FANTASIE (conclusione)

Questo racconto segue e conclude FANTASIE (prima parte), da cercare a ritroso nel blog.

E’ una stesura a quattro mani con @leunamdniw che potete seguire su Instagram e che ringrazio di cuore per questa collaborazione.

Il tuo assenso appena sussurrato è come l’ultimo colpo di ariete della mia fantasia perversa che sfonda il portone delle mura fatte di timori.Ero titubante quando mi avevi raccontanto del tuo sogno, ma l’idea di soddisfarlo continuava a crescere in me e non mi dava tregua.E ora ho l’acquolina in bocca per la visione erotica: bendata, legata e appena illuminata dalla luce che penetra dalle ante socchiuse. La camicia larga sul tuo corpo sinuoso non riesce a nascondere le punte dei tuoi seni.

Appoggio l’indice sulle tue labbra carnose e lo risucchi, prima con timore per la cecità, poi con avido desiderio. La vista del mio dito che scompare tra le labbra colorate dal tuo rossetto rigonfia i miei pantaloni.

Prontamente l’altra mia mano slaccia e fa calare le braghe, poi i boxer liberando il mio organo smanioso di piacere.
Tolgo il dito e ti chiedo “mi vuoi?”
E tu fai un cenno di approvazione con il capo. Lo appoggio alle labbra, ma lo rialzo al primo contatto con la tua lingua e ti ripeto la domanda:”non ho sentito, mi vuoi?”
sbottono la camicia che indossi e stringo delicatamente il tuo seno sodo, chiudendo l’indice e il pollice attorno al capezzolo indurendolo. Mi rispondi di sì ansimando impaziente.
Lo riappoggio alle tue labbra che lo circondano avidamente e lo ritolgo dandoti un leggero buffetto sulla guancia con la punta. “non mi convinci, sei sicura?”
Immagino i tuoi occhi nascosti dalla benda che sgranano. Ti agiti e tiri il nastro che ti lega i polsi da una tempesta di desiderio rabbioso, come una tigre incatenata. Mi rispondi “si, ti voglio, ti prego!”  ti mordi il labbro e chiudi le cosce innervosite dal giocattolo che riempie il tuo ventre.
Il giocattolo! Quasi lo dimenticavo per la mia mente distratta dal contesto lussureggiante.
Adagio la mia virilità sulla tua bocca che finalmente lo sugge avidamente. Le labbra lo percorrono sbavando le venature di rossetto e il piercing sulla tua lingua amplifica il mio piacere.
Intanto appoggio il mio palmo sul tuo addome e fai fatica a trattenere un piccolo sussulto. Le geisha balls hanno fatto il loro effetto e noto la punta della camicia tra le gambe leggermente inumidita dai tuoi umori.
Insinuo la mia mano tra le tue cosce afferrando il cordino del giocattolo e tiro fino a fare sbucare la prima pallina dalle labbra madide. La blocco e la ricaccio al tuo interno con le dita. Dalla tua gola fuoriescono suoni di godimento strozzati dal mio membro. Ripeto il gioco più volte e il tuo frutto del piacere sgorga sempre più succo di libido.
Prorompente il tuo orgasmo esplode: la testa del letto scricchiola per il tiro della fascia che lega i tuoi polsi, la tua schiena si inarca imbizzarita, la tua bocca abbandona il mio sesso liberando un urlo di godimento. Mi fermo mentre il tuo corpo desiste alle ultime scosse di goduria che percuotono le tue membra.
Come nel tuo sogno ti slego dolcemente facendoti inginocchiare sul letto, ti bacio appassionatamente e nel frattempo riallaccio i tuoi polsi dietro la schiena. Ti giro attorno e ti spingo tenendoti per il laccio. Ora il tuo equilibrio è sotto il mio controllo. Mantenendoti in ginocchio spingo facendoti chinare in avanti. Ansimi e sbuffi senza avere la forza di reagire, sei completamente mia.
Estraggo lentamente le palline bagnate e cosparse della tua estasi che inonda le lenzuola sottostanti.
Abbracciandoti ti sposto sollevandoti, lanci un grido di sorpresa con una risatina. La tua bocca interrompe il sorriso e spalancandosi esprime tutto il tuo stupore per il mio sesso che ti ha appena riempito inaspettatamente. Ti penetro duramente e ripetutamente da dietro mentre la tua vulva mi inzuppa fino alle gonadi. Aumento il ritmo percuotendo le tue natiche col mio bacino e ad ogni colpo mollo qualche centimetro di nastro lasciandoti sospesa. Non smetto fino farti abbassare con la faccia schiacciata al materasso, giusto dove hai appena lasciato un lago delle tue voglie.
Al culmine dell’eccitazione ti slego e ti sfilo la benda senza mai fermare la mia cavalcata. Ti alzi sui gomiti stirando i polsi intorpiditi e di poco ruoti la testa per  guardarmi con la coda dell’occhio. Sorridi sensualmente e urli di godimento ad ogni mia vibrazione. Stringo i tuoi fianchi con i pollici piantati nelle fossette  e godo spruzzando il mio seme caldo in te. Allo stesso tempo sento il tuo sesso contrarsi attorno al mio e ancora vieni esplodendo di estasi.
Rilassati e stanchi crolliamo nel letto madido dei nostri umori. Mi guardi con sguardo appagato mentre ti sfili la camicia e mi chiedi: “nel mio sogno finiva che io era ancora bendata.”
E io ti rispondo “lo so Rebecca, ma sai che voglio guardarti negli occhi prima di godere”
Sorridi e mi sbeffeggi “va beh ma così non è uguale al mio sogno”.
Mi giro verso di te arpionandoti i polsi allargando le tue braccia e baciandoti di sorpresa. Un lungo bacio passionale.
Mi fermo ti guardo negli occhi e ti faccio una proposta: “rifacciamolo ancora finché il tuo sogno non sarà perfettamente reale”.
Sorridendomi volgi il tuo sguardo voglioso al giocattolo appena sopra la tua testa.

