Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 73°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO  73°

finale precedente:      

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

73° episodio   

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

Dopo ventiquattro mesi di navigazione nello spazio, in un momento ben preciso ma indefinibile, si lasciarono alle spalle il loro caro e vecchio sistema solare per entrare nello spazio interstellare.

Ciò causò il taglio completo dei collegamenti radio con il pianeta Oroset.

L’isolamento durò ventiquattro ore. Anche se all’apparenza breve, il tratto percorso in quella parte di spazio interstellare fu di circa 270 miliardi di chilometri. Dopodiché entrarono in un nuovo sistema solare e la radio di bordo in una nuova vita!

Un momento memorabile di grande gioia culminato con la prospettiva di poter finalizzare quell’ambizioso progetto appositamente studiato per cercare un mondo nuovo da colonizzare!

L’esultanza contagiò l’intero equipaggio portandolo a livelli di felicità mai raggiunti fino a quel momento!

Nell’itinerario programmato era prevista anche la variante del pianeta abitato. Ma solamente nel caso

di una accertata disponibilità alla convivenza alimentata da spirito di fratellanza, pace e nobili intenti!!

Numerose le comunicazioni captate in un caleidoscopio

di linguaggi.

Si trovarono nel bel mezzo di un nuovo sistema solare

costituito, oltre che dal sole, da diversi pianeti, pianeti nani, lune e da migliaia di corpi minori.

Il pianeta più interessante: la Terra e il suo satellite Luna.

Era la Terra che pullulava di vita. Al contrario sulla Luna non c’erano le condizioni idonee per coltivarla.

Il dodici marzo 2012 dopo aver completato la loro prima orbita lunare

decisero di procedere con l’allunaggio.

Ma un’improvvisa grave anomalia presente nel sistema motori li costrinse ad una drastica manovra che li portò ad effettuare un allunaggio di fortuna.

I motori si spegnevano e si riaccendevano in continuazione. Ciononostante stavano per completare un difficile, ma non impossibile, allunaggio verticale quando, improvviso e definitivo, sopraggiunse il blocco dei motori.

Subito seguito da un black-out totale.

L’astronave priva dell’energia elettrica poteva contare solamente sulle luci di emergenza e, parzialmente, sulla plancia di comando.

In quelle condizioni, a dir poco drammatiche, era praticamente proibitivo, se non impossibile, proseguire con l’allunaggio verticale…..

Si sarebbero clamorosamente spiaccicati al suolo!

Fortuna volle che negli istanti precedenti il black-out, nel pieno del marasma generale di un complicato atterraggio verticale, ebbero la felice intuizione di far uscire i quattro carrelli d’allunaggio.

Per ogni carrello si contavano quattro ruote.

Posizionati uno sotto il muso, due sotto la fusoliera centrale ed il quarto sotto la fusoliera posteriore.

Un particolare che alla fine permise loro di sfruttare l’unica speranza di salvezza:

l’allunaggio in scivolata…!!

L’astronave riuscì a toccare il suolo lunare alla velocità di duecento chilometri orari. L’intero sistema frenante anche se penalizzato dagli eventi stava dando il meglio di sé stesso. Ma non fu sufficiente per compiere l’impresa perfetta!

Realmente impossibile evitare una serie di piccole colline. La loro corsa si concluse esattamente nel momento in cui il muso dell’astronave andò ad infilarsi tra le rocce della collina predestinata…!!

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

seguirà……

Il campanile di Oroset I – libro primo – (NUOVO EPISODIO 74°)

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 NUOVO EPISODIO 

              74°

 finale precedente:      

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

73° episodio   

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

L’interno dell’astronave si presentava con la parte frontale vistosamente accartocciata! Le cose andarono nettamente meglio per i vani centrali e posteriori di entrambi i ponti anche se l’astronave, nel suo complesso, risultava irrimediabilmente danneggiata. Ai sette miracolati, dopo l’amara e dolorosa constatazione che per ventuno di loro non ci sarebbe stato più nulla da fare, il compito di coprire i loro volti esaltando così il significato di un fraterno e amorevole rispetto.

Rabbia:

imperdonabile aver trascurato l’importanza di stare seduti e imbracati…!! Certamente non si sarebbe parlato di strage…!!…??…!!

Quale diavolo di accidente li costrinse a vivere un momento

davvero particolare” così assurdo da farlo sembrare virtuale?

Ma che virtuale non era…!!

Una semplice ma più che significativa occhiata fu sufficiente per rendersi conto della gravità della situazione…!! I due potentissimi SAE di cui l’apparato energetico di riserva era dotato stavano dando dimostrazione di come ci si sentiva nell’essere completamente svuotati…..

I display sembravano dei giocattoli inanimati…!!

Immediatamente controllarono lo stato di salute dei due propulsori. E la scoperta che fecero i sette superstiti fu a dir poco clamorosa…??…!!

