tematiche ambientali ed ecologiche al fine di formare “cittadini corretti e consapevoli” . Nell’intervista la docente ci parla di alcune attività che sta realizzando in collaborazione con: “Federazione dei Maestri del Lavoro”, Protezione Civile, INGV e patrocinio del comune di Quarto.

Professoressa, il progetto che sta sviluppando riguarda essenzialmente l’ecologia o si estende a un contesto più ampio?

“Le attività rientrano in un contesto educativo più ampio che tende a sensibilizzare gli alunni ad adottare comportamenti corretti a tutela dell’ambiente. Con il patrocinio del Comune di Quarto, la nostra scuola ha aderito al progetto SERR, promuovendo tra gli studenti, la raccolta differenziata. Con la “Federazione Nazionale Maestri del Lavoro”, da svariati anni organizzo dei seminari su “ambiente e inquinamento e sulle fonti di energia”.

È il primo anno che propone questo progetto?

“No, saranno almeno sette anni che si ripete il progetto “insieme con la coscienza del futuro” il cui scopo non è solo quello di fornire conoscenze su temi ambientali, ma anche di offrire ai ragazzi un’esperienza di apprendimento diversa dalla lezione frontale della propria insegnante con professionisti attualmente in pensione insigniti di una importante onorificenza dal Presidente della Repubblica.

La partecipazione costruttiva ai progetti influisce sul giudizio finale dell’allievo?

“Sì, è un’esperienza utile a trecentosessanta gradi”.

Dunque lei questo progetto lo fa rientrare in una sorta di educazione civica…

Civica e ambientale, sì!

Chi sono i suoi collaboratori?

“Con me collaborano tutti i colleghi in quanto si tratta di tematiche trasversali”. […]

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“DI COVIDDI NON CE N’È”… FINO A CHE NON TOCCA A ME.

Tra amici e conoscenti ne ho alcuni che hanno contratto il covid o hanno un parente che si è infettato. Fortunatamente molti di loro ne sono usciti indenni, sottoponendosi semplicemente all’isolamento casalingo. Altri, purtroppo, sono stati costretti a dover ricorrere alle cure ospedaliere.

Il perché di questa disparità di trattamento me lo hanno spiegato alcuni medici di mia conoscenza: “se il virus non ti attacca ai polmoni, i sintomi equivalgono poco più a quelli di una normale influenza e nel giro di un paio di settimane ritorni alla normalità. Se invece hai la sventura che si estenda ai polmoni, devi solo ricoverarti, non hai alternative!”.

Malgrado di queste testimonianze ve ne siano un’infinità – perfino di convinti negazionisti ricredutesi dopo essersi ammalati di covid e essere stati per settimane in terapia intensiva –  tanta gente continua a negare l’esistenza del virus, affermando allegramente “di coviddi non ce n’è!”.

Mi è stato raccontato di un negazionista che candidamente ha confidato di aver avuto in estate la febbre alta per più giorni, senza mai preoccuparsi di fare un tampone per appurare se avesse il covid: “dopo alcuni giorni, sono stato bene! Se anche si fosse trattato del virus, è passato da sé. Che vuoi che sia?”.

Il soggetto in questione non è stato minimamente roso dal dubbio di poter aver funto da untore all’epoca, né d’essere tuttora portatore del virus, tanto “di coviddi non ce n’è!”. […]

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IL MINISTRO SPERANZA, DI NOME E DI FATTO

Intervistato ieri sera da Fabio Fazio a “Che Tempo Che fa?”, il Ministro della Sanità Roberto Speranza, anticipando alcuni dei provvedimenti anti covid previsti nel nuovo DPCM che dovrebbe essere varato questa sera, ha rivelato che tra le norme al vaglio si prevede il divieto agli sport di contatto – leggi calcetto – e una stretta sulle feste private, giustificandola col fatto che “non ha senso tenere i bambini e i ragazzi distanziati in aula se poi si ritrovano senza alcuna misura preventiva a una festa!”.

A quel punto il conduttore gli ha obiettato ciò che qualunque persona dotata di un minimo di capacità cognitiva stava pensando: “Mi scusi Ministro, come farete a controllare le feste private? Mica avete intenzione di entrare in casa della gente!?”.

Al che Speranza ha risposto: “Confidiamo sulle segnalazioni e, soprattutto, sul buonsenso delle persone!”.

