“A NOI LA COLPA”, IL NUOVO ROMANZO DI LUCIO LEONE

Pozzuoli, 2 novembre

Serata intrisa di anarchia e mistero quella che si è svolta sabato sera da Lux In Fabula: per la rassegna QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE, lo scrittore Lucio Leone ha presentato il suo romanzo A NOI LA COLPA, Edizioni Spartaco. Il libro, ambientato a Napoli durante la breve visita nell’ex capitale borbonica di Umberto I e della regina Margherita, da poco incoronati sovrani del nuovo Regno d’Italia, narra le vicende degli anarchici Enrico Malatesta e Carlo Cafiero di passaggio in città proprio in quel momento, dopo la breve detenzione a Benevento per aver preso parte ai moti del Matese. […]

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“LE MIE RAGAZZE” da LUX IN FABULA

Al centro l’autore, alla sua sinistra la scrittrice Annamaria Varriale

Pozzuoli

Sabato 26 ottobre nella sede dell’associazione culturale Lux In Fabula, con la presentazione del libro LE MIE RAGAZZE-RAGAZZE ROM SCRIVONO di Vincenzo Giarritiello, ha preso il via la seconda edizione di QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE.

L’intento della rassegna, anche quest’anno caratterizzata da un nutrito cartellone di incontri quindicinali che si concluderanno sabato 20 giugno, è dare voce e spazio non solo ad autori affermati ma anche a quanti, pur praticando una forma d’arte in maniera professionale, non hanno a loro disposizione una vetrina che gli consenta la giusta visibilità.  […]

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GIOIA, LA MIA GATTA

Mia moglie con Gioia la prima volta che la gatta salì sul balcone di casa
Mia moglie con Gioia la prima volta che la gatta salì sul balcone di casa

La mia gatta si chiama Gioia, anche se è improprio definirla mia. Come tutti gli animali randagi che hanno la fortuna di essere accolti in casa, non appena fu nel nostro appartamento, anche lei si scelse un padrone: mia moglie che per diverse sere, senza che io ne sapessi nulla, le portava da mangiare e da bere sotto il balcone di casa dove lei si posizionava miagolando nella speranza che qualcuno la sfamasse.

Prima di proseguire nel racconto della venuta di Gioia devo però fare un passo indietro di alcuni mesi. […]

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POZZUOLI, CONVEGNO SUL BRADISISMO: PARLA IL PROFESSORE LUONGO

Da destra verso sinistra: Claudio Correale, Iaia di Marco, Giuseppe Luongo, Eleonora Puntillo
Da destra verso sinistra: Claudio Correale, Iaia de Marco, Giuseppe Luongo, Eleonora Puntillo

Venerdì 18 ottobre, nella Biblioteca Comunale di Pozzuoli, a Palazzo Toledo, si è svolto il convegno SETTIMANA DEL PIANETA TERRA – Conversazione a più voci e immagini sul fenomeno del Bradisismo nei Campi Flegrei, dall’inversione nel 1969 a oggi.”

Organizzato dalle Associazioni LUX IN FABULA  e CITTA’ MERIDIANA, rispettivamente presiedute  da Claudio Correale e Iaia de Marco, e dal Vulcanologo Giuseppe Luongo ex Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, con il Patrocinio del Comune di Pozzuoli rappresentato in sala dall’Assessore alla Cultura Maria Teresa Moccia Di Fraia, scopo dell’evento era ricordare quanto è accaduto negli ultimi 50 anni a Pozzuoli a causa del bradisismo con l’ausilio di filmati d’epoca dove compaiono testimonianze di storici e sfollati che raccontano quei giorni drammatici.

L'Assessore alla cultura Maria Teresa Moccia Di Fraia
L’Assessore alla cultura Maria Teresa Moccia Di Fraia

Un ulteriore testimonianza di quanto avvenne nel 1969 quando il sottosuolo del capoluogo flegreo cominciò a sollevarsi di ben 60 cm è stata riferita dalla giornalista Eleonora Puntillo attraverso foto d’epoca scattate dal marito e proiettate sul monitor in sala.

Particolarità dell’evento la teatralizzazione tra i vari “relatori” che, leggendo da un canovaccio, ponevano domande ben precise al Professore Luongo interpretando il ruolo di comuni cittadini curiosi di sapere cosa bisogna aspettarsi per il futuro di Pozzuoli in relazione al bradisismo.