Propulsori diamanticolari fuori uso…!!

Nel primo laser i tre diamantoni si erano sgretolati in centinaia di brillanti che alla luce delle torce sembravano follie psichedeliche. Mentre nel secondo, sicuramente entrato in funzione per qualche istante, gli altri tre diamantoni apparivano completamente bruciati.

Rimasero esterrefatti perché il laser diamanticolare aveva retto solamente per 200 mila miliardi di chilometri…..

Solamente…??

In ogni caso nella sventura di quella disgraziata realtà la fortuna si rivelò una loro alleata:

la Luna era abitata…!!

Una sensazione di grande felicità stile liberatorio li colse d’istinto. Ciò non impedì loro un self-control comportamentale nel pieno rispetto dei loro compagni deceduti…!!

<Incredibile>, affermò Alex, <ogni tanto mi devo dare un pizzicotto per rendermi conto di essere sveglio.!.!.!

Ahiaaaaaaa!!!

Ma porca puttana……. Isabel…??

Uahahah…!! Uahahah…!! Uahahah…!!

Ohhhh….. Isabel Isabel…!!>

E fu vero e simpatico, ma anche forte e doloroso, il pizzicotto che Isabel schiacciò sulla chiappa destra di Alex!

<Incredibile la velocità delle vostre astronavi! Ma questo propulsore laser diamanticolare che cos’ha di così particolare?>

<Semplice, si avvale di un laser che utilizza i diamantoni! Praticamente dei grossi diamanti, ognuno del peso di due chilogrammi!>

<Ehhhhh….. roba da non credere! Basta pensare che da noi il diamante più grosso rinvenuto nel 2007 pesa un chilogrammo e quattro etti!>

Che in base all’unità di peso del diamante, utilizzata sulla Terra,

voleva dire 7.000 carati abbondanti!

Così quel grande diamante da due chilogrammi

valeva ben 10.000 carati!!

<E già, mio caro, i vostri carati sicuramente hanno un valore economico, considerato che per i terrestri tutto deve avere un prezzo. Ma che tristezza! Scusami tanto Alex….. ma per noi i diamanti hanno un’importanza squisitamente tecnologica e scientifica.

Il giusto significato per dei minerali speciali…!!

Ecco che sfruttando il potere di riflessione intrinseco nei nostri diamantoni il laser riesce a catturare e a concentrare una quantità incredibile di luce sparata.>

Il mezzo attivo del laser era costituito da tre diamantoni tagliati in forme cilindriche con le faccette unidirezionali uguali sia nelle dimensioni che nel peso. Il fascio laser in uscita, denso di elevata potenza, andava a colpire direttamente la turbina ad inversione termica generando così una grossa fonte di energia. Apparecchi altamente tecnologici, che potevano rispecchiarsi nei tradizionali e sorpassati alternatori e generatori, erano parte integrante dell’intero impianto della piccola centrale elettrica.

Una garanzia in termini di efficienza!!

<Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute. Le radiazioni emesse sono decisamente al di sotto di certi standard tarati sulla sufficienza. L’apposita protezione realizzata a garanzia di un’espressione di massima sicurezza può essere considerata come uno spot per la vita.> concluse Luminor.

<Quindi sono talmente sicuri da fare quasi schifo…??>

<Certo! Detta così mi fai sentire anche orgoglioso per questo nostro modo di procedere: stile orosetiano! Grazie amico!>

<Siete eccezionali….. Ma vi rendete conto che a bordo di ogni astronave ci sono sessantamila carati di diamanti…?? Uahahah…!!> disse uno strabiliato Alex. <Se ne venissero a conoscenza i terrestri…?? Le vostre astronavi sono sicuramente le più veloci dell’intero universo, ma anche le più preziose! Uahahah…!! Uahahah…!! Comunque, velocità a parte, non ve lo siete mai fatto un pensierino sulla Terra?>

seguirà……

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 72°)

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 EPISODIO   72°

finale precedente:      

<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

72° episodio   

<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

Come i lunari anche gli orosetiani vivevano tutti, senza esclusione alcuna, all’insegna della totale condivisione di quell’agiatezza raggiunta dalla loro civiltà.

Fondamentale il contributo partorito da quel particolare collegato ai soldi, visto e considerato che anche a Oroset non erano stati creati…!!

Esattamente come a Selene!

I ricchi e i poveri si potevano distinguere solamente per le loro esclusive personalità e nient’altro…!!

Tutti con la medesima qualità di vita conseguente all’equa distribuzione del benessere raggiunto…!!

<Ah però, anche questa è una gran bella notizia, direi veramente confortante!!> esclamò Alex.

<Diversi anni fa i nostri potenti telescopi individuarono dei pianeti appartenenti ad un altro sistema solare. Tutti quei pianeti, a voi noti, avevano già un nome ma ovviamente per noi erano dei perfetti sconosciuti!>

Furono organizzate due spedizioni, l’ultima delle quali venne lanciata il 27 febbraio 1975.

