Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 59°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO    59°

finale precedente:      

<Già non hai tutti i torti, ma io volevo illustrarti un lago che per caratteristiche rappresentasse il top.

Di laghi ce ne sono a decine, e in questo momento l’acqua che stiamo utilizzando è solamente una parte di una grande riserva.

Una bella scorta saltuariamente incrementata con qualche altro nuovo lago che andiamo a scoprire un po’ dovunque, anche nel primo anello. Per noi l’acqua è talmente un bene prezioso che come la scopriamo ce la coccoliamo come si fa con un grande amore…!!

Pensa che alcuni laghi si trovano anche nel cuore della città. Naturalmente li teniamo “buoni buoni” per quando arriverà il loro momento di gloria…!!>

Tutti i laghi esistenti, utilizzati e non, erano protetti da apposite strutture atte a gestire un servizio che fosse sia conservativo che monitorante circa la loro tenuta…!!

<Ahhhh, in effetti mi suonava strano…??>

<Sai come funziona?

59° episodio  

Ci sono molte meteoriti che cadono sulla Luna alcune delle quali portatrici d’acqua, naturalmente sotto forma di ghiaccio.

Nel punto in cui avviene il botto si produce un calore tale che il ghiaccio si scioglie trasformandosi rapidamente in acqua. Una parte rimane in superficie si disperde per scomparire del tutto. Mentre per l’acqua che riesce ad attraversare le fessurazioni, un’ulteriore parte si disperde nelle profondità sconosciute e la rimanente va ad incanalarsi verso le grotte sottostanti fino a depositarsi nelle cavità esistenti trasformandole in invasi naturali.

Dei veri e propri laghi alcuni dei quali si ghiacciano.

L’operazione va a completarsi con la chiusura delle fessurazioni esterne grazie alla roccia liquefatta che, nella fase successiva, si solidifica sigillandone le parti. Mantenendo così l’ambiente sottostante perfettamente isolato dall’esterno.

Questo è un laghetto con un diametro di circa 25 metri però è profondo più di mille!>

<Cavolo! Allora l’acqua è parecchia!>

<Si l’acqua è tanta e noi siamo abbastanza bravi ad estrarla,

a non sprecarla e, ancora meglio, a riciclarla….>

Tutta l’acqua veniva fatta scorrere all’interno di tubazioni dimensionate in base al loro utilizzo:

  • acqua potabile;

  • scarico acque bianche;

  • scarico acque nere.

<Già perché tutte le acque bianche di scarico vengono convogliate in vasche e fatte scorrere su setti filtranti per poi andare a riempire altre vasche ad uso esclusivo della grande serra.

Mentre le acque nere, unite ai residui delle acque industriali, vengono incanalate direttamente nell’impianto di purificazione del settore di appartenenza per essere trattate seguendo precisi piani di smaltimento!>

In totale otto impianti di purificazione provvedevano a trasformare l’acqua nera di fogna in un’acqua, seppur non potabile, batteriologicamente pura.

Il giusto procedimento per scongiurare la trasformazione in pericolosi ricettacoli di malattie. Dopodiché, nell’impossibilità di un suo riutilizzo, veniva scaricata nelle cavità lunari più profonde che ancora non presentavano problemi di contenimento.

Per il futuro si stavano valutando studi alternativi.

Il più promettente, ma anche il più azzardato, trattava l’espulsione dell’acqua direttamente verso l’esterno.

Operazione da eseguire solamente nelle giornate di sole onde facilitarne l’evaporazione al contatto con il suolo arroventato.

<Tu non lo vedi perché è coperto ma adesso l’acqua di questo lago si trova cinquanta metri sotto il suo livello originario. Lo si può leggere dal misuratore posizionato a lato dell’impianto di copertura. Noi usiamo l’acqua e il lago si abbassa, elementare mio caro Alex! Allora ci sono tre tubi immersi nell’acqua che escono dal coperchio. Quei due sottili sono in realtà dei cavi scaldanti che permettono al ghiaccio di sciogliersi. Mentre il tubo più grosso, collegato alla pompa elettrica sistemata lungo il bordo del lago, serve per prelevare l’acqua. L’acqua aspirata passa attraverso due distinte e separate uscite che, collegate ad altrettanti tubi, portano:

A – all’acquedotto;

B – alle strutture impiegate per generare l’ossigeno e l’energia elettrica.>

<Vedo parecchie persone che lavorano per seguire tutte queste cose…..>

<Tutte queste cose come le chiami tu non sono altro che delle apparecchiature particolarmente sofisticate che servono per pompare l’acqua, generare l’ossigeno e gestirlo, generare l’energia elettrica ed infine alimentare l’acquedotto…!!>

Le pompe elettriche costruite a Selene si contraddistinguevano per la raffinata tecnologia che ne permetteva un loro utilizzo in modo continuativo e permanente per molti anni senza subire interruzioni di sorta…!!

Il primo dei due tubi in uscita entrava direttamente nella conduttura che portava all’acquedotto del settore di zona. L’acqua passava attraverso un sistema di filtraggio piuttosto complesso che ne assorbiva le impurità. Dopodiché, di una purezza cristallina, veniva immessa in due distinti acquedotti del settore dove l’erogazione proseguiva regolata da un sistema basato sui livelli di riempimento.

Diverso il compito del secondo tubo che andava a riempire un certo numero di vasche predisposte per un loro impiego atto a generare l’energia elettrica e l’ossigeno.

Una sola vasca ad uso esclusivo della centrale elettrica, mentre le rimanenti andavano a soddisfare l’intero apparato di zona riguardante la preparazione industriale dell’ossigeno.

L’acqua trattata con dei composti ottenuti esclusivamente dalla polverizzazione di una roccia lunare meteoritica risalente a circa cento milioni di anni prima, chiamata la nostra aria, produceva attraverso la specificità di certi macchinari quantità incredibili di ossigeno!

Una garanzia, in termini di risorsa, più che confortante per l’intera popolazione…!! Diversamente la vasca per la produzione di energia elettrica veniva riempita d’acqua con l’intento di farla scorrere in un circuito chiuso creato per generare l’energia elettrica stessa.

Un procedimento appropriato ne consentiva l’uso per un tempo certamente non indifferente. Una tubatura faceva scorrere l’acqua, attraverso una spessa parete di roccia, dalla vasca ad una grotta adiacente per riempire un’altra vasca identica nelle dimensioni. Dalla stessa partiva un ulteriore tubo dotato di testata ad imbuto che permetteva all’acqua di scivolare giù in picchiata per cinque metri. L’inclinazione del tubo, frutto di un semplice ma efficace calcolo specifico, consentiva l’introduzione dell’acqua direttamente nella turbina ad una velocità più che ragguardevole.