 

GHIACCIO

Sono in piedi, mi hai detto di chiudere gli occhi e aspettare.

Ho sentito qualcosa di freddo e liscio chiudermi gli occhi. E’ una delle mie sciarpe di seta, la riconosco dal profumo. La fai passare intorno agli occhi e la annodi bene sulla nuca facendo attenzione a non tirare i capelli perché sai quanto mi fa arrabbiare.

Resto immobile, non ti vedo ma ti percepisco, sento che non sei lontano da me. Quasi come a conferma mi abbracci da dietro scostando i capelli dal collo. Sento il tuo respiro caldo sulla pelle mentre fai scorrere un dito tra il collo e la spalla, poi un bacio leggero dietro l’orecchio, talmente vicino da sembrare soffiato dentro. Mi da un brivido leggero e tu mi stringi appena di più.

Dall’orecchio scendi piano lungo il collo fino alla clavicola, e mentre lo fai, sento le tue mani che iniziano a sbottonare la mia camicetta. Lentamente, tra un bacio, un respiro, un bottone la apri tutta e posi le mani sui miei seni. Fai scorrere le dita sul pizzo leggero, segui il contorno delle coppe e percorri le spalline fino ad arrivare sulle spalle, le abbassi e mi accarezzi con tocco leggero.

Mi sfili la camicia, un brivido mi corre lungo la schiena al contatto della seta sulla pelle. Segui la mia spina dorsale con la punta delle dita provocandomi un altro brivido, e mentre risali verso il collo ti fermi alla chiusura del reggiseno e lo slacci lasciandolo cadere.

Fai tutto con deliberata calma, senza parlare, e questo, unito al fatto di non poter vedere rende tutto più indefinito e dilatato nel tempo.

Scendi di nuovo. Slacci la lampo della gonna che scivola a terra. Resto solo con il perizoma di pizzo color lavanda, quello che dici sempre intonarsi perfettamente con la mia carnagione.

