GITA A FRATTA POLESINE 12 maggio 2019

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Gita a FRATTA POLESINE 1

Desideriamo conoscere coinvolgendo quanti sono interessati, i piccoli tesori delle città limitrofe a Padova.
Dopo Cittadella e Montagnana,
il 12 maggio è la volta di Fratta Polesine Il cui centro è costellato da antiche dimore aristocratiche che risaltano in contrapposizione con il piatto paesaggio agrario circostante.
Visiteremo: Villa Badoer, l’unica villa palladiana nel Polesine e unico sito Unesco della provincia di Rovigo, realizzata da Andrea Palladio nel 1556;
Il museo archeologico ” Il Manegium” attiguo a Villa Badoer, ben allestito con riferimenti e pannelli esplicativi e materiale in gran parte proveniente dalle necropoli ritrovate nelle zone limitrofe con urne cinerarie e oggetti di vita quotidiana anche molto particolari;
la Casa di Matteotti, elevata a Monumento nazionale e
riconosciuta come Museo di rilevante interesse regionale;

ABM Bellunesi a Padova organizza e invita a partecipare previa prenotazione obbligatoria entro giovedì  maggio p.v.
inviando i propri dati a.
cell: 338 1219330; e-mail: abmpadova@gmail.com o
ivanofoch@gmail.com
Quota di partecipazione euro 35.00
comprensiva di biglietti, ingresso, visita guidata e pranzo.
Programma
ore 8.45 Ritrovo in Prato della Valle davanti al Foro Boario
9.00 Partenza puntuale con mezzi propri.
10.15 Visita a “Il Manegium” museo di Vita ed Arti del Polesine.
12.30 Visita a villa Badoer con guida (1556-1568)
13.30 Pranzo nel ristorante “Palladio”
via G. Tasso 25 Fratta Polesine
15.30 Visita Casa di Giacomo Matteotti.
16.30 circa Rientro a Padova

www.facebook.com/bellunesiapadova.abm.7

SULLE MURA DI CITTADELLA Padova

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Gianluigi Peretti   CENNI SULLE MURA DI CITTADELLA,
Gruppo Famiglia Bellunese di Padova

Le mura di Cittadella sono state costruite dal 1200-22 dal libero Comune guelfo di Padova come antemurale al Comune di Vicenza (con Bassano), e soprattutto di Treviso, che aveva marcato il confine con la città murata di Castelfranco. Allora il pericolo più grande proveniva dalla dinastia degli Ezzelini, che dal feudo di Onara si erano trasferiti come dimora a Romano, presso Bassano. Il nome di Cittadella equivale a piazzaforte militare e ha dato il nome a una illustre famiglia padovana (poi Cittadella-Vigodarzere).

L’architetto pare fosse un certo Benvenuto da Carturo, poi da Cittadella. Anche nei confronti di Montagnana, a sud del territorio padovano, e ad altre città murate, quelle di Cittadella costituiscono un unicum: la pianta muraria è grandiosa, è un’ellisse irregolare con un perimetro di 1410 metri, irrobustita da 32 torri merlate di tre diverse strutture (una è abbattuta), protetta all’esterno da un fossato d’acqua sorgiva largo una quarantina di metri.
I gironi del terrapieno sono alti 12 metri e perfettamente conservati (restaurati in parte dai Carraresi, sono muniti da camminamenti di ronda sostenuti da beccatelli in laterizio e pietra, decorati all’esterno e all’interno da archetti pensili.

Ci sono feritoie e fori per le travature, filari di laterizi sovrapposti, alternati da file di ciottoli del Brenta e pezzi di antiche murature. Nel sottosuolo (3-4 m.) si intrecciano una serie di cunicoli intercomunicanti di 2 metri d’altezza, con predisposizioni per saracinesche di uso militare, che portano fuori dal castello passando sotto il fossato con complicati sistemi d’ingegneria e sono camminamenti sotterranei di sicurezza militare. La loro perlustrazione tentata più volte è stata interrotta nel secondo dopoguerra per non mettere a rischio le fondamenta delle case cittadine.

Le porte sono 4, ai quattro punti cardinali, sono profonde, intrecciate come labirinti e legate fra loro da festoni e merli (trevigiana, vicentina, bassanese e padovana). Addossata alla padovana c’è la famosa Torre di Malta, citata da Dante come orrenda prigione per nobili nemici di Ezzelino. Le porte hanno una torretta con campanella e stemma carrarese, con tre ordini di archi, solide imposte lignee e saracinesche di ferro che proteggevano una scala per la salita ai camminamenti superiori e funzionavano per la raccolta delle truppe della guarnigione.

Le più importanti sono le porte bassanesi, a 5 arcate, un tempo chiuse con poderosi portali, con fosso interno, ponte levatoio e sovrastate da un torrione di 35 m.: erano parte integrante di un vero castello, caposaldo della cittadella, con gioco di ambulacri, passaggi, gradinate esterne e interne: un vero e proprio ultimo rifugio del presidio militare.
L’intera piazzaforte era una sentinella inaccessibile per i padovani e una volta con lo stesso Federico II di Svevia. Solo l’imperatore Massimiliano riuscì a sbrecciare le mura con le sue artiglierie (tra le vicentine e le bassanesi) nel 1514 (guerra di Cambrai). Di Cittadella allora si parlò in tutte le corti europee. Ne parlarono scrittori e poeti italiani e stranieri: appare come un ermetico codice di pietra fondato all’incrocio tra l’antica via Postumia e la direttrice verso la Valsugana.

La parte interna della terra di scavo risulta rialzata all’interno rispetto all’esterno, presa dallo stesso del canale, a protezione delle fondamenta delle mura. Migliaia di metri cubi di bianchi ciottoli del Brenta furono necessari per alternarli agli strati di mattoni rossi; lo spessore delle mura alla base appare di oltre due metri, con 32 cortine, di oltre 40 metri d’altezza tutt’intorno. Al camminamento di ronda, merlato alla guelfa, vennero aggiunti altri 5 impalcati di quasi 20 metri sugli spalti per raggiungere la cima dei 4 torrioni, delle 12 torri e dei 16 torresini, quadrangolari, che scandiscono il magnifico perimetro di quasi un chilometro e mezzo. Alle porte verso Padova e Bassano si trovano due mastii veri e propri, mentre le altre due, chiuse come i mastii, sono più piccole e affiancate da semplici baracani (o rivellini), un tempo con ponti levatoi; i torrioni, oltre a impedire il passaggio delle porte al nemico, erano predisposti chiaramente per la resistenza, e i camminamenti di ronda furono merlati pure verso l’interno, isolati dalle cortine convergenti anche con delle interruzioni, ancora visibili.

grazie al nostro socio Gianluigi Peretti di questa erudita, preziosa e chiara presentazione.

 

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA A PADOVA

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 Alcuni poeti, soci della “Famiglia bellunese di Padova” e simpatizzanti,
partecipano all’evento organizzato da Alessandro Cabianca.
Oliviero De Zordo socio, musicista cadorino, eseguirà, in sintonia con la manifestazione,
alcuni brani dalla nuova edizione del suo CD “IL VIAGGIO”

Locandina: Giornata mondiale della poesia a Padova con interventi musicali dal "VIAGGIO" di Oliviero De Zordo
Locandina: Giornata mondiale della poesia a Padova 24 marzo 2018