Stando alle risposte del Professore lo sgombero del Rione Terra, anima di Pozzuoli, il 2 marzo del 1970 fu deciso a seguito del repentino sollevamento del suolo – che negli ultimi 50 anni s’è sollevato complessivamente di 3,50 mt – facendo temere agli esperti che potesse essere il sintomo precursore di un’eruzione simile a quella che a metà 1500 si verificò sul territorio dando vita al Montenuovo.

Precedendo di un giorno la prova di evacuazione organizzata dalla Protezione civile che trasporterà in pullman gruppi di cittadini/volontari da Pozzuoli e da altre aree flegree verso il centro di raccolta a piazza Garibaldi, e aspramente criticata dal professor Luongo, alla domanda del perché tale disaccordo con le autorità, lo scienziato ha spiegato che da studi scientifici è risultato che nel momento in cui dovesse scatenarsi un’eruzione vulcanica, la nube di cenere e lapilli che si solleverà alimenterà un vento che la spingerà ad est proprio in direzione di Napoli centro. Aggiungendo che a questo problema si affiancherà la convergenza su quelle stesse strade degli abitanti di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura dando vita a un ingorgo di vaste proporzioni con conseguenze che si possono purtroppo immaginare. Secondo il professore sarebbe più ragionevole se gli eventuali sfollati fossero trasferiti verso il litorale domizio, e magari alloggiati nel territorio laziale anziché essere dirottati in Lombardia o in Sardegna, come è previsto dal piano di evacuazione, subendo evidenti disagi sociali in quanto nessuno può sapere quando potrebbe durare l’emergenza e quindi quali potrebbero essere le ripercussioni sulle attività di commercianti, professionisti e dei lavoratori.

Nella mattinata di Sabato 19 ottobre – oggi NdR – l’evento prevede in appendice una visita guidata dallo stesso professore Luongo in quei punti della città dove è tuttora visibile l’impronta del bradisismo: si partirà dal Rione Terra, proseguendo fin giù alla darsena per poi giungere al Tempio di Serapide/Macellum vero termometro del livello di sollevamento e abbassamento del sottosuolo.

A POZZUOLI LA TV SI VEDE A SINGHIOZZO, COLPA DEL 4G?

4g

Sono ormai settimane, se non addirittura mesi, che in diversi punti di Pozzuoli, in particolare la “zona alta”, il segnale televisivo del digitale terrestre funziona a singhiozzo, creando seri problemi di visione agli utenti. Tali interferenze pare dipendano dall’installazione sul territorio di ripetitori telefonici per la rete 4G.

A nulla sono finora valse le proteste, sia a mezzo stampa che presso il servizio HELP INTERFERENZE, di singoli cittadini affinché i gestori degli impianti in oggetto intervenissero GRATUITAMENTE, come previsto dalla legge, per risolvere il problema installando appositi filtri agli impianti “minati” per bloccare le interferenze.

Per quanto riguarda i reclami a HELP INTERFERENZE il sottoscritto ne inoltrò uno in data 3 settembre 2019 su sollecito dei condomini/inquilini della palazzina in cui vive in quanto da metà agosto il segnale televisivo nello stabile spesso funziona a fasi alterne.

Malgrado reiterate risposte via email da parte del servizio in oggetto dove si assicurava il tempestivo intervento del tecnico preposto a verificare la natura del problema e a risolverlo se, come effettivamente sembra, fosse da attribuirsi alle interferenze del 4G, a distanza di oltre un mese non si è né visto né sentito nessuno. Mentre il disservizio continua a manifestarsi.

Eppure, stando a quanto afferma la HELP INTERFERENZE, l’intervento del tecnico dovrebbe avvenire massimo entro 3 giorni dall’inoltro della loro richiesta al gestore di competenza.

Addirittura in data 8 ottobre la HELP INTERFERENZE contattò telefonicamente il sottoscritto per accertarsi che il tecnico si fosse presentato. Ricevendo risposta negativa, l’addetta, dopo essersi scusata, chiese la cortesia di richiamarli per segnalare il mancato intervento se entro una settimana nessuno ci avesse contatto per verificare l’impianto.

Non avendoci chiamato nessuno, in data 16 ottobre è stata fatto l’ennesimo reclamo telefonico alla HELP INTERFERENZA. Ancora una volta la società si è scusata, impegnandosi che avrebbe fatto di tutto affinché entro 3 giorni, come previsto da accordi, chi di dovere inviasse un proprio tecnico per risolvere il disservizio essendo appurato che a Pozzuoli e nell’area flegrea esistono problemi di interferenze dovute alla presenza dei ripetitori 4G!