“Torno subito” mi sussurri all’orecchio. Sento che ti allontani e poco dopo sento di nuovo la tua presenza, stai facendo qualcosa, ma il leggero rumore che fai non è abbastanza perché io riesca a dargli una forma.

Sei tornato dietro di me. Tutto questo silenzio e l’attesa di qualcosa che non so mi logorano.

Poi un lampo bianco oltrepassa la benda, una fitta improvvisa che mi fa sussultare e retrocedere di un passo perdendo quasi l’equilibrio mentre mi appoggio al tuo petto. “Shhhhhh…” mi bisbigli nell’orecchio…

E’ ghiaccio quello che hai appoggiato sui capezzoli per alcuni secondi facendoli diventare irti e duri, ed è sempre ghiaccio quello con cui adesso fai disegni astratti sul mio seno lasciando che piccole gocce scivolino giù lungo la pancia. Li fai scivolare lungo le coppe, intorno ai capezzoli, sulle punte e poi scendi piano verso la pancia. La mia pelle reagisce passando dai brividi di freddo alla sensazione di bruciare. Aderisco ancora di più a te, appoggiando la testa sulla tua spalla.

Mi prendi le mani, le sollevi dietro il tuo collo come in un abbraccio. Fai scivolare le mani lungo i fianchi, arrivi al perizoma e lo sfili. Sono nuda contro di te, completamente in balia delle tue mani che stanno facendo divampare il mio desiderio. Accarezzi l’interno coscia, risali, sento le tue dita farsi strada ed entrare dentro di me… gemo, escono per rientrare lentamente. Sono un lago di desiderio. Spingo indietro il bacino in un chiaro messaggio che tu ignori.

Le togli. Le porti alle mie labbra e io con la finta innocenza che tanto ti fa eccitare ci gioco con la punta della lingua per poi trattenerle e succhiarle. Il tuo respiro ha cambiato intensità e anche il tuo desiderio si fa sempre più evidente. L’unico rumore della stanza sono i nostri sospiri.

Mi volti dolcemente e mi baci il naso, la bocca, il collo e poi inizi a scendere, ti soffermi su un capezzolo, lo inumidisci e lo succhi voglioso poi la tua discesa continua….l’essere privata della vista amplifica ogni sensazione che ricevo rendendo il mio desiderio di te quasi insopportabile. Affondo le mani nei tuoi capelli nel momento in cui sento il tocco della tua lingua tra le mie cosce, rapido e profondo.

Inarco la schiena in un gemito che non riesco a controllare e così facendo mi avvicini ancora di più alla tua bocca fino a farmi esplodere in un orgasmo che mi lascia tremante e sfinita, con i sensi stravolti dal desiderio poi appagato così intensamente.

Mi abbracci e mi sfili la sciarpa. Mi metti addosso la tua camicia con un gesto protettivo, la abbottoni baciandomi dolcemente, mentre in un sussurro a fil di labbra ti sento dire “Mi sei mancata”.

SPECCHIO

Resto lì, davanti allo specchio, cercando di ricordare l’ultima volta che hai fatto scorrere le tue dita sulla seta dei nastri.

Una vita fa.

Li hai slacciati ad uno ad uno, lentamente, in modo esasperante, mentre io volevo solo tu li strappassi tutti insieme per sentirti sulla pelle.

Adesso sono perfettamente annodati, eleganti, civettuoli, fintamente innocenti… ma le tue mani, il mio pensiero indecente, quelle non ci sono…

Sono qui…non sono lontano. Sono in quell’immagine riflessa nello specchio che ora ti cinge i fianchi mentre i nostri respiri danzano; mentre le mie mani contrariamente all’ultima volta dove hanno strappato tutto sciolgono i fiocchi ad uno ad uno seguendo il ritmo del tuo respiro e le mie labbra si posano leggere nell’apertura di ogni asola. 

Lentamente, fiocco dopo fiocco il bustino scivola giù.

Negli occhi ti leggo gli stessi pensieri di allora e come allora annuisco.

Lo specchio rimanda adesso le nostre figure indissolubilmente unite.