Purtroppo di loro non si seppe più nulla!

L’unico dato certo si riferiva all’interruzione delle comunicazioni radio.

Si presume una certa analogia con la situazione vissuta da Luminor e i suoi, trentacinque anni dopo, esattamente nel momento in cui lasciarono il vecchio sistema solare per entrare nello spazio interplanetario e successivamente in un nuovo sistema solare quando, improvvisamente, tutte le comunicazioni vennero troncate per poi riprendere con i nuovi linguaggi tipici del mondo Terra!

Da allora ne passò del tempo finché un bel giorno, di punto in bianco, venne presa la tanto agognata decisione di ripartire con le esplorazioni verso un nuovo sistema solare.

E così, a distanza di trentacinque anni dalla seconda e ultima spedizione, Luminor si prese la grande soddisfazione di presiedere il comando della prima di una nuova serie di esplorazioni nello spazio interstellare!

Il 10 marzo del 2010

partirono per la loro prima avventura verso un nuovo mondo.

L’obiettivo era lo stesso delle due precedenti spedizioni:

cercare nello spazio un nuovo pianeta simile a Oroset per poi poterlo colonizzare.

Certamente ambiziosi poiché consideravano la loro missione come l’unica in grado di aprire nuovi orizzonti di vita.

L’astronave orosetiana era in grado di affrontare lunghi viaggi nello spazio che potevano durare anche diversi anni, cambusa di bordo permettendo, percorrendo migliaia di miliardi di chilometri.

Dalla forma triangolare interamente configurata a doppio ponte.

  • Lunghezza trentadue metri;

  • Larghezza dai tre metri della prua ai ventisei della poppa;

  • Altezza, esclusi i carrelli d’allunaggio, sette metri.

Dotata di due propulsori diamanticolari, operanti distintamente in singola sequenza (spento il primo entrava automaticamente in funzione il secondo), in grado di produrre l’energia elettrica necessaria per mantenere la funzionalità dell’intero apparato di bordo, sae (sistemi accumulo energia) compresi. I motori, data la loro incredibile espressione di potenza, assorbivano una quantità non indifferente di energia che veniva garantita, con esuberante efficacia, dal propulsore diamanticolare. Otto potentissimi motori elettrici, quattro in uso di funzione e quattro di riserva, situati nella parte posteriore in grado di imprimere una propulsione che andava fuori da ogni logica di un sano calcolo: oltre 11 miliardi di chilometri all’ora!!

velocità della luce 300.000 Km/s;

velocità orosetiana: 3.000.000 Km/s.

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

“seguirà………”

Il campanile di Oroset I – libro primo – (NUOVO EPISODIO 73°)

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finale precedente:      

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

73° episodio   

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

Dopo ventiquattro mesi di navigazione nello spazio, in un momento ben preciso ma indefinibile, si lasciarono alle spalle il loro caro e vecchio sistema solare per entrare nello spazio interstellare.

Ciò causò il taglio completo dei collegamenti radio con il pianeta Oroset.

L’isolamento durò ventiquattro ore. Anche se all’apparenza breve, il tratto percorso in quella parte di spazio interstellare fu di circa 270 miliardi di chilometri. Dopodiché entrarono in un nuovo sistema solare e la radio di bordo in una nuova vita!

Un momento memorabile di grande gioia culminato con la prospettiva di poter finalizzare quell’ambizioso progetto appositamente studiato per cercare un mondo nuovo da colonizzare!

L’esultanza contagiò l’intero equipaggio portandolo a livelli di felicità mai raggiunti fino a quel momento!

Nell’itinerario programmato era prevista anche la variante del pianeta abitato. Ma solamente nel caso

di una accertata disponibilità alla convivenza alimentata da spirito di fratellanza, pace e nobili intenti!!

Numerose le comunicazioni captate in un caleidoscopio

di linguaggi.

Si trovarono nel bel mezzo di un nuovo sistema solare

costituito, oltre che dal sole, da diversi pianeti, pianeti nani, lune e da migliaia di corpi minori.

Il pianeta più interessante: la Terra e il suo satellite Luna.

Era la Terra che pullulava di vita. Al contrario sulla Luna non c’erano le condizioni idonee per coltivarla.

Il dodici marzo 2012 dopo aver completato la loro prima orbita lunare

decisero di procedere con l’allunaggio.

Ma un’improvvisa grave anomalia presente nel sistema motori li costrinse ad una drastica manovra che li portò ad effettuare un allunaggio di fortuna.

I motori si spegnevano e si riaccendevano in continuazione. Ciononostante stavano per completare un difficile, ma non impossibile, allunaggio verticale quando, improvviso e definitivo, sopraggiunse il blocco dei motori.

Subito seguito da un black-out totale.

