EPISODIO 72°
finale precedente:
<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>
<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..
Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare
distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>
Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra e con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.
Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!
72° episodio
<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>
<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..
Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare
distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>
Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra e con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.
Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!
Come i lunari anche gli orosetiani vivevano tutti, senza esclusione alcuna, all’insegna della totale condivisione di quell’agiatezza raggiunta dalla loro civiltà.
Fondamentale il contributo partorito da quel particolare collegato ai soldi, visto e considerato che anche a Oroset non erano stati creati…!!
Esattamente come a Selene!
I ricchi e i poveri si potevano distinguere solamente per le loro esclusive personalità e nient’altro…!!
Tutti con la medesima qualità di vita conseguente all’equa distribuzione del benessere raggiunto…!!
<Ah però, anche questa è una gran bella notizia, direi veramente confortante!!> esclamò Alex.
<Diversi anni fa i nostri potenti telescopi individuarono dei pianeti appartenenti ad un altro sistema solare. Tutti quei pianeti, a voi noti, avevano già un nome ma ovviamente per noi erano dei perfetti sconosciuti!>
Furono organizzate due spedizioni, l’ultima delle quali venne lanciata il 27 febbraio 1975.
Purtroppo di loro non si seppe più nulla!
L’unico dato certo si riferiva all’interruzione delle comunicazioni radio.
Si presume una certa analogia con la situazione vissuta da Luminor e i suoi, trentacinque anni dopo, esattamente nel momento in cui lasciarono il vecchio sistema solare per entrare nello spazio interplanetario e successivamente in un nuovo sistema solare quando, improvvisamente, tutte le comunicazioni vennero troncate per poi riprendere con i nuovi linguaggi tipici del mondo Terra!
Da allora ne passò del tempo finché un bel giorno, di punto in bianco, venne presa la tanto agognata decisione di ripartire con le esplorazioni verso un nuovo sistema solare.
E così, a distanza di trentacinque anni dalla seconda e ultima spedizione, Luminor si prese la grande soddisfazione di presiedere il comando della prima di una nuova serie di esplorazioni nello spazio interstellare!
Il 10 marzo del 2010
partirono per la loro prima avventura verso un nuovo mondo.
L’obiettivo era lo stesso delle due precedenti spedizioni:
cercare nello spazio un nuovo pianeta simile a Oroset per poi poterlo colonizzare.
Certamente ambiziosi poiché consideravano la loro missione come l’unica in grado di aprire nuovi orizzonti di vita.
L’astronave orosetiana era in grado di affrontare lunghi viaggi nello spazio che potevano durare anche diversi anni, cambusa di bordo permettendo, percorrendo migliaia di miliardi di chilometri.
Dalla forma triangolare interamente configurata a doppio ponte.
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Lunghezza trentadue metri;
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Larghezza dai tre metri della prua ai ventisei della poppa;
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Altezza, esclusi i carrelli d’allunaggio, sette metri.
Dotata di due propulsori diamanticolari, operanti distintamente in singola sequenza (spento il primo entrava automaticamente in funzione il secondo), in grado di produrre l’energia elettrica necessaria per mantenere la funzionalità dell’intero apparato di bordo, sae (sistemi accumulo energia) compresi. I motori, data la loro incredibile espressione di potenza, assorbivano una quantità non indifferente di energia che veniva garantita, con esuberante efficacia, dal propulsore diamanticolare. Otto potentissimi motori elettrici, quattro in uso di funzione e quattro di riserva, situati nella parte posteriore in grado di imprimere una propulsione che andava fuori da ogni logica di un sano calcolo: oltre 11 miliardi di chilometri all’ora!!
velocità della luce 300.000 Km/s;
velocità orosetiana: 3.000.000 Km/s.
L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,
ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!