Ora, per quanto concerne le segnalazioni, presumendo che il Ministro si riferisse alle delazioni, se da un lato gli spioni troveranno pane per i loro denti, denunciando prontamente quanto accade nelle case dei vicini per paura o perché li hanno semplicemente sulle scatole, levandosi in questo modo qualche sassolino dalle scarpe; dall’altro non si può escludere che quanti li abbiano, i vicini, in simpatia tacciano, lasciando che la festa si svolga regolarmente, magari facendovi partecipare anche i propri figli. […]

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angelo

L’ANGELO COL CUSCINO

A seguire il racconto sull’anoressia che ho pubblicato su www.quicampiflegrei.it

I fatti che sto per narrare riguardano il dramma dell’anoressia che ha colpito la figlia di una coppia di amici. Prima di riferirli, ho chiesto la loro autorizzazione: lei disse subito di sì; con lui ci sentimmo in seguito:

<<Vincenzo, non c’è bisogno che mi chieda il permesso, sta storia devi raccontarla! Spero che possa servire affinché la gente capisca che in queste cose porre la massima attenzione non è mai abbastanza. Basta un attimo di rilassamento e rischi di piombare in un baratro da cui non ne esci più!>>.

Per rispetto della privacy ometterò nomi e luogo dove il dramma si è consumato, limitandomi alle iniziali dei protagonisti e della città.

Fortunatamente la vicenda volge verso il lieto fine, seppure ce ne vorrà del tempo perché le cose si normalizzino.

Ringrazio M. e S. per avermi concesso la loro fiducia, che la Vita li aiuti.

L’adolescenza è un’età critica, basta un niente perché nella testa dei ragazzi scatti la molla che li induca a commettere una follia, un gesto sconsiderato.

Per quanto i genitori possano seguirli con attenzione, cercando di cogliere il minimo segnale che tradisca uno squilibrio mentale o una condizione di disagio, intervenendo prontamente per evitare il peggio, gli adolescenti sanno mistificare così bene i propri stati d’animo tanto da rendere impossibile intuire il sopraggiungere dell’incombente tragedia, munendosi degli strumenti per fronteggiarla.

Questo vale per qualsiasi adolescente, figurarsi per una ragazza di vent’anni che non accetta di crescere, pretendendo d’essere trattata come una bambina.

M. e S. dal momento in cui compresero che M. aveva un problema, adottarono tutte le soluzioni: la portarono dai migliori specialisti, nella speranza riuscissero a farle accettare la crescita e i cambiamenti fisici che ne derivavano; la iscrissero a svariate attività artistiche e intellettuali, affinché attraverso l’impegno e il confronto con gli altri, trovasse se stessa.

Malgrado le problematiche che l’affliggevano, M. si diplomò e si iscrisse a un corso di fotografia, arte verso cui mostrava particolari capacità.

Alcuni anni fa tutti e tre furono nostri ospiti per qualche giorno a Raggiolo: all’epoca M. aveva poco più di dodici anni e non si staccava un attimo dalla madre. Osservando con quanta pazienza lei le prestava attenzione supportata dal marito, mia moglie e io non potemmo fare a meno di provare profonda stima, comprensione e rispetto per quella coppia di genitori, immaginando la sofferenza che albergava nei loro cuori.

Un pomeriggio che eravamo sdraiati in giardino a goderci il fresco della sera, lui mi fece una confessione:

<<Vincé, spero di vivere il più a lungo possibile per potermi occupare di M.: l’hai vista, seppure ha quasi tredici anni, è una bambina. Il mio cruccio più grande è che un giorno qualche disgraziato possa avvicinarla e approfittare della sua innocenza!>>.

Ascoltandolo, capì a cosa si riferisse. Come se mi avesse letto nel pensiero, aggiunse:

<<Fisicamente sta già assumendo i tratti della donna: che ne so se un giorno qualche farabutto non decida di…>>.

Da allora non ci siamo più rivisti fino a giugno di quest’anno, subito dopo la fine del lockdown, quando scesero per venire a trovare i rispettivi genitori.

Ci incontrammo a un bar del Vomero. Quando vidi la ragazza, rimasi sconvolto: era praticamente poco meno di uno scheletro!

Mentre passeggiavamo per via Luca Giordano, parlando con S., le chiesi:

<<M. come sta?>>.

<<Vincenzo, come vuoi che stia, non vedi com’è dimagrata?>>.

<<Certo che lo vedo, per questo mi sono permesso di chiedertelo…>>

<<Mangia appena un pugno di riso: lo fa per non ingrassare perché non vuole che le crescano i seni!>>.

<<Che tragedia>> mormorai.

<<Hai detto bene, è una tragedia! La sto portando da uno specialista nella speranza la convinca a nutrirsi come si deve, ormai è a un passo dall’anoressia!>>.

Quell’ultima parola mi mise i brividi!

<<S., stalle vicino!>>.

<<Ovvio che le sto vicino, ma non credere sia facile: M. è capricciosa e stizzosa. Non è semplice gestirla!>>. […]

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