L’astronave priva dell’energia elettrica poteva contare solamente sulle luci di emergenza e, parzialmente, sulla plancia di comando.

In quelle condizioni, a dir poco drammatiche, era praticamente proibitivo, se non impossibile, proseguire con l’allunaggio verticale…..

Si sarebbero clamorosamente spiaccicati al suolo!

Fortuna volle che negli istanti precedenti il black-out, nel pieno del marasma generale di un complicato atterraggio verticale, ebbero la felice intuizione di far uscire i quattro carrelli d’allunaggio.

Per ogni carrello si contavano quattro ruote.

Posizionati uno sotto il muso, due sotto la fusoliera centrale ed il quarto sotto la fusoliera posteriore.

Un particolare che alla fine permise loro di sfruttare l’unica speranza di salvezza:

l’allunaggio in scivolata…!!

L’astronave riuscì a toccare il suolo lunare alla velocità di duecento chilometri orari. L’intero sistema frenante anche se penalizzato dagli eventi stava dando il meglio di sé stesso. Ma non fu sufficiente per compiere l’impresa perfetta!

Realmente impossibile evitare una serie di piccole colline. La loro corsa si concluse esattamente nel momento in cui il muso dell’astronave andò ad infilarsi tra le rocce della collina predestinata…!!

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

seguirà……

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 72°)

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<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

72° episodio   

<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

Come i lunari anche gli orosetiani vivevano tutti, senza esclusione alcuna, all’insegna della totale condivisione di quell’agiatezza raggiunta dalla loro civiltà.

Fondamentale il contributo partorito da quel particolare collegato ai soldi, visto e considerato che anche a Oroset non erano stati creati…!!

Esattamente come a Selene!

I ricchi e i poveri si potevano distinguere solamente per le loro esclusive personalità e nient’altro…!!

Tutti con la medesima qualità di vita conseguente all’equa distribuzione del benessere raggiunto…!!

<Ah però, anche questa è una gran bella notizia, direi veramente confortante!!> esclamò Alex.

<Diversi anni fa i nostri potenti telescopi individuarono dei pianeti appartenenti ad un altro sistema solare. Tutti quei pianeti, a voi noti, avevano già un nome ma ovviamente per noi erano dei perfetti sconosciuti!>

Furono organizzate due spedizioni, l’ultima delle quali venne lanciata il 27 febbraio 1975.

Purtroppo di loro non si seppe più nulla!

L’unico dato certo si riferiva all’interruzione delle comunicazioni radio.

Si presume una certa analogia con la situazione vissuta da Luminor e i suoi, trentacinque anni dopo, esattamente nel momento in cui lasciarono il vecchio sistema solare per entrare nello spazio interplanetario e successivamente in un nuovo sistema solare quando, improvvisamente, tutte le comunicazioni vennero troncate per poi riprendere con i nuovi linguaggi tipici del mondo Terra!

Da allora ne passò del tempo finché un bel giorno, di punto in bianco, venne presa la tanto agognata decisione di ripartire con le esplorazioni verso un nuovo sistema solare.

E così, a distanza di trentacinque anni dalla seconda e ultima spedizione, Luminor si prese la grande soddisfazione di presiedere il comando della prima di una nuova serie di esplorazioni nello spazio interstellare!

Il 10 marzo del 2010

partirono per la loro prima avventura verso un nuovo mondo.

L’obiettivo era lo stesso delle due precedenti spedizioni:

cercare nello spazio un nuovo pianeta simile a Oroset per poi poterlo colonizzare.

Certamente ambiziosi poiché consideravano la loro missione come l’unica in grado di aprire nuovi orizzonti di vita.

L’astronave orosetiana era in grado di affrontare lunghi viaggi nello spazio che potevano durare anche diversi anni, cambusa di bordo permettendo, percorrendo migliaia di miliardi di chilometri.

Dalla forma triangolare interamente configurata a doppio ponte.

  • Lunghezza trentadue metri;

  • Larghezza dai tre metri della prua ai ventisei della poppa;

  • Altezza, esclusi i carrelli d’allunaggio, sette metri.

Dotata di due propulsori diamanticolari, operanti distintamente in singola sequenza (spento il primo entrava automaticamente in funzione il secondo), in grado di produrre l’energia elettrica necessaria per mantenere la funzionalità dell’intero apparato di bordo, sae (sistemi accumulo energia) compresi. I motori, data la loro incredibile espressione di potenza, assorbivano una quantità non indifferente di energia che veniva garantita, con esuberante efficacia, dal propulsore diamanticolare. Otto potentissimi motori elettrici, quattro in uso di funzione e quattro di riserva, situati nella parte posteriore in grado di imprimere una propulsione che andava fuori da ogni logica di un sano calcolo: oltre 11 miliardi di chilometri all’ora!!

velocità della luce 300.000 Km/s;

velocità orosetiana: 3.000.000 Km/s.

