TURNO DI GUARDIA

Xan era nervoso.
La leggera variazione di assetto del modulo di attracco alla Stazione di Controllo, anche se perfettamente compensata dagli inibitori di inerzia, venne ugualmente rilevata dal suo sensibilissimo sistema percettivo, e gli provocò un leggero capogiro.
Ma forse era solo tensione nervosa: era stato selezionato per quel delicato compito su centinaia di candidati e non intendeva fallire proprio all’ultimo passaggio, il colloquio diretto con il Responsabile della Stazione, che egli avrebbe dovuto sostituire per i tre cicli stellari successivi.

Il sistema automatizzato del modulo gli comunicò di aver completato la manovra di attracco e di prepararsi ad essere trasferito sull’unità di trasporto interno: Xan formulò il pensiero standard di consenso ed il computer molecolare agì istantaneamente.

Xan era sempre più nervoso: adesso era finalmente al cospetto del Responsabile, che lo scrutava con occhi acquosi, trasmettendogli a livello subliminale il proprio dispetto e disappunto.
“Ho avuto modo di esaminare la sua Scheda, Unità Xan, e non le nascondo che la trovo del tutto inadeguata!” – il pensiero del Responsabile si fece largo di colpo tra i suoi pensieri con un livello energetico superiore e inaspettato, che lo colpì come una martellata.

“Ho una formazione neuronale di categoria 5A ed ho trascorso l’ultimo eone a…”, ma lo scorrere del pensiero di Xan venne bloccato da un impulso inibitore di eccezionale potenza del Responsabile: Xan ne riconobbe immediatamente la matrice basilare del Principio Organizzatore, e si sentì inferiore di molti livelli evolutivi rispetto al suo esaminatore.
“Unità Xan, cercherò di formulare astrazioni di natura elementare al fine di evitare incomprensioni derivanti dal suo basso livello inferenziale” – il livello alfa del pensiero del Responsabile si era fatto molto più basso, adeguandosi alla struttura neuronale attiva di Xan, e questo adattamento, gentile concessione del suo esaminatore, lo mise a suo agio, facendolo calmare un po’.
“Questa è basicamente una struttura scientifica con compiti di controllo e di orientamento” – continuò il Responsabile – “mentre l’Organizzazione sembra indirizzarsi sempre più spesso verso la selezione di nuovi controllori con una preparazione militare, a mio avviso insufficiente per gestire le numerosi situazioni di crisi che possono manifestarsi nell’ecosistema”.

Xan abbozzò una timida autodifesa: “L’imprintig di base della mia formazione per il compito di Controllore Responsabile consiste nel preservare l’integrità dell’ecosistema da interferenze esterne, che ne potrebbero alterare la matrice evolutiva” – aveva formulato con la massima rapidità possibile la prima parte del suo pensiero di risposta, sicuro di ricevere pressoché immediatamente l’impulso bloccante del Responsabile, che però lo lasciò continuare, “…pertanto nel mio agire sembrano configurarsi solamente azioni di natura intimidatoria verso gli eventuali agenti esterni, e mai rivolte in alcun caso all’ecosistema, che potrei a mia volta alterare al pari di una qualsiasi entità dissidente”.

“Giusta osservazione, Unità Xan” – il complimento del Responsabile arrivò con qualche intervallo di ritardo, con un livello alfa ancora più basso e Xan si sentì fiero di se stesso – “ciò nonostante” – continuò il Responsabile riattivando il livello di attenzione di Xan sul suo pensiero con un artificio mentale che a Xan era precluso, “…se un’entità dissidente dovesse penetrare la linea di difesa e raggiungere l’ecosistema, c’è una serie di procedure da seguire per arginare l’interferenza, da applicarsi con precisione e che Lei dovrà apprendere prima di iniziare il suo Turno di Guardia”.

Xan formulò il pensiero di consenso, seguito da un impulso di umiltà e sottomissione al Responsabile.

Xan odiava la procedura di programmazione neurale e cercò di consolarsi con il pensiero che per almeno 3 cicli stellari non avrebbe più dovuto sottoporsi ad essa.
Il computer molecolare della Stazione chiese il consenso a procedere, e Xan lo diede, dominando un sotto-pensiero di riluttanza.