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

“seguirà” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 60°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 NUOVO EPISODIO 

              60°

finale precedente:      

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

60° episodio  

<E così, come per l’acqua e l’ossigeno, anche quest’energia elettrica è destinata al settore di zona! In totale ci sono dieci centrali elettriche, sparse all’interno del secondo anello, di cui otto in piena attività per una copertura di tutti gli otto settori in cui è suddivisa la città. Le altre due sono di rinforzo per coprire eventuali improvvise situazioni di emergenza.

Diverso il numero degli impianti utilizzati per gli acquedotti e la produzione dell’ossigeno.

Trenta: diciotto per l’ossigeno e dodici per l’acqua!>

Quel metodo settoriale di suddivisione seguiva una strategia logistica territoriale fondamentale per garantire la massima efficienza,

identificata nella copertura dell’intera rete selenese con il minimo sforzo!

<”Magico magico”! E’ tutto così fantastico che mi sembra sempre di sognare…..!!> intervenne Alex.

<Però che freddo, qui la temperatura sarà di 2 o 3 gradi sotto lo zero. In città fa decisamente più caldo, direi proprio una bella differenza>

<A dire il vero anche in città esistono zone con temperature basse. Sono posti abbastanza singolari dove l’inconveniente viene risolto con l’aria calda dei depuratori.>

<Mi sembra giusto dove fa freddo si riscalda…!!>

<Sotto il suolo lunare la temperatura cambia. Si va in profondità e aumenta il caldo. Però in alcuni sporadici casi si verifica esattamente l’opposto. Esattamente nel momento in cui l’ambiente viene raffreddato dalle infiltrazioni di temperatura gelida provenienti dall’esterno, considerato che l’aria non esiste. In questo modo le pareti della grotta si raffreddano lasciando inalterate le strutture di unione fondamentali per la tenuta stagna dell’habitat.>

<Fantastico, sembra tutto così surreale!>

<Chi ha freddo si riscalda con l’aria calda dei depuratori, e comunque si può lavorare bene anche indossando degli indumenti un po’ più pesanti, non ti sembra Isabel?>

<Certo che sì!

Io sono innamorata dell’abbigliamento tirolese.

Giacca in lana cotta stile tirolese, maglia in lana cotta in pura lana vergine…… uaoooooo mi piace un casino…!!

Allora ragazzi….. voi cosa dite..?

Io sarei un po’ infreddolita e anche leggermente affamata!!>

<Hai ragione sono già le tredici!

Se passi il tuo tempo in buona compagnia non ti accorgi mai della velocità del tempo stesso che scorre e se ne va!

Volendo, “piano piano”, possiamo anche rientrare.>

Alex prima di salire sul trenino si rivolse ad Aleandro per un chiarimento circa le luci flash intraviste nel viaggio di andata all’interno di una galleria tutt’altro che virtuale??

<Ma quella è una galleria che noi non frequentiamo più da molto tempo…!!> rispose Aleandro.

<E’ pericolosa perché manca di manutenzione e frequentarla sarebbe da incoscienti.

Lì dentro i crolli non rispettano più nessuno…!!>

<Aleandro ma guarda che non avevo le traveggole perché quelle luci….. le ho viste veramente…!!

Certamente è stato tutto così veloce da sembrare irreale….. Ma ti dirò di più perché accanto a quelle luci ho intravisto delle ombre in movimento…??

Però…. tu mi smentisci clamorosamente e allora…… pazienza…!!>

<Sicuramente hai preso un’abbaglio….. Mi dispiace per te…!!>

Alex sorpreso dall’atteggiamento ostruzionistico di Aleandro preferì zittirsi evitando così ulteriori affermazioni discordanti.

Giusto il tempo per fare l’occhiolino a Isabel e chiudere la parentesi con un suo personalissimo pensiero…..

<“Mi piacerebbe tanto conoscere il motivo che ha portato Aleandro a mentirmi così spudoratamente?”>

“seguirà……..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 59°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO    59°

finale precedente:      

<Già non hai tutti i torti, ma io volevo illustrarti un lago che per caratteristiche rappresentasse il top.

Di laghi ce ne sono a decine, e in questo momento l’acqua che stiamo utilizzando è solamente una parte di una grande riserva.

Una bella scorta saltuariamente incrementata con qualche altro nuovo lago che andiamo a scoprire un po’ dovunque, anche nel primo anello. Per noi l’acqua è talmente un bene prezioso che come la scopriamo ce la coccoliamo come si fa con un grande amore…!!

Pensa che alcuni laghi si trovano anche nel cuore della città. Naturalmente li teniamo “buoni buoni” per quando arriverà il loro momento di gloria…!!>

Tutti i laghi esistenti, utilizzati e non, erano protetti da apposite strutture atte a gestire un servizio che fosse sia conservativo che monitorante circa la loro tenuta…!!

<Ahhhh, in effetti mi suonava strano…??>

<Sai come funziona?

59° episodio  

Ci sono molte meteoriti che cadono sulla Luna alcune delle quali portatrici d’acqua, naturalmente sotto forma di ghiaccio.

Nel punto in cui avviene il botto si produce un calore tale che il ghiaccio si scioglie trasformandosi rapidamente in acqua. Una parte rimane in superficie si disperde per scomparire del tutto. Mentre per l’acqua che riesce ad attraversare le fessurazioni, un’ulteriore parte si disperde nelle profondità sconosciute e la rimanente va ad incanalarsi verso le grotte sottostanti fino a depositarsi nelle cavità esistenti trasformandole in invasi naturali.

Dei veri e propri laghi alcuni dei quali si ghiacciano.

L’operazione va a completarsi con la chiusura delle fessurazioni esterne grazie alla roccia liquefatta che, nella fase successiva, si solidifica sigillandone le parti. Mantenendo così l’ambiente sottostante perfettamente isolato dall’esterno.

Questo è un laghetto con un diametro di circa 25 metri però è profondo più di mille!>

<Cavolo! Allora l’acqua è parecchia!>

<Si l’acqua è tanta e noi siamo abbastanza bravi ad estrarla,

a non sprecarla e, ancora meglio, a riciclarla….>

Tutta l’acqua veniva fatta scorrere all’interno di tubazioni dimensionate in base al loro utilizzo:

  • acqua potabile;

  • scarico acque bianche;

  • scarico acque nere.

<Già perché tutte le acque bianche di scarico vengono convogliate in vasche e fatte scorrere su setti filtranti per poi andare a riempire altre vasche ad uso esclusivo della grande serra.

Mentre le acque nere, unite ai residui delle acque industriali, vengono incanalate direttamente nell’impianto di purificazione del settore di appartenenza per essere trattate seguendo precisi piani di smaltimento!>

In totale otto impianti di purificazione provvedevano a trasformare l’acqua nera di fogna in un’acqua, seppur non potabile, batteriologicamente pura.

