SIMENON

“MEMORIE INTIME”, LA DOLOROSA AUTOBIOGRAFIA DI GEORGE SIMENON

Chiunque si cimenti con la scrittura e, almeno una volta nella vita, abbia provato a scrivere un testo autobiografico, anche solo un breve diario, sa benissimo quanto difficile sia essere sinceri; avere il coraggio di affrontare il pudore che impedisce di spalancare le porte della propria vita agli altri e raccontare loro tutto, ma proprio tutto di sé. Senza tralasciare il benché minimo particolare, anche il più imbarazzante o doloroso che, se svelato, potrebbe modificare in negativo la considerazione che essi hanno di lui. O quanto meno alimentare un minimo di perplessità sulla sua effettiva sincerità, rimettendo in gioco in un colpo solo affetti, amicizie, amori, rapporti sociali.

Del resto più di uno scrittore alla domanda se avesse mai pensato di raccontare la propria vita, risponde che non ne sarebbe capace perché difficilmente avrebbe il coraggio di raccontare tutto di sé. E chi ha provato a farlo ha riconosciuto di aver omesso più di un particolare di cui si vergognava. Oppure perché non voleva coinvolgere altre persone, seppure la loro presenza fosse stata incisiva nell’evoluzione della propria esistenza sia nel bene che nel male.

 A tale proposito sorge il dubbio che, come tanti suggeriscono, l’età giusta per scrivere un’autobiografia non fosse la vecchiaia perché offre un alibi di ferro: l’età avanzata.

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