Le nozioni tracimarono nella sua mente con un livello energetico talmente elevato che solo un’entità biologica artificiale come il computer molecolare di bordo poteva generare.

Dati, immagini e concetti danzavano come impazziti in ogni meandro della sua mente superiore.

L’ecosistema, predisposto con un’operazione di galacto-genesi in una regione disabitata e lontana dai quadranti più densamente popolati, racchiudeva un’intera galassia in un cubo virtuale di 100.000 anni luce di lato. La galassia artificiale era composta da 400 miliardi di stelle, che orbitavano a spirale intorno ad una coppia di buchi neri controllati da uno stabilizzatore quantico di eccezionale potenza.
Il programma di terra-formazione era stato applicato con regolarità ad ogni rivoluzione completa della galassia artificiale, creando condizioni favorevoli alla vita organica in 12.000 sistemi stellari; recentissimamente era iniziato il processo di irradiazione neuronale, capace di attivare funzioni cognitive superiori negli esseri multi cellulari più evoluti; l’ultimo pianeta trattato, e quindi bisognoso di accurati e costanti controlli di livello, si trovava in posizione mediana in uno dei bracci più esterni della costellazione a spirale.
Il pianeta prescelto, in orbita intorno ad una stella nana di classe spettrale G2, quinto per dimensioni rispetto agli altri pianeti del sistema e collocato in terza posizione orbitale, aveva la forma di un geoide, con diametro all’equatore di 12.756 km; il 71% della sua superficie risultava occupato da acqua allo stato liquido, con atmosfera gassosa composta per il 78% da azoto, il 21% ossigeno, più altri gas in percentuale trascurabile; popolazione neuro-trattata: 250 milioni di individui. Livello tecnologico raggiunto: 0,2 (società contadina).
L’ecosistema rappresentava un “agar” di coltura biologica per colonie di individui organizzati in strutture sociali, al fine di studiarne le modalità di sviluppo in un ambiente sterile, privo cioè delle sollecitazioni mentali provenienti da entità più avanzate.
Le Stazioni di Controllo, disposte al centro di ogni faccia e sui vertici di quell’immaginario cuboide attorno all’ecosistema, erano in tutto 14: a ognuna di esse spettava in egual misura il compito di sorveglianza sui confini dell’ecosistema da intrusioni esterne, oltre al monitoraggio di una serie di civiltà tecnologiche impiantate in coltura. Ogni Stazione era presieduta da un Responsabile, il cui turno durava per 3 cicli stellari (corrispondenti a 3 rotazioni della galassia attorno al proprio asse); il Responsabile si avvaleva della collaborazione di una serie di computer molecolari ed entità sintetiche, con livello Sigma 6 di Intelligenza Artificiale.

Xan provò un impulso di pena, per quegli individui abbandonati a se stessi. Quell’iniziale stato d’animo, al termine del processo di programmazione neurale si era trasformato in un inquietante senso di frustrazione, contro l’ingiustizia che le razze maggioritarie perpetravano contro quegli esseri inermi. Il computer rilevò quella serie di impulsi negativi e la segnalò al Responsabile.
“E’ normale provare pena per esseri indifesi” – il Responsabile stava mitigando con un suo intervento diretto la depressione mentale di Xan – “oltre ad un senso di ingiustizia nei loro confronti derivante dalla nostra superiorità, che appare male applicata, non essendo al loro servizio per farli evolvere meglio e più in fretta; ma è proprio questo aspetto che intendiamo studiare, e cioè misurare la loro capacità evolutiva autonoma ed innata, senza spinte mentali dall’esterno.”

Xan cercò di reprimere definitivamente sotto la soglia di percezione del computer molecolare quei pensieri che potevano essere definiti “dissidenti”. In seguito, meditando sugli esseri che popolavano il terzo pianeta di quel lontano sistema solare ai margini dell’ecosistema, esseri che ormai conosceva in ogni dettaglio per merito dell’ultimo imprinting mentale, pensò che se essi avessero voluto applicare ai loro stessi simili i parametri di ricerca dell’Organizzazione, avrebbero abbandonato dei bambini in una foresta, solo per studiarne il comportamento in assenza di una guida e una protezione genitoriale. Era semplicemente inaccettabile, ma Xan non poteva ribadirlo al Responsabile e, nonostante tutto, accettò a sua volta di essere nominato Responsabile della Stazione di Controllo n. 11.

