Dire

Per ogni cosa da voler dire ne sbuca fuori un’altra che ha il compito di trattenere le altre. Si pensa che seguire l’istinto possa essere la scelta e, di solito  è quella giusta, ma bisogna essere addestrati a riconoscerlo. Ci sono volte che ci sente di far parte di una sorta di schiera di persone che della logica ne fanno il loro porta bandiera, e che non riconoscersi nella totalità delle sensazioni derivanti dalle giornate belle conduce a essere condannati alla razionalità.

Per le cose capaci di avvolgerci, come ad esempio un abbraccio, dovremmo perseguire una tale pratica che regala meravigliose sensazioni, tutte atte ad appagare i sensi e la mente. Alcuni sono memorabili per quanto mi riguarda, soprattutto quelli inaspettati che provocavano una altissima emozione unica, lontanissima da quella tipica smania della noia, poiché un abbraccio implica la virtù della leggerezza della gioia.

Un abbraccio diventa una scossa che allarma l’emozione e non corrode, ma è una compagnia salutare, da non poterne fare a meno.

A me manca.

Share on Twitter

Quella volta che

Qualunque sia la motivazione che spinge a scrivere non sarà mai del tutto libera e assoluta, dato che si lascia  esclusa  la parte intima  il più delle volte. E si fa volutamente, sebbene spinti da qualcosa di indefinibile, ma che tuttavia diventa un modo di preservare noi dal resto del mondo.
Siamo sempre un pò critici su noi stessi, sui giudizi che ci riguardano e, tentiamo di passarci attraverso magari evitandoli per non sentirci oggetto di interesse non richiesto. Di solito le persone vedono ciò che non riescono a vedere ed esaltano il peggio, anche se non c’è o è poco e, si appropriano entrando con circospezione, a volte a gamba tesa nelle vite di coloro, che in realtà, nemmeno conoscono per dire la loro,  a prescindere.
Tuttavia, poco importa di qualunque idea ci si possa fare di chiunque, fatto è che ci provo a svestirmi un pò interiormente, ovviamente, senza una linea precisa, ma scorrazzando di qui e di li.

Dopo la fine che sopraggiunse riguardo a tutto quanto fosse stata la mia vita, mi resi irreperibile alla vita stessa. Non avevo molte persone intorno, ma quelle poche, sebbene con fatica, lasciarono che io potessi fare ed esprimere il dolore, che sembrava indefinito e, straziante e persino inutile, dato che giunse il momento nel quale sentivo il vuoto simile alla morte. Se non avverti le sensazioni è segno che sei morta, continuavo a ripetermi e, non è che mi dispiaceva poi tanto, tutt’altro, sarebbe potuto essere il giusto ritrovo per il mio ristoro interiore  e, tornarmi utile.

Dormire era il mio modo di sopravvivere. Presi l’aspettativa dal lavoro e, trascorrevo il tempo dormendo più che potevo. Giorno dopo giorno assaporavo quel vuoto interiore che sembrava alimentarmi letteralmente. Svegliarmi, poi fare la doccia, indossare la vestaglia, nutrirmi e, neanche bene e, accendere la tv senza guardare ciò che trasmettevano e, poi tornare a dormire ancora.
Durò qualche tempo sempre uguale.

Un giorno, dopo che ne erano trascorsi tanti smisi di dormire e, non fu per mia scelta, ma stranamente sentivo di essere sazia di sonno e, così qualcosa cambiò. Non di molto, a dirla tutta, ma situazioni del genere comportano modifiche seppur piccole, che rendono le cose diverse per chi le vive sempre nella stessa maniera per tanto tempo. E così divenne meno ossessivo tutto quanto, anche se, non saprei spiegare come.

Qualcuno chiese al mio medico di famiglia di vedermi, parlarmi, ma era una scusa dato che volevano assicurarsi della situazione personale che vivevo. Temevano il peggio ovviamente e, così un giorno squillò il telefono. Dissi  quasi subito al medico che stavo bene e, che non mi serviva nulla, e ringraziandolo per l’interessamento. Da parte sua ricevetti comprensione riguardo al mio stato d’animo e, disse che avrei potuto scrivere le mie giornate e gli stati d’animo che provavo, nel modo in cui li sentivo e vivevo.

