Madame du Barry: un’eroina d’altri tempi ?

Uomini attempati, di successo e con conti in banca a sette zeri accompagnate da modelle super sensuali con presenza scenica difficile da dimenticare.

Lo scambio dovrebbe essere alla pari: il riccone di turno, tinteggiato o rizollato – che veleggia tra la mezza e la terza età – si nutre della giovinezza perduta esibendo la donna-trofeo urbi et orbi; la ragazza accetta una esistenza da bella statuina in cambio di denaro, viaggi, vacanze, alberghi di classe e locali alla moda, ma patisce le forme vecchie e cascanti dell’amato.

E’ questo il cliché, decisamente ipocrita e provinciale, con cui falsi moralisti e sedicenti benpensanti archiviano le coppie con distanze anagrafiche, estetiche, culturali, sociali, familiari ed economiche siderali.

Chi scrive, e non può fare altrimenti, si chiede la ragione filosofica per cui si debba ostinatamente pensare e parlare male delle giovani amanti, mogli, concubine, eccetera degli uomini potenti.

Potremmo anche immaginare che dove c’è interesse non può esserci emotività, coinvolgimento ed amore.

Ma poniamoci anche un altro interrogativo: cosa rimane di una relazione tra la giovane donna ed un uomo ricco e di successo, o magari anche di potere quando per lui la notte s’avvicina ?

Questo è il momento decisivo: rimanere accanto all’uomo amato quando folle sedotte ed osannanti di un tempo, in rapida metamorfosi, si trasformano in orde vocianti e giustizialiste pronte a chiedere la testa del potente.

Quando la vita perde la sua cornice smagliante ed il legame non è scalfito dagli eventi, ad intuito, immaginiamo che quella relazione sia proprio vera sincera schivando l’idea di un tornaconto.

Magistralmente scrive A. MOMIGLIANO, Rivista studio, 2016 “…se volere bene significa concedersi senza rete di protezione, mettersi nelle mani dell’altro, rendersi vulnerabili al suo potere, allora poche storie parlano d’amore quanto quella della giovane amante di un uomo potente, pronta a cadere in disgrazia non appena per lui il baratro s’avvicina…”.

Numerose, nel corso della storia, sono state le donne che hanno condotto vite parallele, sino al crepuscolo, con uomini dominanti, poi caduti in disgrazia.

Senza voler dimenticare due donne con non furono tanto fatali, quanto vittime della fatalità come Eva Braun e Claretta Petacci, il carattere mite e sensibile dell’Autore, che rifugge da scenari cruenti, preferisce ricordare la bellissima cortigiana bionda dagli occhi azzurri Marie-Jeanne Becu, meglio conosciuta come Madame du Barry.

I più preparati in storia contemporanea rammentano che all’interno del palazzo di Versailles in Francia, dopo la morte di Madame de Pompadour, nell’aprile 1764, riuscì a sedurre il re Luigi XV, influenzando, e non poco, gli affari di Stato.

Il re intorno al 1770, si ammalò ed al contempo cominciò a manifestare punti deboli e a essere politicamente scoperto.

La contessa Du Barry da perdere aveva tutto, ma qualcuno racconta che quando il re Luigi durante una sua passeggiata mattutina cadde da cavallo, primo presagio del morbo, la contessa gli abbia sussurrato nell’orecchio: <Ho soltanto voi, per me voi siete il sole>

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