L’avvicendamento con il precedente Responsabile si svolse con rapidità ed efficienza, senza lasciare scoperta l’attività di sorveglianza per un solo istante: le società in coltura si evolvevano con eccezionale rapidità e i doveri del Responsabile legati soprattutto al controllo dei livelli ottimali e la rilevazione dei punti critici nella precessione storica, non conosceva sosta.

Superata l’iniziale fase di smarrimento, Xan si gettò a capofitto nel suo importante incarico: studiò con avidità tutti i rapporti del suo predecessore, cercando di rintuzzare in fondo all’anima quel sentimento di pena e di ingiustizia verso gli esseri in coltura, che, di quando in quando, si riaffacciava alla sua mente. Scoprì che nell’ultimo ciclo stellare appena conclusosi, molti erano stati i tentativi di infiltrazione nell’ecosistema di alcune civiltà esterne, quasi tutti intercettati e controllati dal suo predecessore. In alcuni sporadici episodi, peraltro minuziosamente documentati, alcune Entità Evolute, non facenti parte dell’Organizzazione stessa, erano riuscite sorprendentemente ad eludere la sorveglianza e ad arrivare in contatto con gli esseri in coltura sui sistemi protetti dalla Stazione da lui adesso presieduta. Il suo predecessore era però riuscito a “sterilizzare”: aveva innanzitutto eliminato le entità penetrare, quando ne aveva l’autorità, o le aveva estromesse dall’ecosistema, procedendo quindi a mirate e chirurgiche irradiazioni neuronali su i pochi individui della colonia entrati in contatto mentale con le entità superiori, al fine di modificare i loro processi mentali per riportarli su percorsi compatibili con i parametri dell’evoluzione libera previsti dall’Organizzazione. Apprese che la tecnica utilizzata per la sterilizzazione si basava, in questi casi, sul fornire alle menti di quegli esseri primitivi un supporto cognitivo all’influsso esterno a cui erano stati loro malgrado sottoposti, capace di trasformare la spinta evolutiva impressa nei loro cervelli in nuovi percorsi neuronali, che li portassero a concettualizzare entità astratte e divine, in genere benigne, ma statiche e stabilizzanti, frenando, in modo controllato, i pensieri di nuova matrice, e rientrando di fatto nel medio periodo nei parametri accettati dell’esperimento.

Xan passava molto tempo a controllare i parametri di livello evolutivo, così come prevedevano le sue consegne, passando di civiltà in civiltà.
Era particolarmente interessato all’ultimo pianeta trattato, che aveva sviluppato una forma di vita intelligente basata su una specie di scimmie mammifere. Si trattava di un percorso evolutivo inconsueto: quasi tutte le altre civiltà in coltura si basavano sull’evoluzione di rettili o, ancor più comune, di forme di insetti.
Nonostante fossero stati appena irradiati (secondo i parametri di percezione dello scorrere del tempo da parte di Xan), quegli esseri avevano raggiunto rapidissimamente l’Età del Ferro e, attraverso sanguinose battaglie per il predominio sulle poche terre emerse di quel loro lontano pianeta, si stavano evolvendo con eccezionale rapidità, tanto che di lì a poco avrebbero raggiunto in breve l’Età dell’Atomo. Il pericolo di autodistruzione derivante da un approdo troppo veloce all’era atomica era percentualmente notevole, e gli venne segnalato dal computer molecolare della Stazione. Xan, in fondo al suo cuore, avrebbe voluto intervenire: sarebbero bastati pochi e mirati innesti mentali in alcuni individui scelti oculatamente nella popolazione dell’agar e ne avrebbe cambiato il corso evolutivo, portandoli lontano dalla catastrofe. Ma non poteva.

Xan non dormiva ma, al pari degli esseri inferiori in coltura, abbisognava anch’egli di periodi (in verità, molto brevi) di rigenerazione mentale. E fu proprio durante una di queste sessioni di riposo che il corso dei suoi pensieri reintegranti venne bruscamente interrotto dal computer molecolare, che aveva identificato un’entità superiore ai limiti dell’ecosistema.