Non sarebbe stato complicato, a suo dire. Dare vita ai pensieri, seppur scritti li avrebbe resi vivi nel bene e nel male, e guardarli nella loro interezza sarebbe stato un modo per affrontarli, anche soltanto guardandoli male.  Li per li la cosa mi sembrò uguale alle altre che mi proponevano, con le loro buone intenzioni di portarmi un qualche beneficio, ma lasciai correre. Poi un pomeriggio accesi il portatile, lessi la posta oramai vecchia da tempo, risposi e dopo casualmente vidi la pubblicità della home page dei blog che transitava.

L’idea nacque subito. Creai un blog e iniziai a scrivere piccole frasi. Capii dopo aver visto la curiosità suscitata che erano lette. Man mano quelle frasi diventarono sempre più numerose sino a definire e descrivere cose che, probabilmente  sarebbero rimaste nascoste al buio dentro di me. Le persone interagivano e, mi piaceva avere a che fare con le loro parole gentili e comprensive. Un giorno scrissi un post diverso dal solito, nel quale descrissi cose dure e difficili vissute, insieme a quello che sentivo compresa la rabbia, e il mio dissentire da quella cosa accaduta e,  non voluta.

Non avevo idea di quanta considerazione potessi ricevere e, soprattutto le esperienze raccontate ricevute da chi si immedesimava nella mia condizione, che iniziava a cambiare diventavano numerose. Affrontare le cose, sebbene raccontandole mi aiutava non poco e, di conseguenza io aiutavo gli altri e, tra i tanti uno di loro era particolarmente triste, ma pronto a dire parole sempre incoraggianti, nonostante tutto.

Diventammo amici di penna. E scoprii un uomo non più giovanissimo e solo, lontano dagli affetti e distante dalla sua città, che ricordava in ogni occasione e, che sperava di tornarci, magari in mia compagnia appena fossi stata in grado di avere un umore migliore capace di farmi apprezzare le bellezze di quel luogo, che lui sapeva descrivere così bene da farmi essere tanto partecipe da poterla vivere attraverso le sue parole.

Attraverso il tempo che passava parlavamo al telefono spesso. Ascoltavo le sue vicissitudini e, le sue giornate e, quelle volte che lo facevano  sentire  meno solo. Ero contenta di poter dare un qualcosa, come il mio tempo a qualcuno simile a me, nella medesima condizione. D’altro canto lui mi considerava oramai un’amica e, questo mi faceva sentire ancora un pò viva.

 

 

Share on Twitter

Cose così

E’ strano avvertire una tenerezza improvvisa che cresce e si solleva, e si muove come un onda intrappolata nel suo stesso spazio, che arriva a strattonare le emozioni.
In mezzo ci sono molteplici avvenimenti tutti vissuti a pieno tra le pieghe del cuore carico di colpi, che hanno modulato il suo battito.
Il pensiero colmo durante giornate caratterizzate da quella presenza costante, e mai assente hanno reso così vivido il vissuto, e lo hanno arricchito e costellato di sensazioni piene ed esplosive in concomitanza ai battiti del cuore relativo a quello  che era stato, ma che era già.
Anni completati da una costante incursione che mostrava ogni suo segno con infinite sensazioni belle belle, sembrava facesse capolino come un improvviso raggio di sole durante una grigia giornata.
Non so se cose come queste possano davvero finire, e se succede credo siano soltanto un’idea che nasce dalle circostanze che conducono a dare scompiglio a tutto, e a  demolire quella magia creata anche solo con un sorriso e poi apparentemente finita.
Poi qualcosa si spezza e qualcuno si sente ferito e senza dire nulla le cose piano piano si sgretolano.
Succede pure che se ne parli, ma sempre con i guanti per evitare di dire cose che irrigidiscono mettendo a rischio la chiarificazione, e andare avanti ancora, ma con la consapevolezza interiore e nascosta che nulla è come prima e forse mai lo sarà.
Si va avanti prendendo per buono che così va anche bene, perché il bene profondo quello c’è sempre, ma non è abbastanza.
E non dirlo provoca illusioni, che trovo fasulle se venissero  denudate.

Share on Twitter

Emozioni mute

Pensieri densi mi cagionano un sussulto

capaci di travolgermi l’anima.