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

“seguirà………”

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L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

73° episodio   

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

Dopo ventiquattro mesi di navigazione nello spazio, in un momento ben preciso ma indefinibile, si lasciarono alle spalle il loro caro e vecchio sistema solare per entrare nello spazio interstellare.

Ciò causò il taglio completo dei collegamenti radio con il pianeta Oroset.

L’isolamento durò ventiquattro ore. Anche se all’apparenza breve, il tratto percorso in quella parte di spazio interstellare fu di circa 270 miliardi di chilometri. Dopodiché entrarono in un nuovo sistema solare e la radio di bordo in una nuova vita!

Un momento memorabile di grande gioia culminato con la prospettiva di poter finalizzare quell’ambizioso progetto appositamente studiato per cercare un mondo nuovo da colonizzare!

L’esultanza contagiò l’intero equipaggio portandolo a livelli di felicità mai raggiunti fino a quel momento!

Nell’itinerario programmato era prevista anche la variante del pianeta abitato. Ma solamente nel caso

di una accertata disponibilità alla convivenza alimentata da spirito di fratellanza, pace e nobili intenti!!

Numerose le comunicazioni captate in un caleidoscopio

di linguaggi.

Si trovarono nel bel mezzo di un nuovo sistema solare

costituito, oltre che dal sole, da diversi pianeti, pianeti nani, lune e da migliaia di corpi minori.

Il pianeta più interessante: la Terra e il suo satellite Luna.

Era la Terra che pullulava di vita. Al contrario sulla Luna non c’erano le condizioni idonee per coltivarla.

Il dodici marzo 2012 dopo aver completato la loro prima orbita lunare

decisero di procedere con l’allunaggio.

Ma un’improvvisa grave anomalia presente nel sistema motori li costrinse ad una drastica manovra che li portò ad effettuare un allunaggio di fortuna.

I motori si spegnevano e si riaccendevano in continuazione. Ciononostante stavano per completare un difficile, ma non impossibile, allunaggio verticale quando, improvviso e definitivo, sopraggiunse il blocco dei motori.

Subito seguito da un black-out totale.

L’astronave priva dell’energia elettrica poteva contare solamente sulle luci di emergenza e, parzialmente, sulla plancia di comando.

In quelle condizioni, a dir poco drammatiche, era praticamente proibitivo, se non impossibile, proseguire con l’allunaggio verticale…..

Si sarebbero clamorosamente spiaccicati al suolo!

Fortuna volle che negli istanti precedenti il black-out, nel pieno del marasma generale di un complicato atterraggio verticale, ebbero la felice intuizione di far uscire i quattro carrelli d’allunaggio.

Per ogni carrello si contavano quattro ruote.

Posizionati uno sotto il muso, due sotto la fusoliera centrale ed il quarto sotto la fusoliera posteriore.

Un particolare che alla fine permise loro di sfruttare l’unica speranza di salvezza:

l’allunaggio in scivolata…!!

L’astronave riuscì a toccare il suolo lunare alla velocità di duecento chilometri orari. L’intero sistema frenante anche se penalizzato dagli eventi stava dando il meglio di sé stesso. Ma non fu sufficiente per compiere l’impresa perfetta!

Realmente impossibile evitare una serie di piccole colline. La loro corsa si concluse esattamente nel momento in cui il muso dell’astronave andò ad infilarsi tra le rocce della collina predestinata…!!

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

seguirà……

Il campanile di Oroset I – libro primo – (episodio 72°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 EPISODIO   72°

finale precedente:      

<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

72° episodio   

<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

Come i lunari anche gli orosetiani vivevano tutti, senza esclusione alcuna, all’insegna della totale condivisione di quell’agiatezza raggiunta dalla loro civiltà.

Fondamentale il contributo partorito da quel particolare collegato ai soldi, visto e considerato che anche a Oroset non erano stati creati…!!

Esattamente come a Selene!

I ricchi e i poveri si potevano distinguere solamente per le loro esclusive personalità e nient’altro…!!

Tutti con la medesima qualità di vita conseguente all’equa distribuzione del benessere raggiunto…!!

<Ah però, anche questa è una gran bella notizia, direi veramente confortante!!> esclamò Alex.

<Diversi anni fa i nostri potenti telescopi individuarono dei pianeti appartenenti ad un altro sistema solare. Tutti quei pianeti, a voi noti, avevano già un nome ma ovviamente per noi erano dei perfetti sconosciuti!>

Furono organizzate due spedizioni, l’ultima delle quali venne lanciata il 27 febbraio 1975.

Purtroppo di loro non si seppe più nulla!

L’unico dato certo si riferiva all’interruzione delle comunicazioni radio.

