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LEONARDO TRA REALTÀ E MISTIFICAZIONE: IL RAPPORTO TRA GESÙ E MARIA MADDALENA

Dopo aver letto il Codice Da Vinci, ero rimasto catturato dalla trama del romanzo strutturato sul presunto legame amoroso tra Gesù e Maria Maddalena, la quale rappresenterebbe l’incarnazione del femminino divino, da cui sarebbe originata la stirpe Merovingia. Ipotesi secondo molti simbolicamente confermata da Leonardo in alcune sue opere pittoriche.

Corroborato da un interesse verso il femminino divino che da anni mi spinge a studiare le antiche civiltà e le loro mitologie, in particolare quella egizia e suoi dei, sia prima che dopo aver letto il Codice, ho studiato diversi testi inerenti l’argomento.

Tra questi il saggio della Pickenett, (MARIA MADDALENA LA DEA OCCULTA DEL CRISTIANESIMO), coautrice insieme a C. Prince de LA RIVELAZIONE DEI TEMPLARI, opera citata nel romanzo di Brown unitamente al SACRO GRAAL di Baigent, Leigh, Lincoln quale fonte documentaria per affermare la propria tesi.

Ammetto che il saggio della Picknett mi aveva, inizialmente, incuriosito in quanto dà un’immagine di Gesù totalmente diversa da quella che conosciamo. Stando all’autrice il Salvatore sarebbe stato una sorta di rivoluzionario ante-litteram, dedito alla magia sessuale che avrebbe praticato unendosi carnalmente con la Maddalena, sua discepola prediletta.

Per avvalorare questa ipotesi la Picknett cita  i vangeli canonici, quelli apocrifi e gnostici, in particolare quello gnostico di Maria; la Pistis Sophia, un vangelo gnostico scritto in lingua copta in cui, se da un lato si mette in evidenza il ruolo fondamentale della Maddalena nella vita di Gesù e l’alta considerazione che il Cristo aveva di lei – questo è il motivo per cui la Picknett cita la Pistis limitandosi ai versetti relativi.

Peccato che nella Pistis, si condannano sia la pratica sessuale come strumento di iniziazione, sia l’omosessualità – l’autrice lascia inoltre intendere, neppure tanto velatamente, che Gesù non disdegnasse le pratiche omosessuali. […]

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CLEMENTINA GILY, DA CROCE A BRUNO PASSANDO PER LEONARDO: UN VIAGGIO NELLA FILOSOFIA.

Di seguito l’intervista alla professoressa Clementina Gily Reda pubblicata su QuiCampiflegrei.it

Filosofa, ex docente di Estetica della Comunicazione alla Federico II e al Suor Orsola Benincasa, impegnata in svariati settori della comunicazione e dell’arte, Clementina Gily Reda è tra i maggiori esperti su Giordano Bruno del quale ha in corso la pubblicazione di una trilogia con la Stamperia del Valentino. Per anni si è interessata del “gioco” quale elemento formativo per l’uomo pubblicando diversi saggi sull’argomento. Ha fondato e dirige la rivista online wolfline.it

Professoressa la passione per Bruno nasce dai suoi studi filosofici o, viceversa, è stata la passione per il nolano ad avvicinarla alla filosofia?

No, Bruno è arrivato molti anni dopo. I miei primi studi sono stati sulla filosofia italiana, in particolare quella idealista che per altro non era assolutamente di moda: Croce e Gentile. Ero allieva di Raffaello Franchini, un crociano che fu allievo di Croce, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Tenga presente che negli anni 80/90 nessuno parlava di Croce, tranne che negli studi storici, ma nelle fondazioni si parla di un autore generalmente in modo poco critico. Io che invece tendevo a vedere la filosofia di Croce in modo alquanto critico mi sono ritrovata priva di interlocutori: come fanno tanti, e sono felici di farlo, anch’io potevo parlare allo specchio. Poiché a me invece è sempre piaciuto avere una discussione con le persone, ho incominciato a cambiare gli argomenti e tra questi nuovi incontri, Giordano Bruno è diventato dominante.

Lei è considerata tra i maggiori esperti su Bruno: il suo amore per il nolano è cresciuto nel tempo o è stato amore a prima vista?

È stato un amore a prima vista perché Raffaello Franchini aveva scritto nel suo libro sulla dialettica un capitolo su Bruno molto importante, per cui lo conoscevo anche da prima. […]

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CLEMENTINA GILY REDA: LEONARDO–L’ELEGANZA DELL’IO

Di seguito vi propongo la mia recensione al volume LEONARDO – L’ELEGANZA DELL’IO di Clementina Gily Reda, Albatros Edizioni, pubblicata su quicampiflegrei.it

Non tutti i libri sono per tutti: quello di cui ci apprestiamo a parlere rientra in questa categoria.

Diversamente dalla semplicità espositiva e capacità affabulatoria che l’hanno resa e tuttora la rendono apprezzata dagli studenti e dal pubblico presente alle sue conferenze, in questo libro la Gily ha dato fondo al proprio essere studiosa e filosofa enucleando l’arte leonardesca attraverso agganci storici e filosofici che le impongono di esprimersi in quel linguaggio tecnico/accademico che lei stessa ha sempre cercato di evitare in modo da essere comprensibili anche ai non addetti ai lavori.

“Leonardo – L’eleganza dell’Io” di Clementina Gily Reda, edito da Albatros Edizioni è un saggio in cui l’autrice – filosofa tra i maggiori studiosi di Giordano Bruno, ex docente di estetica della comunicazione alla Federico II e al Suor Orsola Benincasa, per anni impegnata nella ricerca sul ruolo formativo del gioco – prendendo spunto dal suo “incontro” con il SALVATOR MUNDI di Leonardo Da Vinci esposto alcuni anni fa al Museo Diocesano di Napoli, attraverso l’ecfrastica – genere letterario del commento delle immagini con parole in uso nelle scuole medievali per educare al ben parlare, senza far disperdere l’allievo nel contenuto, tenendolo attento a grammatica e retorica […] (Clementina Gily Reda, Ecfrastica e Formazione Estetica:  Ottobre 2012, Convitto Nazionale Vittorio Emanuele, Napoli) – partendo dallo sguardo dell’uomo del dipinto da cui non traspare alcun sorriso, diversamente da quello ambiguo e famoso della Gioconda, non solo fa un’analisi tecnica dell’opera, ma ciò le dà modo di intraprendere un articolato studio su quel che rappresentò il Rinascimento – Leonardo, che fu tra i massimi esponenti, visse il periodo centrale; Giordano Bruno, figura a lei tanto cara, fu uno degli ultimi rappresentanti – nella storia dell’umanità soprattutto a livello artistico e architettonico. […]

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