Nell’attesa i cittadini, in particolar modo le persone anziane, sono costretti a vedere la tv a fasi alterne, malgrado paghino regolarmente il canone tv.

Possibile che, nonostante la problematica sia ben nota a tutti, nessun’autorità locale intervenga per salvaguardare gli interessi dei cittadini?

Poiché per bypassare il problema, sia a livello privato che condominiale,  gli antennisti suggeriscono l’installazione di un impianto satellitare, chi può permetterselo, stufo di essere soggetto al disservizio e ai comodi di chi è preposto a risolverlo, installa autonomamente la parabola. Ma chi non è nelle condizioni economiche per poterlo fare, perché deve sottostare a questo problema nell’attesa che qualcuno si degni di fare il proprio dovere? E anche chi potrebbe adottare una simile soluzione, perché dovrebbe spendere soldi quando paga un canone annuo per la visione della tv, impossibile da evadere perché spalmato sulla bolletta ENEL, a prescindere se avesse un impianto digitale o satellitare?

Possibile che a rimetterci devono essere sempre i cittadini? soprattutto i meno abbienti, gli indifesi e gli onesti?

RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PARADISO IN TERRA

raggiolocopertina

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PREMESSA DELL’AUTORE

Questo libro è articolato in tre sessioni. Nella prima, che va dal capitolo 1 all’11, sono raccolti una serie di articoli pubblicati nel corso degli anni sui miei blog LA VOCE DI KAYFA, LA VOCE DI KAYFA 2.0 e su diverse riviste online, in cui parlo in maniera estesa delle bellezze del paese e dei luoghi che lo circondano, nonché delle emozioni che mi suscita l’atmosfera che vi si respira; soffermandomi nel capitolo 9 sul santuario de La Verna e sulla figura di Maria Maddalena, dando spazio a considerazioni personali sulla Santa e sul suo legame con San Francesco d’Assisi e di quest’ultimo con i Templari. La prima sessione si chiude con la cronaca della visita alla CASA D’ARTE MUSEUM PETRICCIUOLIANA di un gruppo studenti veneziani del Liceo Artistico MARCO POLO.
Nella seconda sessione, rappresentata dal capitolo 12, sono raccolti quattro racconti ispirati dai miei soggiorni raggiolani, dove il soggetto, seppure sottinteso, è Raggiolo con i suoi abitanti.
Nell’ultima sessione, indicata con APPENDICE, mi è sembrato giusto riportare una serie di interviste da me effettuate per conto del sito di informazione con cui collaboro www.comunicaresenzafrontiere.it a persone che, a vario titolo, si impegnano per dare lustro al paese e tenerne vive la storia e le tradizioni.
Non escludo di aggiornare il volume in futuro, come del resto è già avvenuto per la presente edizione, rivedendolo e integrandovi nuovi articoli, racconti e interviste.
Buona lettura!

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DA LUX IN FABULA STA PER INIZIARE IL CORSO DI NAPOLETANO DI SALVATORE BRUNETTI

brunetti foto di copertina

Pozzuoli

Lunedi 7 ottobre, presso la sede dell’associazione culturale Lux In Fabula, si è presentato il CORSO DI DIALETTO NAPOLETANO coordinato da Salvatore Brunetti.

Questo appuntamento preliminare è servito a spiegare il programma in cui il corso si articolerà, a dare brevi cenni sulla storia del napoletano e a svolgere una lezione propedeutica per chiarire la differenza tra i plurali napoletani maschili e femminili e il modo corretto con cui scriverli.

La necessità di dar vita a un corso di napoletano, ha chiarito Brunetti, nasce dal fatto che oggi sempre più persone, anche di un certo livello culturale, si cimentano col napoletano soprattutto per scrivere poesie, senza però averne ben chiari i rudimenti linguistici e grammaticali; commettendo imperdonabili strafalcioni che, oltre a confondere le idee, offendono il volgare pugliese, come anticamente veniva chiamato il napoletano, di cui Dante era innamorato tanto da voler inizialmente scrivere la Commedia in quella lingua. Ma poi, per motivi politici, fu costretto a optare sul volgare toscano da cui deriverà l’italiano.

