Si dice che “un uomo senza lavoro è un uomo senza dignità”. Non sono d’accordo. Avendo perso il lavoro poco più di tre anni fa, mi sento in diritto di affermare che la dignità la si può perdere anche lavorando, tenendo un comportamento privo delle elementari regole umane e sociali.

Un uomo senza lavoro è un fantasma sociale che non può permettersi nemmeno una pizza.

Si dice che “un uomo senza lavoro è un uomo senza dignità”. Non sono d’accordo. Avendo perso il lavoro poco più di tre anni fa, mi sento in diritto di affermare che la dignità la si può perdere anche lavorando, tenendo un comportamento privo delle elementari regole umane e sociali.

Un uomo senza lavoro, invece, per la società è come se non esistesse, è come se fosse morto, in quanto non è nella condizione di potersi permettere nemmeno un caffè o una pizza, certamente non da Briatore, da solo o con gli amici – sempreché questi ultimi non si allontanino da lui nel momento in cui perde il lavoro -, di acquistare il giornale o semplicemente di concedersi una passeggiata senza l’assillante pensiero di non avere in tasca nemmeno i soldi per pagarsi il tram.

In questa società in cui ciò che realmente conta sono i numeri, in primis quelli del conto corrente, un uomo senza lavoro, e dunque privo di reddito, è una sorta di fantasma: tanti sanno che esiste ma in pochi riescono a vederlo. […]

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