Si presume una certa analogia con la situazione vissuta da Luminor e i suoi, trentacinque anni dopo, esattamente nel momento in cui lasciarono il vecchio sistema solare per entrare nello spazio interplanetario e successivamente in un nuovo sistema solare quando, improvvisamente, tutte le comunicazioni vennero troncate per poi riprendere con i nuovi linguaggi tipici del mondo Terra!

Da allora ne passò del tempo finché un bel giorno, di punto in bianco, venne presa la tanto agognata decisione di ripartire con le esplorazioni verso un nuovo sistema solare.

E così, a distanza di trentacinque anni dalla seconda e ultima spedizione, Luminor si prese la grande soddisfazione di presiedere il comando della prima di una nuova serie di esplorazioni nello spazio interstellare!

Il 10 marzo del 2010

partirono per la loro prima avventura verso un nuovo mondo.

L’obiettivo era lo stesso delle due precedenti spedizioni:

cercare nello spazio un nuovo pianeta simile a Oroset per poi poterlo colonizzare.

Certamente ambiziosi poiché consideravano la loro missione come l’unica in grado di aprire nuovi orizzonti di vita.

L’astronave orosetiana era in grado di affrontare lunghi viaggi nello spazio che potevano durare anche diversi anni, cambusa di bordo permettendo, percorrendo migliaia di miliardi di chilometri.

Dalla forma triangolare interamente configurata a doppio ponte.

  • Lunghezza trentadue metri;

  • Larghezza dai tre metri della prua ai ventisei della poppa;

  • Altezza, esclusi i carrelli d’allunaggio, sette metri.

Dotata di due propulsori diamanticolari, operanti distintamente in singola sequenza (spento il primo entrava automaticamente in funzione il secondo), in grado di produrre l’energia elettrica necessaria per mantenere la funzionalità dell’intero apparato di bordo, sae (sistemi accumulo energia) compresi. I motori, data la loro incredibile espressione di potenza, assorbivano una quantità non indifferente di energia che veniva garantita, con esuberante efficacia, dal propulsore diamanticolare. Otto potentissimi motori elettrici, quattro in uso di funzione e quattro di riserva, situati nella parte posteriore in grado di imprimere una propulsione che andava fuori da ogni logica di un sano calcolo: oltre 11 miliardi di chilometri all’ora!!

velocità della luce 300.000 Km/s;

velocità orosetiana: 3.000.000 Km/s.

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

“seguirà………”

Il campanile di Oroset I – libro primo – (NUOVO EPISODIO 73°)

http://www.lulu.com/shop/felice-tolfo/il-campanile-di-oroset-libro-i/ebook/product-23785046.html

 NUOVO EPISODIO 

              73°

finale precedente:      

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

73° episodio   

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

Dopo ventiquattro mesi di navigazione nello spazio, in un momento ben preciso ma indefinibile, si lasciarono alle spalle il loro caro e vecchio sistema solare per entrare nello spazio interstellare.

Ciò causò il taglio completo dei collegamenti radio con il pianeta Oroset.

L’isolamento durò ventiquattro ore. Anche se all’apparenza breve, il tratto percorso in quella parte di spazio interstellare fu di circa 270 miliardi di chilometri. Dopodiché entrarono in un nuovo sistema solare e la radio di bordo in una nuova vita!

Un momento memorabile di grande gioia culminato con la prospettiva di poter finalizzare quell’ambizioso progetto appositamente studiato per cercare un mondo nuovo da colonizzare!

L’esultanza contagiò l’intero equipaggio portandolo a livelli di felicità mai raggiunti fino a quel momento!

Nell’itinerario programmato era prevista anche la variante del pianeta abitato. Ma solamente nel caso

di una accertata disponibilità alla convivenza alimentata da spirito di fratellanza, pace e nobili intenti!!

Numerose le comunicazioni captate in un caleidoscopio

di linguaggi.

Si trovarono nel bel mezzo di un nuovo sistema solare

costituito, oltre che dal sole, da diversi pianeti, pianeti nani, lune e da migliaia di corpi minori.

Il pianeta più interessante: la Terra e il suo satellite Luna.

Era la Terra che pullulava di vita. Al contrario sulla Luna non c’erano le condizioni idonee per coltivarla.

Il dodici marzo 2012 dopo aver completato la loro prima orbita lunare

decisero di procedere con l’allunaggio.

Ma un’improvvisa grave anomalia presente nel sistema motori li costrinse ad una drastica manovra che li portò ad effettuare un allunaggio di fortuna.

I motori si spegnevano e si riaccendevano in continuazione. Ciononostante stavano per completare un difficile, ma non impossibile, allunaggio verticale quando, improvviso e definitivo, sopraggiunse il blocco dei motori.

Subito seguito da un black-out totale.

L’astronave priva dell’energia elettrica poteva contare solamente sulle luci di emergenza e, parzialmente, sulla plancia di comando.

In quelle condizioni, a dir poco drammatiche, era praticamente proibitivo, se non impossibile, proseguire con l’allunaggio verticale…..

