Marzo 2021: Rickie Lee Jones – RICKIE LEE JONES (1979)

Rickie Lee Jones

 

Data di pubblicazione: 2 marzo 1979
Registrato a: Warner Bros Recording Studios (Hollywood), The Burbank Studio (Burbank)
Produttore: Lenny Waronker & Russ Titelman
Formazione: Rickie Lee Jones (voce, chitarra, tastiere, percussioni, batteria, basso, fiati), Dr. John (tastiere), Michael McDonald (voce), Randy Newman (sintetizzatore), Victor Feldman (percussioni, batteria, tastiere), Tom Scott (corno), Ralph Grierson (tastiere), Michael Boddicker (sintetizzatore), Nick DeCaro (organo), Buzz Feiten (chitarra), Chuck Findley (corno), Steve Gadd (batteria), Randy Kerber (tastiere), Neil Larsen (tastiere), Andy Newmark (batteria), Jeff Porcaro (batteria), Mark Stevens (batteria, percussioni), Fred Tackett (chitarra, mandolino), Ernie Watts (corno), Willie Weeks (basso), Anro Lucas, Leslie Smith, Joe Turano, Matthew Weiner (cori)

 

Lato A

 

                        Chuck E.’s in love
                        On saturday afternoon in 1963
                        Night train
                        Young blood
                        Easy money
                        The last chance Texaco
 

Lato B

 

                        Danny’s all-star joint
                        Coolsville
                        Weasel and the white boys cool
                        Company
                        After hours (Twelve bars past midnight)

 

Sono terribilmente umana
(Rickie Lee Jones)

 

Artista coraggiosa e raffinata, Rickie Lee Jones ha rappresentato una delle vette artistiche più elevate per la canzone d’autore americana, attraverso uno stile sonoro che prende spunto volentieri dalle armonie notturne di artisti come il primo Tom Waits (con il quale ha condiviso una storia d’amore) o Randy Newman. Armonie filtrate dalla sua grazia tutta femminile, straordinaria, mai sopra le righe, eppure così capace di lasciare il segno.
Attitudini che possiamo tranquillamente ritrovare nel bellissimo e omonimo disco d’esordio (nel quale si possono apprezzare le collaborazioni di gente come Randy Newman e Dr. John), pubblicato a fine anni ’70, quando un po’ ovunque imperversava la furia del punk e calava il gelo asfissiante della new wave. Rickie Lee Jones invece propone la dolce tensione di una voce che sa emozionare attraverso melodie antiche e sempre nuove, un virtuosismo chitarristico per certi aspetti figlio della beat generation, e uno stile sonoro nel quale si intrecciano la folk song, il jazz e il blues, ammantati da una brillante immediatezza pop.
Il disco si apre con la briosa Chuck E.’s in love, dedicata all’amico folk-singer Chuck E. Weiss. Questo pezzo le consente un successo enorme, proprio per la sua immediata brillantezza, la sua melodia gioiosa e gaudente, il suo straordinario appeal con la forma canzone colta e popolare. Segue l’intensità notturna della pianistica On saturday afternoon in 1963, nostalgica e sognante, mentre Night train ristabilisce la stretta parentela artistica con Joni Mitchell, uno dei suoi più saldi punti di riferimento. Young blood invece è densa di suoni provenienti da un’influenza esotica, stagliandosi su ritmi reggae e divagazioni assortite. Easy money invece profuma di umori jazz, e ci porta musicalmente in un’epoca più lontana, dalle parti di Billie Holiday. Il lato A si chiude col folk-jazz in odore Moondance di Van Morrison di The last chance Texaco.
Il secondo lato si apre con una sorta di cocktail sonoro a metà tra West Coast e Broadway che è Danny’s all-star joint. L’intensa e straniante Coolsville invece sospende magicamente il tempo e le atmosfere del disco in un disincantato canto cupo, denso di solitudine e senso di abbandono. Weasel and the white boys cool fa incrociare il blues col folk in una melodia ipnotica a stralunata. Company torna ancora su atmosfere intimiste e notturne, e la chiusura affidata ad After hours lascia l’ascoltatore col cuore in mano, ancora gravido di emozione e tanta passione.
Con questo straordinario disco d’esordio Rickie Lee Jones si porrà come una delle cantanti più importanti ed influenti della sua generazione, capace di ispirare altre cantanti protagoniste della storia della canzone d’autore al femminile, da Suzanne Vega a Fiona Apple. La sua carriera proseguirà con altri dischi improntati sulla stessa capacità di scrivere grandi canzoni (in questa sede va perlomeno citato lo stupendo Pirates), per poi tentare incursioni nell’hip hop. Questi ultimi esperimenti non sempre si sono rivelati illuminati da una lucida ispirazione, ma ciò non toglie che Rickie Lee Jones resti una signora artista, oltre che una delle cantautrici più grandi di tutta la storia!

Marzo 2021: Rickie Lee Jones – RICKIE LEE JONES (1979)ultima modifica: 2021-03-08T07:26:41+01:00da pierrovox

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