Il giusto procedimento per scongiurare la trasformazione in pericolosi ricettacoli di malattie. Dopodiché, nell’impossibilità di un suo riutilizzo, veniva scaricata nelle cavità lunari più profonde che ancora non presentavano problemi di contenimento.

Per il futuro si stavano valutando studi alternativi.

Il più promettente, ma anche il più azzardato, trattava l’espulsione dell’acqua direttamente verso l’esterno.

Operazione da eseguire solamente nelle giornate di sole onde facilitarne l’evaporazione al contatto con il suolo arroventato.

<Tu non lo vedi perché è coperto ma adesso l’acqua di questo lago si trova cinquanta metri sotto il suo livello originario. Lo si può leggere dal misuratore posizionato a lato dell’impianto di copertura. Noi usiamo l’acqua e il lago si abbassa, elementare mio caro Alex! Allora ci sono tre tubi immersi nell’acqua che escono dal coperchio. Quei due sottili sono in realtà dei cavi scaldanti che permettono al ghiaccio di sciogliersi. Mentre il tubo più grosso, collegato alla pompa elettrica sistemata lungo il bordo del lago, serve per prelevare l’acqua. L’acqua aspirata passa attraverso due distinte e separate uscite che, collegate ad altrettanti tubi, portano:

A – all’acquedotto;

B – alle strutture impiegate per generare l’ossigeno e l’energia elettrica.>

<Vedo parecchie persone che lavorano per seguire tutte queste cose…..>

<Tutte queste cose come le chiami tu non sono altro che delle apparecchiature particolarmente sofisticate che servono per pompare l’acqua, generare l’ossigeno e gestirlo, generare l’energia elettrica ed infine alimentare l’acquedotto…!!>

Le pompe elettriche costruite a Selene si contraddistinguevano per la raffinata tecnologia che ne permetteva un loro utilizzo in modo continuativo e permanente per molti anni senza subire interruzioni di sorta…!!

Il primo dei due tubi in uscita entrava direttamente nella conduttura che portava all’acquedotto del settore di zona. L’acqua passava attraverso un sistema di filtraggio piuttosto complesso che ne assorbiva le impurità. Dopodiché, di una purezza cristallina, veniva immessa in due distinti acquedotti del settore dove l’erogazione proseguiva regolata da un sistema basato sui livelli di riempimento.

Diverso il compito del secondo tubo che andava a riempire un certo numero di vasche predisposte per un loro impiego atto a generare l’energia elettrica e l’ossigeno.

Una sola vasca ad uso esclusivo della centrale elettrica, mentre le rimanenti andavano a soddisfare l’intero apparato di zona riguardante la preparazione industriale dell’ossigeno.

L’acqua trattata con dei composti ottenuti esclusivamente dalla polverizzazione di una roccia lunare meteoritica risalente a circa cento milioni di anni prima, chiamata la nostra aria, produceva attraverso la specificità di certi macchinari quantità incredibili di ossigeno!

Una garanzia, in termini di risorsa, più che confortante per l’intera popolazione…!! Diversamente la vasca per la produzione di energia elettrica veniva riempita d’acqua con l’intento di farla scorrere in un circuito chiuso creato per generare l’energia elettrica stessa.

Un procedimento appropriato ne consentiva l’uso per un tempo certamente non indifferente. Una tubatura faceva scorrere l’acqua, attraverso una spessa parete di roccia, dalla vasca ad una grotta adiacente per riempire un’altra vasca identica nelle dimensioni. Dalla stessa partiva un ulteriore tubo dotato di testata ad imbuto che permetteva all’acqua di scivolare giù in picchiata per cinque metri. L’inclinazione del tubo, frutto di un semplice ma efficace calcolo specifico, consentiva l’introduzione dell’acqua direttamente nella turbina ad una velocità più che ragguardevole.

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

“seguirà” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 60°)

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La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

60° episodio  

<E così, come per l’acqua e l’ossigeno, anche quest’energia elettrica è destinata al settore di zona! In totale ci sono dieci centrali elettriche, sparse all’interno del secondo anello, di cui otto in piena attività per una copertura di tutti gli otto settori in cui è suddivisa la città. Le altre due sono di rinforzo per coprire eventuali improvvise situazioni di emergenza.

Diverso il numero degli impianti utilizzati per gli acquedotti e la produzione dell’ossigeno.

Trenta: diciotto per l’ossigeno e dodici per l’acqua!>

Quel metodo settoriale di suddivisione seguiva una strategia logistica territoriale fondamentale per garantire la massima efficienza,

identificata nella copertura dell’intera rete selenese con il minimo sforzo!

<”Magico magico”! E’ tutto così fantastico che mi sembra sempre di sognare…..!!> intervenne Alex.

<Però che freddo, qui la temperatura sarà di 2 o 3 gradi sotto lo zero. In città fa decisamente più caldo, direi proprio una bella differenza>

<A dire il vero anche in città esistono zone con temperature basse. Sono posti abbastanza singolari dove l’inconveniente viene risolto con l’aria calda dei depuratori.>

<Mi sembra giusto dove fa freddo si riscalda…!!>

<Sotto il suolo lunare la temperatura cambia. Si va in profondità e aumenta il caldo. Però in alcuni sporadici casi si verifica esattamente l’opposto. Esattamente nel momento in cui l’ambiente viene raffreddato dalle infiltrazioni di temperatura gelida provenienti dall’esterno, considerato che l’aria non esiste. In questo modo le pareti della grotta si raffreddano lasciando inalterate le strutture di unione fondamentali per la tenuta stagna dell’habitat.>

<Fantastico, sembra tutto così surreale!>

<Chi ha freddo si riscalda con l’aria calda dei depuratori, e comunque si può lavorare bene anche indossando degli indumenti un po’ più pesanti, non ti sembra Isabel?>

<Certo che sì!

Io sono innamorata dell’abbigliamento tirolese.

Giacca in lana cotta stile tirolese, maglia in lana cotta in pura lana vergine…… uaoooooo mi piace un casino…!!

Allora ragazzi….. voi cosa dite..?

Io sarei un po’ infreddolita e anche leggermente affamata!!>

<Hai ragione sono già le tredici!

Se passi il tuo tempo in buona compagnia non ti accorgi mai della velocità del tempo stesso che scorre e se ne va!

Volendo, “piano piano”, possiamo anche rientrare.>

Alex prima di salire sul trenino si rivolse ad Aleandro per un chiarimento circa le luci flash intraviste nel viaggio di andata all’interno di una galleria tutt’altro che virtuale??

<Ma quella è una galleria che noi non frequentiamo più da molto tempo…!!> rispose Aleandro.

