FANTASIE (1parte)

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Mi hai lasciato le chiavi di casa e mi hai detto di aspettarti.
Ma non ti è bastato.
Hai voluto essere padrone dell’attesa e della mia mente, hai lasciato un foglio con su scritto come mi avresti voluta trovare…non una richiesta, un ordine:
“Lascia le persiane socchiuse, spogliati e indossa la camicia che ho lasciato sul letto.
Solo quella.
Accanto ci sono le geisha balls, infilale. Metti sugli occhi il nastro di seta che ho lasciato sul cuscino, sdraiati…e  aspettami.”
Ed io obbedisco, mi preparo per te, per essere tua.
Faccio come desideri, prima nuda e poi con la tua camicia che mi sta larga.
Mi guardo allo specchio e accarezzo il corpo coperto dal tuo indumento, sfioro i seni e aggiusto il colletto, che allungato fin sotto al naso mi inebria l’olfatto.
E’ intriso ancora del tuo profumo.
Quanto ti desidero…
Più ti penso e più la voglia mi assale.
Gli occhi guardano verso il letto, proprio dove hai lasciato  il bigliettino.
Lì c’è un giocattolo per me, per noi.
La tua fantasia come ogni volta mi regala dei brividi.
Gattono sul materasso prima di stendermi, volgendomi sempre al riflesso dello specchio così da guardarmi.
Ho messo il tuo rossetto preferito, quello rosso acceso, che ti piace veder sbavare mentre con la lingua percorro ogni nervatura  della tua virilità.
Tiro la cordicella, sollevando quelle tre palline in acciaio con il dito a mò di uncino.
Le tengo su come un carillon, solo che al posto di indurmi sonnolenza risvegliavano istinti primordiali.
Le accarezzo quelle palle, sono fredde ma la mia lingua riesce a farne salire la temperatura; rido tra me pensando che nemmeno l’acciaio è immune al mio tocco.
Ne metto una in bocca, cercando di allontanare i denti e poi la sfilo via piano.
Umida al punto giusto, la lascio scorrere in mezzo al seno, tracciando una scia di bava luccicante.
Sta iniziando un temporale dentro me, i segni ci sono tutti.
Il respiro affannato, i movimenti lenti e scivolati, i capezzoli divenuti duri e turgidi…

Non riesco ad aspettare, le faccio scendere, le strofino tra le gambe, dove sono già bagnata di desiderio… chiudo gli occhi per godere di questa sensazione mentre penso quanto sei crudele nel volere che io le tenga dentro senza poter venire. Ma ancora una volta faccio come mi hai detto: una per volta spariscono dentro di me…Adesso le ho tutte dentro, solo la corda è rimasta al di fuori.

Mi sento piena, sazia ma so che è solo l’inizio di un tormento di cui vorrei godere ogni minuto. Mi sfioro, con la punta dell’indice premo il clitoride gonfio, con il pollice attraverso il lago che ho tra le gambe. Sento il desiderio di accelerare i movimenti, sento l’orgasmo prendere forma nel basso del mio ventre, mi fermo con uno sforzo di volontà immane… mi hai detto di non venire, e io voglio renderti felice: farmi trovare bagnata, sfinita, affamata di te.

Metto il nastro sugli occhi e mi sdraio.

Non riesco a quantificare quanto tempo passo in questa sorta di limbo e sussulto di sorpresa quando sento la porta richiudersi seguita dalla tua voce “Eccomi. Non togliere il nastro “. Mi devo essere perfino assopita leggermente visto che non ho sentito la chiave girare nella serratura. Sei entrato nella stanza, sento il tuo profumo agrumato e fresco, lo sento intensamente quindi non puoi essere lontano; anzi sei vicino, sento il tuo respiro accanto al viso, probabilmente sei chinato al lato del letto.

Le tue dita improvvisamente mi sfiorano la guancia cogliendomi di sorpresa, poi proseguono verso le labbra, le accarezzano lentamente e altrettanto lentamente scendono lungo il collo… mi fai venire i brividi… le tue labbra si posano sulle mie per un istante, quando percepisco il tuo alzarti in piedi.

“Ciao Reb”… La tua voce è poco più di un sussurro ma riesce ad essere calda e avvolgente come una coperta.

” Perché tutta questa messa in scena”? Faccio per alzarmi ma mi blocchi appoggiando una mano sulla spalla e facendomi nuovamente sdraiare.

“Ricordi il sogno che mi hai raccontato? Quello che ti aveva tanto colpito per quanto ti era sembrato reale? Ho pensato di renderlo vero Reb, di farti provare le stesse sensazioni che hai sognato”.

Mentre parli mi hai preso le mani, le hai unite e hai bloccato i polsi insieme, legandoli poi alla testiera del letto.

“Ma cosa fai? Sono bendata, legarmi non ti sembra esagerato? Era un sogno in fondo”… Sono quasi pentita di avertelo raccontato, un sogno molto particolare, vivido, ricco di dettagli che mi sono rimasti impressi fino al mattino; essere bendata e legata sono due dei dettagli che ti ho descritto, insieme a tutto il resto…

Sei di nuovo accanto al mio viso, sento il tuo respiro caldo sulla guancia. Mi accarezzi con dolcezza baciandomi vicino all’orecchio, ti scosti appena e in un bisbiglio mi chiedi “Ti fidi di me Reb”?

Mi sono sempre fidata di te, a volte come una vera incosciente, ma il fatto che tu me lo chieda esplicitamente mi fa intuire che le tue intenzioni siano di andare oltre, di spingerti fino a dove saremmo sempre voluti arrivare e sempre ce lo siamo negati.

Il mio “Ok” è un soffio, sospeso tra il desiderio di assecondare questa tua fantasia e il timore di concederti finalmente pieno potere sulla mia mente e sul mio corpo.

 

FANTASIE (1parte)ultima modifica: 2019-05-24T16:56:26+02:00da ErotikaReb