Tuttavia se poche ore prima del rientro ti viene comunicato che il romanzo in cui hai raccontato il dramma che tu e la tua famiglia avete vissuto nell’accudire tuo padre malato di Alzheimer – UN UOMO BUONO – MIO PADRE MALATO DI ALZHEIMER – è tra i vincitori di un prestigioso premio letterario, la malinconia e la rabbia scompaiono d’incanto, lasciando spazio alla soddisfazione ché il tuo lavoro di artista è meritevole di riconoscimenti

“UN UOMO BUONO” E’ TRA I VINCITORI DELLA 47° EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO CASENTINO!

La fine di una bella vacanza è sempre accompagnata da un pizzico di malinconia. Il pensiero che stai per lasciarti alle spalle quei bei momenti di spensieratezza, serenità e allegria condivisi con i familiari e con gli amici per ritornare allo stress della quotidianità, alimenta nell’animo una sorta di magone che aumenta man che si approssima il rientro. In quegli attimi sei tentato di disfare le valige, di buttare tutto all’aria e restare li per sempre. Ma sai bene che nella vita esistono delle priorità da cui non si può prescindere, e allora, tiri un sospiro profondo, e continui a fare i bagagli, augurandoti che l’anno voli via presto e che la prossima estate giunga presto alle porte.

Tuttavia se poche ore prima del rientro ti viene comunicato che il romanzo in cui hai raccontato il dramma che tu e la tua famiglia avete vissuto nell’accudire tuo padre malato di Alzheimer – UN UOMO BUONO – MIO PADRE MALATO DI ALZHEIMER – è tra i vincitori di un prestigioso premio letterario, la malinconia e la rabbia scompaiono d’incanto, lasciando spazio alla soddisfazione ché il tuo lavoro di artista è meritevole di riconoscimenti.

Se da un lato ciò ti ripaga per la sofferenza che hai patito mentre lo scrivevi, versando quelle lacrime che non versasti quando dovesti affrontare quei tragici momenti in quanto allora non potevi permetterti il lusso di fermarti a pensare ma dovevi solo agire e basta; dall’altro lato non avresti voluto mai riceverlo perché avrebbe significato che la vita aveva risparmiato a te e alla tua famiglia le sofferenze, il dolore e le umiliazioni che foste costretti ad affrontare in tutti quegli anni che gli siete stati vicini.

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Oltre a quello con le pizze, a ricordarmi il calore familiare c’è un altro cartoccio che papà spesso aveva con sé quando la domenica rientrava a casa dalle sue passeggiate per il centro storico o dal lavoro se c’era dello straordinario da sbrigare. Mi riferisco a quello dei dolci che comprava in pasticceria lungo la strada prima di rincasare.

UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer)

Di seguito un breve estratto da UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer) (Edizioni Helicon)

[…] Oltre a quello con le pizze, a ricordarmi il calore familiare c’è un altro cartoccio che papà spesso aveva con sé quando la domenica rientrava a casa dalle sue passeggiate per il centro storico o dal lavoro se c’era dello straordinario da sbrigare. Mi riferisco a quello dei dolci che comprava in pasticceria lungo la strada prima di rincasare. A quei tempi la domenica era davvero un giorno di festa con una propria sacralità che tutti rispettavano, compresi i commercianti che si guardavano bene dall’alzare le saracinesche anche in quell’occasione.

La domenica tutta la famiglia era riunita, pertanto il sabato la padrona di casa decideva cosa avrebbe cucinato di speciale per il giorno dopo. In casa mia il menù domenicale lo concordavano mamma e nonna Giovanna con l’ausilio di zia Tetta. Il pranzo quasi sempre consisteva in: pasta con il sugo di ragù; carne al ragù che la nonna iniziava a cucinare il sabato sera, o braciole con contorni vari e crocché di patate, arancini di riso, finocchi e carciofi fritti; frutta e dolce. […]

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