“Stazione di Controllo 11 – Ecosistema Alfa 4 – Organizzazione Quadrante Omega 10” – il messaggio partì su tutti i canali di trasmissione neuronale conosciuti – “siete in procinto di penetrare in un’Area Riservata a colture biologiche; siete pregati di invertire la rotta e di evitare intrusioni nell’ecosistema Alfa 4”.
Xan rimase in ascolto. Nessuna risposta. Il computer molecolare segnalava il continuo avvicinamento dell’entità, avendola ora classificata come un essere di specie Elementare.
Xan si innervosì, e non solo per la mancanza di risposta: odiava gli Elementari.
Gli Elementari erano entità di pura energia, vecchi quanto l’Universo stesso e del quale si sentivano i padroni. Respinti ai confini più estremi dello spazio in espansione dall’Organizzazione, di quando in quando, con il loro fare mite, i loro modi gentili ma determinati, cercavano di interferire con le attività di controllo che l‘Organizzazione esercitava sulle più svariate forme di vita in evoluzione. Questa ingerenza era spesso mal tollerata, ma inevitabile: gli Elementari erano pressoché invulnerabili; i loro obiettivi, ignoti.

“Xan, tu sai che le entità biologiche del 3° pianeta del Sistema Tau 1.219 hanno bisogno di aiuto: NON PUOI IGNORARLO!” – il pensiero dell’Elementare irruppe nella mente di Xan e fece scattare tutti i sensore di allarme di interferenza neuronale della Stazione, per via dell’eccezionale potenza di emissione con cui era stato generato.
Xan esitò per qualche istante: ancora quell’impulso di pena per gli esseri inferiori, che cercò di dominare. Ma era troppo tardi.
“Questa è un’area riservata: Vi prego di allontanar…” – ma il suo pensiero venne obnubilato dal senso di pietà per quegli esseri in coltura, impulso che l’Elementare aveva percepito e che ora stava enfatizzando nella sua mente, ormai sotto il controllo dell’entità in avvicinamento.

Preso il controllo mentale del Responsabile della Stazione di Controllo, l’entità superò indisturbata i confini dell’ecosistema. Xan era come paralizzato: poteva percepire in presa diretta ogni azione di interferenza che l’Elementare stava effettuando, avendo stabilito con esso un ponte mentale che li teneva in contatto assoluto; percepiva in se stesso l’enorme senso di Amore e Soddisfazione che quell’essere provava aiutando nella loro evoluzione quegli esseri inferiori, sentimenti che adesso provava anche Xan.

L’Elementare si portò in pochi attimi in orbita attorno al terzo pianeta di quel remoto sistema solare.
Dopo una rapida scansione mentale dell’intera popolazione disponibile, scelse con cura l’individuo sul quale intervenire. Il soggetto prescelto, di genere femminile, venne investito dall’impulso mentale dell’Elementare, ridotto ad un sottolivello infimo di potenza, ma pur sempre il massimo che quell’essere fisico potesse sopportare. Nuovi percorsi neuronali si incisero in pochi istanti in quel cervello primordiale, l’equivalente di un imprintig mentale di nuove cognizioni e consapevolezze, adeguato a quella primitiva struttura cerebrale.
La femmina venne quindi fisicamente manipolata dall’Elementare, affinché fosse strutturalmente in grado di generare una nuova progenie geneticamente avanzata, che avrebbe fatto fare un balzo in avanti all’intera popolazione.
L’Elementare si spostò quindi nello spazio-tempo attorno a quel piccolo pianeta e fece altre due incursioni mentali su altri due soggetti, questa volta di genere maschile e scelti casualmente in epoche molto ravvicinate della processione storica di quella colonia in coltura.
Il suo intervento aveva impresso un impulso fondamentale, decisivo e nella giusta direzione all’evoluzione di quegli esseri, che non si sarebbero più autodistrutti ma avrebbero, in breve, raggiunto un livello tecnologico di categoria 2, vale a dire la capacità di utilizzare tutta l’energia del loro sistema solare, e avrebbero potuto espandersi lontano da esso. Avrebbe voluto garantire ad essi un rapido progredire fino ad un livello tecnologico 3, capace cioè di portarli fuori dalla loro galassia artificiale, ma per questo c’era tempo. E comunque non c’era fretta di portarli al cospetto dell’Organizzazione, con la quale, a quel punto si sarebbero dovuti confrontare.