Si sarebbero clamorosamente spiaccicati al suolo!

Fortuna volle che negli istanti precedenti il black-out, nel pieno del marasma generale di un complicato atterraggio verticale, ebbero la felice intuizione di far uscire i quattro carrelli d’allunaggio.

Per ogni carrello si contavano quattro ruote.

Posizionati uno sotto il muso, due sotto la fusoliera centrale ed il quarto sotto la fusoliera posteriore.

Un particolare che alla fine permise loro di sfruttare l’unica speranza di salvezza:

l’allunaggio in scivolata…!!

L’astronave riuscì a toccare il suolo lunare alla velocità di duecento chilometri orari. L’intero sistema frenante anche se penalizzato dagli eventi stava dando il meglio di sé stesso. Ma non fu sufficiente per compiere l’impresa perfetta!

Realmente impossibile evitare una serie di piccole colline. La loro corsa si concluse esattamente nel momento in cui il muso dell’astronave andò ad infilarsi tra le rocce della collina predestinata…!!

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

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<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

72° episodio   

<Ma adesso parlatemi un po’ di voi…!!…??…!!>

<Allora, come già ti avranno raccontato, noi veniamo da lontano, molto lontano…..

Il nostro è un pianeta che appartiene ad un altro sistema solare

distante circa 21 anni luce dalla Terra e dalla Luna, ovvero 200 mila miliardi di chilometri!>

Un pianeta grande tanto quanto la metà della Terra con gli stessi equilibri climatici ambientali, ma con una popolazione di soli cento milioni di abitanti.

Cosa dire: incredibile lo spazio a loro disposizione…!!

Come i lunari anche gli orosetiani vivevano tutti, senza esclusione alcuna, all’insegna della totale condivisione di quell’agiatezza raggiunta dalla loro civiltà.

Fondamentale il contributo partorito da quel particolare collegato ai soldi, visto e considerato che anche a Oroset non erano stati creati…!!

Esattamente come a Selene!

I ricchi e i poveri si potevano distinguere solamente per le loro esclusive personalità e nient’altro…!!

Tutti con la medesima qualità di vita conseguente all’equa distribuzione del benessere raggiunto…!!

<Ah però, anche questa è una gran bella notizia, direi veramente confortante!!> esclamò Alex.

<Diversi anni fa i nostri potenti telescopi individuarono dei pianeti appartenenti ad un altro sistema solare. Tutti quei pianeti, a voi noti, avevano già un nome ma ovviamente per noi erano dei perfetti sconosciuti!>

Furono organizzate due spedizioni, l’ultima delle quali venne lanciata il 27 febbraio 1975.

Purtroppo di loro non si seppe più nulla!

L’unico dato certo si riferiva all’interruzione delle comunicazioni radio.

Si presume una certa analogia con la situazione vissuta da Luminor e i suoi, trentacinque anni dopo, esattamente nel momento in cui lasciarono il vecchio sistema solare per entrare nello spazio interplanetario e successivamente in un nuovo sistema solare quando, improvvisamente, tutte le comunicazioni vennero troncate per poi riprendere con i nuovi linguaggi tipici del mondo Terra!

Da allora ne passò del tempo finché un bel giorno, di punto in bianco, venne presa la tanto agognata decisione di ripartire con le esplorazioni verso un nuovo sistema solare.

E così, a distanza di trentacinque anni dalla seconda e ultima spedizione, Luminor si prese la grande soddisfazione di presiedere il comando della prima di una nuova serie di esplorazioni nello spazio interstellare!

Il 10 marzo del 2010

partirono per la loro prima avventura verso un nuovo mondo.

L’obiettivo era lo stesso delle due precedenti spedizioni:

cercare nello spazio un nuovo pianeta simile a Oroset per poi poterlo colonizzare.

Certamente ambiziosi poiché consideravano la loro missione come l’unica in grado di aprire nuovi orizzonti di vita.

L’astronave orosetiana era in grado di affrontare lunghi viaggi nello spazio che potevano durare anche diversi anni, cambusa di bordo permettendo, percorrendo migliaia di miliardi di chilometri.

Dalla forma triangolare interamente configurata a doppio ponte.

  • Lunghezza trentadue metri;

  • Larghezza dai tre metri della prua ai ventisei della poppa;

  • Altezza, esclusi i carrelli d’allunaggio, sette metri.

Dotata di due propulsori diamanticolari, operanti distintamente in singola sequenza (spento il primo entrava automaticamente in funzione il secondo), in grado di produrre l’energia elettrica necessaria per mantenere la funzionalità dell’intero apparato di bordo, sae (sistemi accumulo energia) compresi. I motori, data la loro incredibile espressione di potenza, assorbivano una quantità non indifferente di energia che veniva garantita, con esuberante efficacia, dal propulsore diamanticolare. Otto potentissimi motori elettrici, quattro in uso di funzione e quattro di riserva, situati nella parte posteriore in grado di imprimere una propulsione che andava fuori da ogni logica di un sano calcolo: oltre 11 miliardi di chilometri all’ora!!

velocità della luce 300.000 Km/s;

velocità orosetiana: 3.000.000 Km/s.