Inevitabilmente, durante la lezione, Brunetti ha analizzato le differenze linguistiche che intercorrono tra il napoletano e il puteolano. Passando a quelle esistenti nei vari comuni flegrei dove in poche decine di metri, come accade ad esempio a  Cappella frazione di Bacoli, in un vicolo si parla un idioma e in quello di fronte un altro del tutto diverso. Tali diversità derivano dalla strenua volontà di quanti, costretti a emigrare da un contesto sociale in un altro, serbano come lingua ufficiale quella madre per non perdere la propria identità.

Per quanti fossero interessati le lezioni si svolgeranno in 10 incontri, suddivisi in due cicli di due ore ognuno: dalle ore 17 alle ore 19, ogni lunedì. Oblazione all’Associazione: 50 euro. Primo ciclo (5 lezioni dal 14 ottobre)

Per info e iscrizioni: Lux in Fabula tel. Cell.: 328 667 0977 – info@luxinfabula.it Rampe Cappuccini, 5 Pozzuoli (Stazione Cumana Cappuccini)

 

POLENTA DI GRANDO DURO, Monica Paoli racconta nonna Adriana

copertina libro monica paoli

Alcuni mesi fa, grazie a un contatto comune su Facebook che era stato a Gioviano, paesino della Garfagnana in provincia di Lucca, per assistere alla presentazione, mi è stato recapitato il volume POLENTA DI GRANO DURO – nonna Adriana racconta di Monica Paoli.

Come spesso mi accade con i libri, non solo quelli meno noti o sconosciuti, lo riposi sullo scaffale della libreria, ripromettendomi di leggerlo quanto prima per mantenere l’impegno assunto con Monica di farle poi sapere se mi fosse piaciuto.

Di Monica avevo già avuto modo di leggere alcune favolette che aveva pubblicato sul suo profilo social. Nella loro semplicità, avevo apprezzato la capacità narrativa dell’autrice la quale, in poche righe, riusciva a condensare storie per bambini – Monica è maestra d’infanzia – delicate e ben strutturate. Delle vere e proprie short stories per piccini.

Pertanto non mi stupii quando seppi della sua intenzione di pubblicare un libro che raccontasse la storia della propria famiglia, la cui voce narrante fosse la nonna materna Adriana, scomparsa poco dopo aver compiuto cent’anni, a cui Monica era molto legata e voleva rendere il dovuto tributo.

Il libro, scritto in idioma garfagnano, ma comprensibile da chiunque lo leggesse, è il racconto di una vita, quella appunto di nonna Adriana  e della sua famiglia, narrato in prima persona dalla protagonista a cui la penna di Monica fa da altoparlante.

Si inizia con lo scoppio della prima guerra mondiale che costrinse il padre di Adriana, Carlo, a partire per il fronte quando lei era ancora piccina, ritornandovi vivo ma non più lo stesso – si attaccò alla bottiglia per cercare conforto dal dolore per aver visto morire in battaglia tanti suoi compagni e amici senza poter far nulla per aiutarli, preoccupato com’era a salvare se stesso – inducendo Zelinda sua moglie a sostenere, anche il mi Carlo, tanto buono e timoroso di Dio, un è più tornato, maledetta guerra! C’ho in casa un omo diverso, un è più il mi Carlo!

La narrazione prosegue in maniera fluida, raccontandoci della povertà in cui versavano le famiglie dell’epoca, inclusa quella di nonna Adriana, e della dignità con cui fronteggiavano quella triste condizione con il contributo di tutti, inclusi i bambini. Fu così che all’età di soli dieci anni nonna Adriana fu costretta ad abbandonare la scuola per andare a lavorare come aiuto domestica presso una famiglia di Livorno dove conobbe Anselmo, il suo primo amore, seppur platonico.

Le foto d’epoca che accompagnano il testo, partendo da quella di copertina, ci mostrano quanto bella fosse da giovane nonna Adriana, quindi non stupisce che Denaco, il don Giovanni del paese, le avesse messo gli occhi addosso chiedendola in sposa. Dal loro matrimonio nacquero Alda e Giuseppe, le sue grandi gioie ma anche i suoi più grandi dolori.

Non vi è nulla di più innaturale e doloroso per un genitore di sopravvivere a un figlio. Nonna Adriana sopravvisse a entrambi. Giuseppe morì a soli trentatré anni in un incidente in Sicilia agli inizi degli anni settanta, Alda anni dopo di un male incurabile.