Un movimento improvviso carico di emozioni

somiglia  alle  luci abbaglianti

in grado di rivoltare la mia pace.

Le notti senza luna mi fanno compagnia

e nell’assenza di parole e di appelli mal riusciti

prevalgono le silenziose illusioni

che franano immancabilmente.

Vorrei far tacere il mio cuore

che trasuda di strazianti note

e faccio appello al giudizio

che dimora nel raziocinio.

Lacrime versate nel silenzio

tra il segreto racchiuso nella notte

tra le dispersioni di abbracci falliti

vorrei narrare a Dio la mia inquietudine

tra le segrete buie di un dolore

che non si racconta.

Il gelo contemplato

in momenti ambigui e seducenti

simili a coltelli

che lambiscono i polsi senza mai toccarli

e la delusione si proietta

come frammenti impazziti muti

che si sottraggono alla salvezza.

Share on Twitter

Per non dimenticare

Un soffio vitale fatto di cemento

tra i singulti silenziosi nelle tarde serate  cupe

esprimono  disperazione e privazione

nella conclusione di giornate ostili

dove i corpi sfiancati e ossuti

si consegnano ai letti da campo sguarniti.

Negli sguardi feriti privi di luce

dove  il tagliente   dileggio colpisce e infierisce

insieme alle ombre di parole urlanti

ammutolisce la volontà e blocca le voci mute.

Mani tremule

coprono i volti impressi

di un dolore senza fine.

Odo un suono angosciato che accarezza

pagine meste scritte nel fango di miserie

di quel tempo

per non dimenticare

per ricordare

per rimandare alla memoria

le disumane  coercizioni.

Share on Twitter

Passione e follia

La bellezza indecifrabile  della luna

ricopre  di una magica follia

un momento interprete di libertà

dove brividi perfetti coprono la  pelle.

La  barba incolta segnala il suo viso stanco,

la sigaretta trattenuta al lato delle labbra,

e il fumo si eleva in alto

per poi dirigersi nella direzione del vento.

Appare  spossato.

Aspira una boccata

alla maniera di volere   ingoiare

il dolore  fedele.

Gode  e soffre del singolare privilegio

della sua diversità.

Gradevole è il suo sorriso

espresso nella pazienza delle sue labbra,

mentre una lacrima sfuggita

dai suoi occhi lo rendono attraente.

Le mani inquiete

si aggrappano l’una nell’altra,

e si stringono nervosamente.

Mani protese in una delicata carezza

diventa prosa  ispiratrice di deboli deliri,

e le sue parole incantevoli

formano la dimora della sua verità.

Fiero e indomabile da inalterabili conflitti,

e colpevole delle sue follie

va oltre l’indifferenza altrui,

e si incammina oltre le sue paure,

e usa la sua perseveranza

per rifugiarsi nella scrittura e nelle sue parole

colme di passione della sua  verità.

Share on Twitter

E’ solo questione di vita

Credo che ammettere le proprie colpe risulti  ragionevole più che sensato.
A volte i giudizi rendono le cose diverse da come in realtà sono, o forse,  da come le vediamo.
Riflettere sulle considerazioni conduce ad una direzione,  ed io quella direzione voglio percorrerla.
Adesso voglio tornare alla  semplicità delle cose, ed immergermi quel tanto che  basta in esse,  per potermi sentire serena.
La vita comporta delle responsabilità ed essere sempre attenti,  e sempre presenti alla lunga stanca.
E’ solo questione di forza e di volontà, ma se ti mancano,  in alcuni casi,  gli eventi ti conducono alla deriva. Succede agli amori che finiscono, a quelli che si sciupano,  e che maldestramente si lasciano vivere senza pretese.
E allora tutto diventa inutile,  e ti senti svuotare il cuore,  e pensi che quello che hai dato è stato inutile.
I rimpianti non sono ammessi, le lacrime idem, serve soltanto la forza per andare avanti, e andare oltre quei momenti  privi  di ogni cosa.

Mi  rendo conto che vivere questa vita può sembrare facile, ma saperla vivere che è difficile.