<E’ pericolosa perché manca di manutenzione e frequentarla sarebbe da incoscienti.

Lì dentro i crolli non rispettano più nessuno…!!>

<Aleandro ma guarda che non avevo le traveggole perché quelle luci….. le ho viste veramente…!!

Certamente è stato tutto così veloce da sembrare irreale….. Ma ti dirò di più perché accanto a quelle luci ho intravisto delle ombre in movimento…??

Però…. tu mi smentisci clamorosamente e allora…… pazienza…!!>

<Sicuramente hai preso un’abbaglio….. Mi dispiace per te…!!>

Alex sorpreso dall’atteggiamento ostruzionistico di Aleandro preferì zittirsi evitando così ulteriori affermazioni discordanti.

Giusto il tempo per fare l’occhiolino a Isabel e chiudere la parentesi con un suo personalissimo pensiero…..

<“Mi piacerebbe tanto conoscere il motivo che ha portato Aleandro a mentirmi così spudoratamente?”>

“seguirà……..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 59°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO 

              59°

finale precedente:      

<Già non hai tutti i torti, ma io volevo illustrarti un lago che per caratteristiche rappresentasse il top.

Di laghi ce ne sono a decine, e in questo momento l’acqua che stiamo utilizzando è solamente una parte di una grande riserva.

Una bella scorta saltuariamente incrementata con qualche altro nuovo lago che andiamo a scoprire un po’ dovunque, anche nel primo anello. Per noi l’acqua è talmente un bene prezioso che come la scopriamo ce la coccoliamo come si fa con un grande amore…!!

Pensa che alcuni laghi si trovano anche nel cuore della città. Naturalmente li teniamo “buoni buoni” per quando arriverà il loro momento di gloria…!!>

Tutti i laghi esistenti, utilizzati e non, erano protetti da apposite strutture atte a gestire un servizio che fosse sia conservativo che monitorante circa la loro tenuta…!!

<Ahhhh, in effetti mi suonava strano…??>

<Sai come funziona?

59° episodio  

Ci sono molte meteoriti che cadono sulla Luna alcune delle quali portatrici d’acqua, naturalmente sotto forma di ghiaccio.

Nel punto in cui avviene il botto si produce un calore tale che il ghiaccio si scioglie trasformandosi rapidamente in acqua. Una parte rimane in superficie si disperde per scomparire del tutto. Mentre per l’acqua che riesce ad attraversare le fessurazioni, un’ulteriore parte si disperde nelle profondità sconosciute e la rimanente va ad incanalarsi verso le grotte sottostanti fino a depositarsi nelle cavità esistenti trasformandole in invasi naturali.

Dei veri e propri laghi alcuni dei quali si ghiacciano.

L’operazione va a completarsi con la chiusura delle fessurazioni esterne grazie alla roccia liquefatta che, nella fase successiva, si solidifica sigillandone le parti. Mantenendo così l’ambiente sottostante perfettamente isolato dall’esterno.

Questo è un laghetto con un diametro di circa 25 metri però è profondo più di mille!>

<Cavolo! Allora l’acqua è parecchia!>

<Si l’acqua è tanta e noi siamo abbastanza bravi ad estrarla,

a non sprecarla e, ancora meglio, a riciclarla….>

Tutta l’acqua veniva fatta scorrere all’interno di tubazioni dimensionate in base al loro utilizzo:

  • acqua potabile;

  • scarico acque bianche;

  • scarico acque nere.

<Già perché tutte le acque bianche di scarico vengono convogliate in vasche e fatte scorrere su setti filtranti per poi andare a riempire altre vasche ad uso esclusivo della grande serra.

Mentre le acque nere, unite ai residui delle acque industriali, vengono incanalate direttamente nell’impianto di purificazione del settore di appartenenza per essere trattate seguendo precisi piani di smaltimento!>

In totale otto impianti di purificazione provvedevano a trasformare l’acqua nera di fogna in un’acqua, seppur non potabile, batteriologicamente pura.

Il giusto procedimento per scongiurare la trasformazione in pericolosi ricettacoli di malattie. Dopodiché, nell’impossibilità di un suo riutilizzo, veniva scaricata nelle cavità lunari più profonde che ancora non presentavano problemi di contenimento.

Per il futuro si stavano valutando studi alternativi.

Il più promettente, ma anche il più azzardato, trattava l’espulsione dell’acqua direttamente verso l’esterno.

Operazione da eseguire solamente nelle giornate di sole onde facilitarne l’evaporazione al contatto con il suolo arroventato.

<Tu non lo vedi perché è coperto ma adesso l’acqua di questo lago si trova cinquanta metri sotto il suo livello originario. Lo si può leggere dal misuratore posizionato a lato dell’impianto di copertura. Noi usiamo l’acqua e il lago si abbassa, elementare mio caro Alex! Allora ci sono tre tubi immersi nell’acqua che escono dal coperchio. Quei due sottili sono in realtà dei cavi scaldanti che permettono al ghiaccio di sciogliersi. Mentre il tubo più grosso, collegato alla pompa elettrica sistemata lungo il bordo del lago, serve per prelevare l’acqua. L’acqua aspirata passa attraverso due distinte e separate uscite che, collegate ad altrettanti tubi, portano:

A – all’acquedotto;

B – alle strutture impiegate per generare l’ossigeno e l’energia elettrica.>

<Vedo parecchie persone che lavorano per seguire tutte queste cose…..>

<Tutte queste cose come le chiami tu non sono altro che delle apparecchiature particolarmente sofisticate che servono per pompare l’acqua, generare l’ossigeno e gestirlo, generare l’energia elettrica ed infine alimentare l’acquedotto…!!>

Le pompe elettriche costruite a Selene si contraddistinguevano per la raffinata tecnologia che ne permetteva un loro utilizzo in modo continuativo e permanente per molti anni senza subire interruzioni di sorta…!!

Il primo dei due tubi in uscita entrava direttamente nella conduttura che portava all’acquedotto del settore di zona. L’acqua passava attraverso un sistema di filtraggio piuttosto complesso che ne assorbiva le impurità. Dopodiché, di una purezza cristallina, veniva immessa in due distinti acquedotti del settore dove l’erogazione proseguiva regolata da un sistema basato sui livelli di riempimento.

Diverso il compito del secondo tubo che andava a riempire un certo numero di vasche predisposte per un loro impiego atto a generare l’energia elettrica e l’ossigeno.

Una sola vasca ad uso esclusivo della centrale elettrica, mentre le rimanenti andavano a soddisfare l’intero apparato di zona riguardante la preparazione industriale dell’ossigeno.