In questo excursus narrativo di circa settant’anni di storia familiare, condensato in poco meno di ottanta pagine, più le fole (favole) che nonna Adriana inventava per i nipoti e che Monica giustamente ripropone in appendice, si percepisce l’amore e la riconoscenza della nipote verso l’ava.

Nello stesso tempo questo atto di riconoscenza ci fa capire quanto amorevole fosse nonna Adriana. Una donna che, oltre al dolore per la scomparsa di entrambi i figli, in precedenza ha dovuto soffrire la lontananza del marito emigrato in America per oltre venticinque anni affinché alla famiglia non mancasse nulla, rientrando definitivamente dagli USA più americano che italiano, recando con sé tante sorprese per moglie, figli e nipoti.

Con questo libro Monica Paoli ha voluto ringraziare nonna Adriana per tutto ciò che ha fatto per tenere unita la famiglia, dando un futuro ai suoi figli e, di riflesso, garantendolo anche ai suoi nipoti Monica e Frediano.

A nostra volta dobbiamo dire grazie a Monica per averci regalato questo libricino senza pretese letterarie, sue parole testuali. Ma che, proprio perché privo di ambizioni, è stato scritto e curato col cuore.

Non sempre le cose fatte col cuore riescono meglio di quelle meditate e strutturate a tavolino. Ma, quando accade, ci riempiono l’animo di gioa e commozione.

POLENTA DI GRANO DURO ne è un esempio.

Da lassù nonna Adriana sarà orgogliosa della su nipote Monica!

“POLVERE PER SCARAFAGGI”, LA RACCOLTA DI RACCONTI DI NANDO VITALI

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Napoli

Nell’accogliente intimità del caffè&bistrot letterario IL TEMPO DEL VINO E DELLE ROSE, a Piazza Dante, giovedì 4 ottobre Bernardina Moriconi e Rosi Selo hanno presentato la raccolta di racconti POLVERE PER SCARAFAGGI, l’ultima fatica letteraria dello scrittore napoletano Nando Vitali, edita da All’Est dell’Equatore.

Dopo l’introduzione di Rosanna Bazzano, poetessa e titolare del caffé letterario, la serata è entrata nel vivo.

Da sempre attento ricercatore della scrittura, non a caso da anni coordina con successo laboratori di scrittura creativa in librerie e caffè letterari a Napoli e non solo, Vitali ha maturato uno stile di scrittura alto e inconfondibile, caratterizzato da un cadenzato ritmo di parole e frasi strutturate in maniera tale da infondere nel lettore la sensazione di “ascoltare”, più che leggere, una struggente melodia letteraria dove il bene è un aspetto transitorio del male che da sempre investe l’umanità; un’alternanza fittizia in cui gioia e piacere sono fugaci momenti concessi all’uomo per ritemprarsi dalle sofferenze patite e prepararsi ad affrontare le prossime che immancabilmente verranno.

Da sinistra a destra Bernardina Moriconi, Rosi Selo e Nando Vitali
Da sinistra a destra Bernardina Moriconi, Rosi Selo e Nando Vitali

Tali caratteristiche di Vitali le riscontriamo in particolare quando affronta temi forti o racconta personaggi dalle vite strazianti, come ha messo in evidenza Bernardina Moriconi, sottolineando che per la loro brevità, cui si associa una forza argomentativa dirompente capace di strappare il velo d’ipocrisia dagli occhi del lettore obbligandolo a guardarsi intorno per vedere il male che lo circonda, la raccolta rientra a pieno titolo nel panorama della migliore tradizione novellistica italiana. La Moriconi ha inoltre riconosciuto allo scrittore il merito di non aver ceduto all’eventuale tentazione di ampliare in romanzo qualcuno dei racconti, la cui efficacia sta proprio nella loro stringatezza che non inficia la sostanza, anzi la esalta, consentendo al lettore di riflettere sull’essenza della storia senza perdersi in lungaggini narrative che potrebbero indurlo a smarrire il senso del messaggio racchiuso. Non a caso la Moriconi ha accostato la raccolta a una sorta di vangeli apocrifi, paragone che ha fatto sussultare Vitali la cui umiltà è ben nota a chi lo conosce.

Il titolo del libro, ispirato al film IL PASTO NUDO di David Croneberg, un cult per lo scrittore, potrebbe considerarsi una sorta di “indicatore” per quanti non si accontentano di leggere giusto per passare il tempo, bensì identificano nel “libro” uno dei principali strumenti di crescita interiore di cui l’umanità è dotata, cercandovi nutrimento per il proprio “io”. E di nutrimento interiore nei racconti di Vitali ce n’è tanto!