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

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L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

73° episodio   

L’astronave grazie ai sensibilissimi rilevatori a distanza di cui disponeva poteva evitare ostacoli, atomi e materiali spaziali, imprimendo alla navigazione delle leggerissime curvature!! Con la cambusa stipata al massimo delle sue capacità era in grado di garantire viaggi di lunga durata, senza dover effettuare scali, per almeno una trentina di passeggeri. L’acqua era il bene più prezioso e a lungo andare le scorte potevano andare incontro ad un pericoloso ridimensionamento. Il rischio di restare a secco non veniva mai preso in seria considerazione per il semplice motivo che a bordo funzionava un’impianto di riciclaggio dei liquidi utilizzati dai passeggeri dell’astronave, urina compresa. Ma, com’era giusto nel pensarlo, le simpatie sarebbero interamente ricadute verso l’acqua stivata nella cambusa. In ogni caso, nell’indesiderato bisogno,

ogni grave necessità si sarebbe dovuta trasformare in una grande virtù!

Dopo ventiquattro mesi di navigazione nello spazio, in un momento ben preciso ma indefinibile, si lasciarono alle spalle il loro caro e vecchio sistema solare per entrare nello spazio interstellare.

Ciò causò il taglio completo dei collegamenti radio con il pianeta Oroset.

L’isolamento durò ventiquattro ore. Anche se all’apparenza breve, il tratto percorso in quella parte di spazio interstellare fu di circa 270 miliardi di chilometri. Dopodiché entrarono in un nuovo sistema solare e la radio di bordo in una nuova vita!

Un momento memorabile di grande gioia culminato con la prospettiva di poter finalizzare quell’ambizioso progetto appositamente studiato per cercare un mondo nuovo da colonizzare!

L’esultanza contagiò l’intero equipaggio portandolo a livelli di felicità mai raggiunti fino a quel momento!

Nell’itinerario programmato era prevista anche la variante del pianeta abitato. Ma solamente nel caso

di una accertata disponibilità alla convivenza alimentata da spirito di fratellanza, pace e nobili intenti!!

Numerose le comunicazioni captate in un caleidoscopio

di linguaggi.

Si trovarono nel bel mezzo di un nuovo sistema solare

costituito, oltre che dal sole, da diversi pianeti, pianeti nani, lune e da migliaia di corpi minori.

Il pianeta più interessante: la Terra e il suo satellite Luna.

Era la Terra che pullulava di vita. Al contrario sulla Luna non c’erano le condizioni idonee per coltivarla.

Il dodici marzo 2012 dopo aver completato la loro prima orbita lunare

decisero di procedere con l’allunaggio.

Ma un’improvvisa grave anomalia presente nel sistema motori li costrinse ad una drastica manovra che li portò ad effettuare un allunaggio di fortuna.

I motori si spegnevano e si riaccendevano in continuazione. Ciononostante stavano per completare un difficile, ma non impossibile, allunaggio verticale quando, improvviso e definitivo, sopraggiunse il blocco dei motori.

Subito seguito da un black-out totale.

L’astronave priva dell’energia elettrica poteva contare solamente sulle luci di emergenza e, parzialmente, sulla plancia di comando.

In quelle condizioni, a dir poco drammatiche, era praticamente proibitivo, se non impossibile, proseguire con l’allunaggio verticale…..

Si sarebbero clamorosamente spiaccicati al suolo!

Fortuna volle che negli istanti precedenti il black-out, nel pieno del marasma generale di un complicato atterraggio verticale, ebbero la felice intuizione di far uscire i quattro carrelli d’allunaggio.

Per ogni carrello si contavano quattro ruote.

Posizionati uno sotto il muso, due sotto la fusoliera centrale ed il quarto sotto la fusoliera posteriore.

Un particolare che alla fine permise loro di sfruttare l’unica speranza di salvezza:

l’allunaggio in scivolata…!!

L’astronave riuscì a toccare il suolo lunare alla velocità di duecento chilometri orari. L’intero sistema frenante anche se penalizzato dagli eventi stava dando il meglio di sé stesso. Ma non fu sufficiente per compiere l’impresa perfetta!

Realmente impossibile evitare una serie di piccole colline. La loro corsa si concluse esattamente nel momento in cui il muso dell’astronave andò ad infilarsi tra le rocce della collina predestinata…!!

Fin da subito apparve chiara e forte l’entità del disastro:

dei 28 componenti solo sette sopravvissero…!!

Esattamente quei sette fortunati che nel momento dell’emergenza se ne stavano seduti e con le cinture allacciate…!!

seguirà……