L’acqua trattata con dei composti ottenuti esclusivamente dalla polverizzazione di una roccia lunare meteoritica risalente a circa cento milioni di anni prima, chiamata la nostra aria, produceva attraverso la specificità di certi macchinari quantità incredibili di ossigeno!

Una garanzia, in termini di risorsa, più che confortante per l’intera popolazione…!! Diversamente la vasca per la produzione di energia elettrica veniva riempita d’acqua con l’intento di farla scorrere in un circuito chiuso creato per generare l’energia elettrica stessa.

Un procedimento appropriato ne consentiva l’uso per un tempo certamente non indifferente. Una tubatura faceva scorrere l’acqua, attraverso una spessa parete di roccia, dalla vasca ad una grotta adiacente per riempire un’altra vasca identica nelle dimensioni. Dalla stessa partiva un ulteriore tubo dotato di testata ad imbuto che permetteva all’acqua di scivolare giù in picchiata per cinque metri. L’inclinazione del tubo, frutto di un semplice ma efficace calcolo specifico, consentiva l’introduzione dell’acqua direttamente nella turbina ad una velocità più che ragguardevole.

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

“seguirà” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 60°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 NUOVO EPISODIO 

              60°

finale precedente:      

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

60° episodio  

<E così, come per l’acqua e l’ossigeno, anche quest’energia elettrica è destinata al settore di zona! In totale ci sono dieci centrali elettriche, sparse all’interno del secondo anello, di cui otto in piena attività per una copertura di tutti gli otto settori in cui è suddivisa la città. Le altre due sono di rinforzo per coprire eventuali improvvise situazioni di emergenza.

Diverso il numero degli impianti utilizzati per gli acquedotti e la produzione dell’ossigeno.

Trenta: diciotto per l’ossigeno e dodici per l’acqua!>

Quel metodo settoriale di suddivisione seguiva una strategia logistica territoriale fondamentale per garantire la massima efficienza,

identificata nella copertura dell’intera rete selenese con il minimo sforzo!

<”Magico magico”! E’ tutto così fantastico che mi sembra sempre di sognare…..!!> intervenne Alex.

<Però che freddo, qui la temperatura sarà di 2 o 3 gradi sotto lo zero. In città fa decisamente più caldo, direi proprio una bella differenza>

<A dire il vero anche in città esistono zone con temperature basse. Sono posti abbastanza singolari dove l’inconveniente viene risolto con l’aria calda dei depuratori.>

<Mi sembra giusto dove fa freddo si riscalda…!!>

<Sotto il suolo lunare la temperatura cambia. Si va in profondità e aumenta il caldo. Però in alcuni sporadici casi si verifica esattamente l’opposto. Esattamente nel momento in cui l’ambiente viene raffreddato dalle infiltrazioni di temperatura gelida provenienti dall’esterno, considerato che l’aria non esiste. In questo modo le pareti della grotta si raffreddano lasciando inalterate le strutture di unione fondamentali per la tenuta stagna dell’habitat.>

<Fantastico, sembra tutto così surreale!>

<Chi ha freddo si riscalda con l’aria calda dei depuratori, e comunque si può lavorare bene anche indossando degli indumenti un po’ più pesanti, non ti sembra Isabel?>

<Certo che sì!

Io sono innamorata dell’abbigliamento tirolese.

Giacca in lana cotta stile tirolese, maglia in lana cotta in pura lana vergine…… uaoooooo mi piace un casino…!!

Allora ragazzi….. voi cosa dite..?

Io sarei un po’ infreddolita e anche leggermente affamata!!>

<Hai ragione sono già le tredici!

Se passi il tuo tempo in buona compagnia non ti accorgi mai della velocità del tempo stesso che scorre e se ne va!

Volendo, “piano piano”, possiamo anche rientrare.>

Alex prima di salire sul trenino si rivolse ad Aleandro per un chiarimento circa le luci flash intraviste nel viaggio di andata all’interno di una galleria tutt’altro che virtuale??

<Ma quella è una galleria che noi non frequentiamo più da molto tempo…!!> rispose Aleandro.

<E’ pericolosa perché manca di manutenzione e frequentarla sarebbe da incoscienti.

Lì dentro i crolli non rispettano più nessuno…!!>

<Aleandro ma guarda che non avevo le traveggole perché quelle luci….. le ho viste veramente…!!

Certamente è stato tutto così veloce da sembrare irreale….. Ma ti dirò di più perché accanto a quelle luci ho intravisto delle ombre in movimento…??

Però…. tu mi smentisci clamorosamente e allora…… pazienza…!!>

<Sicuramente hai preso un’abbaglio….. Mi dispiace per te…!!>

Alex sorpreso dall’atteggiamento ostruzionistico di Aleandro preferì zittirsi evitando così ulteriori affermazioni discordanti.

Giusto il tempo per fare l’occhiolino a Isabel e chiudere la parentesi con un suo personalissimo pensiero…..

<“Mi piacerebbe tanto conoscere il motivo che ha portato Aleandro a mentirmi così spudoratamente?”>

“seguirà……..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 59°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO 

              59°

finale precedente:      

<Già non hai tutti i torti, ma io volevo illustrarti un lago che per caratteristiche rappresentasse il top.

Di laghi ce ne sono a decine, e in questo momento l’acqua che stiamo utilizzando è solamente una parte di una grande riserva.

Una bella scorta saltuariamente incrementata con qualche altro nuovo lago che andiamo a scoprire un po’ dovunque, anche nel primo anello. Per noi l’acqua è talmente un bene prezioso che come la scopriamo ce la coccoliamo come si fa con un grande amore…!!

Pensa che alcuni laghi si trovano anche nel cuore della città. Naturalmente li teniamo “buoni buoni” per quando arriverà il loro momento di gloria…!!>

Tutti i laghi esistenti, utilizzati e non, erano protetti da apposite strutture atte a gestire un servizio che fosse sia conservativo che monitorante circa la loro tenuta…!!

<Ahhhh, in effetti mi suonava strano…??>

<Sai come funziona?

59° episodio  

Ci sono molte meteoriti che cadono sulla Luna alcune delle quali portatrici d’acqua, naturalmente sotto forma di ghiaccio.

Nel punto in cui avviene il botto si produce un calore tale che il ghiaccio si scioglie trasformandosi rapidamente in acqua. Una parte rimane in superficie si disperde per scomparire del tutto. Mentre per l’acqua che riesce ad attraversare le fessurazioni, un’ulteriore parte si disperde nelle profondità sconosciute e la rimanente va ad incanalarsi verso le grotte sottostanti fino a depositarsi nelle cavità esistenti trasformandole in invasi naturali.

Dei veri e propri laghi alcuni dei quali si ghiacciano.