Quando Xan recuperò del tutto le proprie facoltà mentali, l’Elementare se n’era già andato.
Mentre da un lato era ancora pieno di gioia (riflessa su di lui dal fortissimo condizionamento mentale dell’Elementare) per le azioni svolte, dall’altro si faceva strada la preoccupazione per la grave intrusione avvenuta nell’ecosistema durante il suo turno di guardia.
Il computer molecolare aveva ricalcolato le modalità di evoluzione della colonia, ne aveva rilevato l’abnorme variazione e, seguendo la sua programmazione, aveva inviato un allarme al Centro di Controllo Scientifico. Xan era spacciato e si apprestò, con rassegnazione, ad essere destituito.

Gli scienziati dell’Organizzazione arrivarono molto prima di quanto Xan avesse previsto. E presero il controllo della Stazione, per intervenire sull’ecosistema per sterilizzarlo.
Xan avrebbe voluto opporsi: riteneva che l’intervento dell’Elementare fosse stato giusto, sul piano etico, e non per via del condizionamento mentale: lo pensava autonomamente.
Fu dichiarato non idoneo all’incarico di Responsabile della Stazione di Controllo e venne destinato dai suoi superiori ad altre mansioni. Non seppe mai cosa successe alla colonia dell’Esperimento e come fecero gli scienziati a rimediare al danno perpetrato dall’Elementare.

Grazie alle registrazioni effettuate in automatico dal computer molecolare della Stazione, il sistema Tau 1.219 venne sterilizzato con successo: le forme di vita connesse con l’intervento dall’Elementare vennero riprogrammate, con le rassicuranti visioni delle divinità statiche, facilmente comprensibili da quelle menti primordiali, imprinting cerebrali che avrebbero rallentato il processo evolutivo tecnologico, permeando la processione storica di quelle creature con conflitti subliminali di stampo religioso, che avrebbero riportato i parametri evolutivi nel medio e lungo periodo nei valori accettati dall’Esperimento in corso.

I tecnici della predizione storica lavorarono a lungo sul 3° pianeta di quel sistema per eliminare gli effetti provocati del bambino nato dalla donna manipolata dall’Elementare: la sua influenza sulla popolazione fu molto più profonda di quanto si potesse controllare e, una volta morto (ucciso dai suoi stessi simili, perché troppo “diverso”), si trasformò egli stesso nella forma di energia Elementare che lo aveva generato.


Dalla Bibbia – Vangelo secondo Luca:
« L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse : «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio ».

Dal Corano:

« Maometto era solito ritirarsi a meditare, secondo la tradizione islamica, in una grotta sul monte Hira vicino a Mecca. Una notte, durante il mese di Ramadan, all’età di circa quarant’anni, gli apparve un angelo che lo esortò a diventare Messaggero di Allah con le seguenti parole: « Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato,l’uomo da un grumo di sangue! Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato l’uso del calamo, ha insegnato all’uomo quello che non sapeva.»

Dal Buddhacarita, poema epico sulla vita di Buddha del II secolo d.C.:
« All’età di 35 anni, dopo sette settimane di profondo raccoglimento ininterrotto, in una notte di luna piena del mese di maggio, seduto sotto un albero di fico a gambe incrociate nella posizione del loto, a Siddartha si spalancò l’Illuminazione perfetta: egli meditò una notte intera fino a raggiungere il Nirvana.».

Dal Libro di Enoch (testo apocrifo origine giudaica la cui redazione risale al I secolo a.C.):

« Esistono due categorie di Veglianti: i “buoni”, cioè gli angeli rimasti fedeli al Signore; e i “cattivi”, che sono angeli caduti o “diavoli”. Compito dei Vigilanti è vigilare sull’umanità. Per tutto l’Universo. »

TURNO DI GUARDIAultima modifica: 2020-05-21T11:22:41+02:00da pharix