Share on Twitter

Sorrisi e profumi

Labbra carnose si schiudono come petali
e mani distese sulle ginocchia
si muovono con lentezza incessante.
Tamburellano le dita nell’attesa di parole mute
espresse da uno sguardo intenso
e impaziente
che somiglia ad una poesia inspiegabilmente
speciale di diversità.
Sostenere la magia imbarazzante
che regna attraverso l’emozione
di labbra unite
che adagio si dirigono lungo la pelle
in momenti di desueto incanto.
Si avvertono profumi
e sensazioni nobili
tra sorprese assaporate da sorrisi insoliti
di donna che concede ad un uomo
quando l’orizzonte si tinge di rosso
con la sensazione generosa di costante meraviglia
fra il cielo degli angeli ed il mare degli uomini
in un complesso di voci di silenzio puro
diventa concerto dell’anima.

Share on Twitter

Felicità Anelata

Parlare senza mai capirsi per raggiungere chissà quale meta, e quale obiettivo  diventa sempre più difficile, se non addirittura impossibile.
Guardo oltre la finestra mentre le mie dita scorrono lungo la tastiera e vorrei descrivere  di quello che ho dentro.
Liberarmi dai pensieri opprimenti che gravano la mia mente, e potermi sentire leggera lontana dai pesi che la mia vita mi impegna  a sostenere.
Non ho il coraggio di cambiare le cose, non ho il fegato per modificare le cose, perché sono diventata  vigliacca ed incapace persino di reagire.
A volte mi sento come se avessi vissuto per millenni in questa vita ed aver vissuto tante vite sempre diverse tra loro, ma con un comune denominatore  collettivo.
Ho bisogno di respirare perché mi sento soffocare da questa vita, avverto l’affanno che comprime il respiro e vorrei urlare contro il mondo la  rabbia che mi pervade.
Non ricordo cosa sia la felicità, ma nonostante mi senta quasi morire dentro avverto la necessità di riprovare ancora una volta la sensazione della felicità.
Ma  la felicità non si manifesta a comando, purtroppo.
Non so  descriverla,  non trovo le parole che ne possano garantire la veridicità e le fattezze.
Le sensazioni spesso sono inesplicabili e volerle riferire comporta una buona dose di impegno narrativo, ed io non so narrare,  e tanto meno sono una scrittrice, pertanto  dovrò soltanto nominarla questa parola che appare spesso così ridondate ed espressiva.
Felicità.
Forse un giorno la sentirò nel cuore e mi porterà la luce che adesso è spenta, e mi ridarà il coraggio e la voglia di andare oltre il muro invalicabile dei miei pensieri opprimenti.

Share on Twitter

Le sue parole

Le sue parole somigliano ad una armonia  fatta di note musicali  stese su uno spartito,  e rese vive dagli  strumenti che animano quei segni.
Trasformano in  carezzevoli melodiose armonie le carezze che giungono sino al mio viso, lui è lontano e parla mediante la sua musica fatte di parole.

Lo fa per dirmi  del suo amore, di quello che nutre per me, e di tutto quello che racchiude il suo cuore.
Le sue parole rendono tutto così impalpabile,  simile a quanto trasmette l’aria di un sogno.
Tuttavia le giornate incalzano senza tregua e le parole sempre presenti a farmi compagnia spesso diventano come gocce diafane che si poggiano lungo i miei occhi per poi rigarmi  le guance.
Sono gocce dal sapore acre che risultano incomprensibili a chi è intento a guardarmi.
Avverto  quegli sguardi  e  la mia  mano si dirige sul viso per asciugarlo dalla scia di  lacrime appena versate.
Il mio cuore è pieno di una soffocata sofferenza tenuta a lungo dentro.
Il cuore  volenteroso e  capace  regala l’amore che contiene.
Vivo  la mia vita oltraggiando la mia  anima, tenendo prigioniero l’amore.
Con tanta spontaneità,  senza mai chiedere nulla e senza mai pretendere.
Il tempo ha trasformato le cose della vita che mi sono piovute addosso e che non sono scivolate via, ma  mi sono rimaste attaccate dentro.
Il mio  cuore è stato trafitto più volte e la mia anima è diventata  rugosa, ma tra le pieghe si sono  conservati i miei più puri sentimenti,  quelli che manifesto apertamente senza mai chiedere la contropartita.
Spontanea  nel dare, nonostante non conosca più la felicità.

Share on Twitter