L’operazione va a completarsi con la chiusura delle fessurazioni esterne grazie alla roccia liquefatta che, nella fase successiva, si solidifica sigillandone le parti. Mantenendo così l’ambiente sottostante perfettamente isolato dall’esterno.

Questo è un laghetto con un diametro di circa 25 metri però è profondo più di mille!>

<Cavolo! Allora l’acqua è parecchia!>

<Si l’acqua è tanta e noi siamo abbastanza bravi ad estrarla,

a non sprecarla e, ancora meglio, a riciclarla….>

Tutta l’acqua veniva fatta scorrere all’interno di tubazioni dimensionate in base al loro utilizzo:

  • acqua potabile;

  • scarico acque bianche;

  • scarico acque nere.

<Già perché tutte le acque bianche di scarico vengono convogliate in vasche e fatte scorrere su setti filtranti per poi andare a riempire altre vasche ad uso esclusivo della grande serra.

Mentre le acque nere, unite ai residui delle acque industriali, vengono incanalate direttamente nell’impianto di purificazione del settore di appartenenza per essere trattate seguendo precisi piani di smaltimento!>

In totale otto impianti di purificazione provvedevano a trasformare l’acqua nera di fogna in un’acqua, seppur non potabile, batteriologicamente pura.

Il giusto procedimento per scongiurare la trasformazione in pericolosi ricettacoli di malattie. Dopodiché, nell’impossibilità di un suo riutilizzo, veniva scaricata nelle cavità lunari più profonde che ancora non presentavano problemi di contenimento.

Per il futuro si stavano valutando studi alternativi.

Il più promettente, ma anche il più azzardato, trattava l’espulsione dell’acqua direttamente verso l’esterno.

Operazione da eseguire solamente nelle giornate di sole onde facilitarne l’evaporazione al contatto con il suolo arroventato.

<Tu non lo vedi perché è coperto ma adesso l’acqua di questo lago si trova cinquanta metri sotto il suo livello originario. Lo si può leggere dal misuratore posizionato a lato dell’impianto di copertura. Noi usiamo l’acqua e il lago si abbassa, elementare mio caro Alex! Allora ci sono tre tubi immersi nell’acqua che escono dal coperchio. Quei due sottili sono in realtà dei cavi scaldanti che permettono al ghiaccio di sciogliersi. Mentre il tubo più grosso, collegato alla pompa elettrica sistemata lungo il bordo del lago, serve per prelevare l’acqua. L’acqua aspirata passa attraverso due distinte e separate uscite che, collegate ad altrettanti tubi, portano:

A – all’acquedotto;

B – alle strutture impiegate per generare l’ossigeno e l’energia elettrica.>

<Vedo parecchie persone che lavorano per seguire tutte queste cose…..>

<Tutte queste cose come le chiami tu non sono altro che delle apparecchiature particolarmente sofisticate che servono per pompare l’acqua, generare l’ossigeno e gestirlo, generare l’energia elettrica ed infine alimentare l’acquedotto…!!>

Le pompe elettriche costruite a Selene si contraddistinguevano per la raffinata tecnologia che ne permetteva un loro utilizzo in modo continuativo e permanente per molti anni senza subire interruzioni di sorta…!!

Il primo dei due tubi in uscita entrava direttamente nella conduttura che portava all’acquedotto del settore di zona. L’acqua passava attraverso un sistema di filtraggio piuttosto complesso che ne assorbiva le impurità. Dopodiché, di una purezza cristallina, veniva immessa in due distinti acquedotti del settore dove l’erogazione proseguiva regolata da un sistema basato sui livelli di riempimento.

Diverso il compito del secondo tubo che andava a riempire un certo numero di vasche predisposte per un loro impiego atto a generare l’energia elettrica e l’ossigeno.

Una sola vasca ad uso esclusivo della centrale elettrica, mentre le rimanenti andavano a soddisfare l’intero apparato di zona riguardante la preparazione industriale dell’ossigeno.

L’acqua trattata con dei composti ottenuti esclusivamente dalla polverizzazione di una roccia lunare meteoritica risalente a circa cento milioni di anni prima, chiamata la nostra aria, produceva attraverso la specificità di certi macchinari quantità incredibili di ossigeno!

Una garanzia, in termini di risorsa, più che confortante per l’intera popolazione…!! Diversamente la vasca per la produzione di energia elettrica veniva riempita d’acqua con l’intento di farla scorrere in un circuito chiuso creato per generare l’energia elettrica stessa.

Un procedimento appropriato ne consentiva l’uso per un tempo certamente non indifferente. Una tubatura faceva scorrere l’acqua, attraverso una spessa parete di roccia, dalla vasca ad una grotta adiacente per riempire un’altra vasca identica nelle dimensioni. Dalla stessa partiva un ulteriore tubo dotato di testata ad imbuto che permetteva all’acqua di scivolare giù in picchiata per cinque metri. L’inclinazione del tubo, frutto di un semplice ma efficace calcolo specifico, consentiva l’introduzione dell’acqua direttamente nella turbina ad una velocità più che ragguardevole.

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

“seguirà” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 60°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 NUOVO EPISODIO 

              60°

finale precedente:      

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

60° episodio  

<E così, come per l’acqua e l’ossigeno, anche quest’energia elettrica è destinata al settore di zona! In totale ci sono dieci centrali elettriche, sparse all’interno del secondo anello, di cui otto in piena attività per una copertura di tutti gli otto settori in cui è suddivisa la città. Le altre due sono di rinforzo per coprire eventuali improvvise situazioni di emergenza.

Diverso il numero degli impianti utilizzati per gli acquedotti e la produzione dell’ossigeno.

Trenta: diciotto per l’ossigeno e dodici per l’acqua!>

Quel metodo settoriale di suddivisione seguiva una strategia logistica territoriale fondamentale per garantire la massima efficienza,

identificata nella copertura dell’intera rete selenese con il minimo sforzo!

<”Magico magico”! E’ tutto così fantastico che mi sembra sempre di sognare…..!!> intervenne Alex.

<Però che freddo, qui la temperatura sarà di 2 o 3 gradi sotto lo zero. In città fa decisamente più caldo, direi proprio una bella differenza>

<A dire il vero anche in città esistono zone con temperature basse. Sono posti abbastanza singolari dove l’inconveniente viene risolto con l’aria calda dei depuratori.>

<Mi sembra giusto dove fa freddo si riscalda…!!>

<Sotto il suolo lunare la temperatura cambia. Si va in profondità e aumenta il caldo. Però in alcuni sporadici casi si verifica esattamente l’opposto. Esattamente nel momento in cui l’ambiente viene raffreddato dalle infiltrazioni di temperatura gelida provenienti dall’esterno, considerato che l’aria non esiste. In questo modo le pareti della grotta si raffreddano lasciando inalterate le strutture di unione fondamentali per la tenuta stagna dell’habitat.>

<Fantastico, sembra tutto così surreale!>

<Chi ha freddo si riscalda con l’aria calda dei depuratori, e comunque si può lavorare bene anche indossando degli indumenti un po’ più pesanti, non ti sembra Isabel?>

<Certo che sì!