Ambientati non solo a Bagnoli, quartiere in cui lo scrittore è nato e vissuto, i racconti sono tanti fotogrammi di un immenso affresco di vite sparse tessuto con le trame delle storie narrate che, seppure in apparenza non hanno nulla di autobiografico, si muovono sul palcoscenico delle rispettive narrazioni in maniera così reale, lasciando intendere che molto traggono dal vissuto giovanile dell’autore. Cosa che avviene esplicitamente in un suo precedente romanzo, FERROPOLI. A confermarcelo è il racconto Anna in cui si narra di un amore giovanile. Del resto, come lo stesso Vitali ha ammesso rivolgendosi al pubblico, la vita e la letteratura si sposano sempre, anche in maniera discronica, per cui prima di scrivere bisogna vivere. Affermazione che richiama alla memoria VIVERE PER RACCONTARLA l’aubiografia di Gabriel Garcia Marquez .

Un momento particolarmente coinvolgente è stato quando la scrittrice Rosi Selo, a conclusione del proprio intervento in cui ha sottolineato soprattutto le qualità umane di Vitali, ha letto uno dei racconti pubblicati. L’attenzione e l’intensità della sua interpretazione, molto apprezzata dal pubblico in sala, hanno reso il doveroso omaggio al lavoro di colui che è giustamente considerato tra i più importanti scrittori napoletani contemporanei dell’attuale panorama letterario nazionale.

A SCUOLA DI NAPOLETANO DA SALVATORE BRUNETTI

DIALETTO NAPO

Per tutti coloro che amano il napoletano e vorrebbero impararne i rudimenti grammaticali, la sintassi, a scriverlo e a pronunciarlo correntemente, LUX In Fabula offre la possibilità di farlo con un “insegnante” speciale: lunedì 7 ottobre, alle ore 17, a Pozzuoli, presso la sede dell’associazione in Rampe Cappuccini 5, si presenterà il CORSO DI DIALETTO NAPOLETANO curato da Salvatore Brunetti, autore di SCRIVERE IL DIALETTO NAPOLETANO, edito da E.P. nel 2000 e di DIALETTO PUTEOLANO, edito da LUX IN FABULA nel 2019.

Pensionato con la passione di Napoli e della sua storia, Brunetti da sempre approfondisce lo studio del napoletano che fu lingua ufficiale del Regno di Napoli e delle Due Sicilie fino a quando i due regni borbonci sulla penisola non persero la loro autonomia geografica e politica, divenendo parte integrante dello stato italiano e il napoletano, da lingua nazionale, regredì a dialetto.

L’autorità di Brunetti in materia è stata ufficialmente riconosciuta dal maestro Roberto De Simone il quale, dopo averne apprezzato lo studio sul napoletano, durante una chiacchierata tra amici, notando che le sue competenze si estendevano alla storia di Pozzuoli e al suo idioma, lo convinse a scrivere un testo che analizzasse anche il puteolano; magari esaltandone la musicalità, da molti interpretata come sguaiatezza, ma che invece lo rende unico nel suo genere.

Chi ha avuto il privilegio di avere tra le mani questa seconda fatica di Brunetti, leggendola, ne avrà certamente apprezzato le tante sfaccettature che la rendono non uno studio ortodosso, bensì uno scrigno letterario in cui sono serbate piccole gemme storiche, culturali e linguistiche a cui si accompagna una simpatica e divertente appendice dove l’autore ha raccolto un’infinità di termini puteolani, affiancandovi l’esatta pronuncia.

La serietà e professionalità di Brunetti, unitamente al suo essere schivo, votato allo studio anziché ai protagonismi, ma che non disprezza l’ironia, sinonimo di intelligenza, sono una garanzia assoluta per quanti decidessero di frequentare il corso.

Le lezioni si svolgeranno in 10 incontri, suddivisi in due cicli di due ore ognuno: dalle ore 17 alle ore 19, ogni lunedì. Oblazione all’Associazione: 50 euro. Primo ciclo (5 lezioni dal 14 ottobre)

Per info e iscrizioni: Lux in Fabula tel. Cell.: 328 667 0977 – info@luxinfabula.it Rampe Cappuccini, 5 Pozzuoli (Stazione Cumana Cappuccini)