Io sono innamorata dell’abbigliamento tirolese.

Giacca in lana cotta stile tirolese, maglia in lana cotta in pura lana vergine…… uaoooooo mi piace un casino…!!

Allora ragazzi….. voi cosa dite..?

Io sarei un po’ infreddolita e anche leggermente affamata!!>

<Hai ragione sono già le tredici!

Se passi il tuo tempo in buona compagnia non ti accorgi mai della velocità del tempo stesso che scorre e se ne va!

Volendo, “piano piano”, possiamo anche rientrare.>

Alex prima di salire sul trenino si rivolse ad Aleandro per un chiarimento circa le luci flash intraviste nel viaggio di andata all’interno di una galleria tutt’altro che virtuale??

<Ma quella è una galleria che noi non frequentiamo più da molto tempo…!!> rispose Aleandro.

<E’ pericolosa perché manca di manutenzione e frequentarla sarebbe da incoscienti.

Lì dentro i crolli non rispettano più nessuno…!!>

<Aleandro ma guarda che non avevo le traveggole perché quelle luci….. le ho viste veramente…!!

Certamente è stato tutto così veloce da sembrare irreale….. Ma ti dirò di più perché accanto a quelle luci ho intravisto delle ombre in movimento…??

Però…. tu mi smentisci clamorosamente e allora…… pazienza…!!>

<Sicuramente hai preso un’abbaglio….. Mi dispiace per te…!!>

Alex sorpreso dall’atteggiamento ostruzionistico di Aleandro preferì zittirsi evitando così ulteriori affermazioni discordanti.

Giusto il tempo per fare l’occhiolino a Isabel e chiudere la parentesi con un suo personalissimo pensiero…..

<“Mi piacerebbe tanto conoscere il motivo che ha portato Aleandro a mentirmi così spudoratamente?”>

“seguirà……..” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 59°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO 

              59°

finale precedente:      

<Già non hai tutti i torti, ma io volevo illustrarti un lago che per caratteristiche rappresentasse il top.

Di laghi ce ne sono a decine, e in questo momento l’acqua che stiamo utilizzando è solamente una parte di una grande riserva.

Una bella scorta saltuariamente incrementata con qualche altro nuovo lago che andiamo a scoprire un po’ dovunque, anche nel primo anello. Per noi l’acqua è talmente un bene prezioso che come la scopriamo ce la coccoliamo come si fa con un grande amore…!!

Pensa che alcuni laghi si trovano anche nel cuore della città. Naturalmente li teniamo “buoni buoni” per quando arriverà il loro momento di gloria…!!>

Tutti i laghi esistenti, utilizzati e non, erano protetti da apposite strutture atte a gestire un servizio che fosse sia conservativo che monitorante circa la loro tenuta…!!

<Ahhhh, in effetti mi suonava strano…??>

<Sai come funziona?

59° episodio  

Ci sono molte meteoriti che cadono sulla Luna alcune delle quali portatrici d’acqua, naturalmente sotto forma di ghiaccio.

Nel punto in cui avviene il botto si produce un calore tale che il ghiaccio si scioglie trasformandosi rapidamente in acqua. Una parte rimane in superficie si disperde per scomparire del tutto. Mentre per l’acqua che riesce ad attraversare le fessurazioni, un’ulteriore parte si disperde nelle profondità sconosciute e la rimanente va ad incanalarsi verso le grotte sottostanti fino a depositarsi nelle cavità esistenti trasformandole in invasi naturali.

Dei veri e propri laghi alcuni dei quali si ghiacciano.

L’operazione va a completarsi con la chiusura delle fessurazioni esterne grazie alla roccia liquefatta che, nella fase successiva, si solidifica sigillandone le parti. Mantenendo così l’ambiente sottostante perfettamente isolato dall’esterno.

Questo è un laghetto con un diametro di circa 25 metri però è profondo più di mille!>

<Cavolo! Allora l’acqua è parecchia!>

<Si l’acqua è tanta e noi siamo abbastanza bravi ad estrarla,

a non sprecarla e, ancora meglio, a riciclarla….>

Tutta l’acqua veniva fatta scorrere all’interno di tubazioni dimensionate in base al loro utilizzo:

  • acqua potabile;

  • scarico acque bianche;

  • scarico acque nere.

<Già perché tutte le acque bianche di scarico vengono convogliate in vasche e fatte scorrere su setti filtranti per poi andare a riempire altre vasche ad uso esclusivo della grande serra.

Mentre le acque nere, unite ai residui delle acque industriali, vengono incanalate direttamente nell’impianto di purificazione del settore di appartenenza per essere trattate seguendo precisi piani di smaltimento!>

In totale otto impianti di purificazione provvedevano a trasformare l’acqua nera di fogna in un’acqua, seppur non potabile, batteriologicamente pura.

Il giusto procedimento per scongiurare la trasformazione in pericolosi ricettacoli di malattie. Dopodiché, nell’impossibilità di un suo riutilizzo, veniva scaricata nelle cavità lunari più profonde che ancora non presentavano problemi di contenimento.

Per il futuro si stavano valutando studi alternativi.

Il più promettente, ma anche il più azzardato, trattava l’espulsione dell’acqua direttamente verso l’esterno.

Operazione da eseguire solamente nelle giornate di sole onde facilitarne l’evaporazione al contatto con il suolo arroventato.

<Tu non lo vedi perché è coperto ma adesso l’acqua di questo lago si trova cinquanta metri sotto il suo livello originario. Lo si può leggere dal misuratore posizionato a lato dell’impianto di copertura. Noi usiamo l’acqua e il lago si abbassa, elementare mio caro Alex! Allora ci sono tre tubi immersi nell’acqua che escono dal coperchio. Quei due sottili sono in realtà dei cavi scaldanti che permettono al ghiaccio di sciogliersi. Mentre il tubo più grosso, collegato alla pompa elettrica sistemata lungo il bordo del lago, serve per prelevare l’acqua. L’acqua aspirata passa attraverso due distinte e separate uscite che, collegate ad altrettanti tubi, portano:

A – all’acquedotto;

B – alle strutture impiegate per generare l’ossigeno e l’energia elettrica.>

<Vedo parecchie persone che lavorano per seguire tutte queste cose…..>

<Tutte queste cose come le chiami tu non sono altro che delle apparecchiature particolarmente sofisticate che servono per pompare l’acqua, generare l’ossigeno e gestirlo, generare l’energia elettrica ed infine alimentare l’acquedotto…!!>

Le pompe elettriche costruite a Selene si contraddistinguevano per la raffinata tecnologia che ne permetteva un loro utilizzo in modo continuativo e permanente per molti anni senza subire interruzioni di sorta…!!

Il primo dei due tubi in uscita entrava direttamente nella conduttura che portava all’acquedotto del settore di zona. L’acqua passava attraverso un sistema di filtraggio piuttosto complesso che ne assorbiva le impurità. Dopodiché, di una purezza cristallina, veniva immessa in due distinti acquedotti del settore dove l’erogazione proseguiva regolata da un sistema basato sui livelli di riempimento.

Diverso il compito del secondo tubo che andava a riempire un certo numero di vasche predisposte per un loro impiego atto a generare l’energia elettrica e l’ossigeno.

Una sola vasca ad uso esclusivo della centrale elettrica, mentre le rimanenti andavano a soddisfare l’intero apparato di zona riguardante la preparazione industriale dell’ossigeno.

L’acqua trattata con dei composti ottenuti esclusivamente dalla polverizzazione di una roccia lunare meteoritica risalente a circa cento milioni di anni prima, chiamata la nostra aria, produceva attraverso la specificità di certi macchinari quantità incredibili di ossigeno!

Una garanzia, in termini di risorsa, più che confortante per l’intera popolazione…!! Diversamente la vasca per la produzione di energia elettrica veniva riempita d’acqua con l’intento di farla scorrere in un circuito chiuso creato per generare l’energia elettrica stessa.

Un procedimento appropriato ne consentiva l’uso per un tempo certamente non indifferente. Una tubatura faceva scorrere l’acqua, attraverso una spessa parete di roccia, dalla vasca ad una grotta adiacente per riempire un’altra vasca identica nelle dimensioni. Dalla stessa partiva un ulteriore tubo dotato di testata ad imbuto che permetteva all’acqua di scivolare giù in picchiata per cinque metri. L’inclinazione del tubo, frutto di un semplice ma efficace calcolo specifico, consentiva l’introduzione dell’acqua direttamente nella turbina ad una velocità più che ragguardevole.

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

“seguirà” 

Il campanile di Oroset I – libro primo – (nuovo episodio 60°)

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              60°

finale precedente:      

La turbina, sistemata nella parte piana della grotta, accoppiata ad un alternatore generava l’energia elettrica. Il completamento della centrale elettrica predisponeva l’energia per una sua facile distribuzione.

La stessa acqua raccolta nella vasca sottostante la turbina veniva reimmessa, attraverso l’ausilio di una seconda pompa elettrica,

nella vasca di superficie. Alla fine del percorso di risalita una serie di filtri provvedevano a mantenere l’acqua perfettamente pulita.

Ciò consentiva alla stessa di essere riutilizzata nel tempo senza interruzioni di sorta. Ogni spreco idrico andava evitato!

60° episodio  

<E così, come per l’acqua e l’ossigeno, anche quest’energia elettrica è destinata al settore di zona! In totale ci sono dieci centrali elettriche, sparse all’interno del secondo anello, di cui otto in piena attività per una copertura di tutti gli otto settori in cui è suddivisa la città. Le altre due sono di rinforzo per coprire eventuali improvvise situazioni di emergenza.

Diverso il numero degli impianti utilizzati per gli acquedotti e la produzione dell’ossigeno.

Trenta: diciotto per l’ossigeno e dodici per l’acqua!>

Quel metodo settoriale di suddivisione seguiva una strategia logistica territoriale fondamentale per garantire la massima efficienza,

identificata nella copertura dell’intera rete selenese con il minimo sforzo!

<”Magico magico”! E’ tutto così fantastico che mi sembra sempre di sognare…..!!> intervenne Alex.

<Però che freddo, qui la temperatura sarà di 2 o 3 gradi sotto lo zero. In città fa decisamente più caldo, direi proprio una bella differenza>

<A dire il vero anche in città esistono zone con temperature basse. Sono posti abbastanza singolari dove l’inconveniente viene risolto con l’aria calda dei depuratori.>

<Mi sembra giusto dove fa freddo si riscalda…!!>

<Sotto il suolo lunare la temperatura cambia. Si va in profondità e aumenta il caldo. Però in alcuni sporadici casi si verifica esattamente l’opposto. Esattamente nel momento in cui l’ambiente viene raffreddato dalle infiltrazioni di temperatura gelida provenienti dall’esterno, considerato che l’aria non esiste. In questo modo le pareti della grotta si raffreddano lasciando inalterate le strutture di unione fondamentali per la tenuta stagna dell’habitat.>

<Fantastico, sembra tutto così surreale!>

<Chi ha freddo si riscalda con l’aria calda dei depuratori, e comunque si può lavorare bene anche indossando degli indumenti un po’ più pesanti, non ti sembra Isabel?>

<Certo che sì!

Io sono innamorata dell’abbigliamento tirolese.

Giacca in lana cotta stile tirolese, maglia in lana cotta in pura lana vergine…… uaoooooo mi piace un casino…!!

Allora ragazzi….. voi cosa dite..?

Io sarei un po’ infreddolita e anche leggermente affamata!!>

<Hai ragione sono già le tredici!

Se passi il tuo tempo in buona compagnia non ti accorgi mai della velocità del tempo stesso che scorre e se ne va!

Volendo, “piano piano”, possiamo anche rientrare.>

Alex prima di salire sul trenino si rivolse ad Aleandro per un chiarimento circa le luci flash intraviste nel viaggio di andata all’interno di una galleria tutt’altro che virtuale??

<Ma quella è una galleria che noi non frequentiamo più da molto tempo…!!> rispose Aleandro.

<E’ pericolosa perché manca di manutenzione e frequentarla sarebbe da incoscienti.

Lì dentro i crolli non rispettano più nessuno…!!>

<Aleandro ma guarda che non avevo le traveggole perché quelle luci….. le ho viste veramente…!!

Certamente è stato tutto così veloce da sembrare irreale….. Ma ti dirò di più perché accanto a quelle luci ho intravisto delle ombre in movimento…??

Però…. tu mi smentisci clamorosamente e allora…… pazienza…!!>

<Sicuramente hai preso un’abbaglio….. Mi dispiace per te…!!>

Alex sorpreso dall’atteggiamento ostruzionistico di Aleandro preferì zittirsi evitando così ulteriori affermazioni discordanti.

Giusto il tempo per fare l’occhiolino a Isabel e chiudere la parentesi con un suo personalissimo pensiero…..

<“Mi piacerebbe tanto conoscere il motivo che ha portato Aleandro a mentirmi così spudoratamente?”>

“seguirà……..”