Dicembre 2022: Spiritualized – LADIES AND GENTLEMEN WE ARE FLOATING IN SPACE (1997)

Ladies and gentlemen we are floating in space

 

Data di pubblicazione: 16 giugno 1997
Registrato a: Moles Studio (Barth), The Church, Rooster, Strongroom (Londra), House of Blues (Memphis), The Hit Factory (New York), A&M Studios (Los Angeles)
Produttore: Jason Pierce & John Coxon
Formazione: Jason Pierce (voce, chitarre, hammered dulcimer, piano, arpa), Kate Radley (organo, piano, sintetizzatore, cori), Sean Cook (basso, armonica), Damon Reece (batteria, percussioni, timpani, campane), John Coxon (chitarre, diamonica, tastiere), Ed Coxon (violino), B.J. Cole (pedal stell guitar), Angel Corpus Christi (fisarmonica), Andy Davis (organo), Dr. John (piano), Simon Clarke (flauto, sassofono), Tim Sanders (sassofono), Terry Edwards (sassofono), Roddy Lorimer (tromba), Neil Sidwell (trombone), Tim Jones (corno francese), The Balanescu Quartet (violino, violoncello, viola), London Community Gospel Choir (cori)
 

Tracklist

 
                        Ladies and gentlemen we are floating in space (I can’t help falling in love)
                        Come together
                        I think I’m in love
                        All of my thoughts
                        Stay with me
                        Electricity
                        Home of the brave
                        The individual
                        Broken heart
                        No God only religion
                        Cool waves
                        Cop shoot cop…
 

Sono ossessionato dalla scienza musicale
(Jason Pierce)

 

Molte delle opere più importanti della storia hanno fatto affidamento su alcuni dei sentimenti più estremi che possono devastare la psiche umana. Il duro colpo della realtà e la sua sordidità possono portare le menti creative a trovare in quel fatto la loro espiazione, la via d’uscita a quell’inferno che può venire solo dal continuare a vivere ogni giorno dopo essere stati puniti come solo l’esistenza stessa può punire. senza convinzioni immaginarie, semplicemente con l’unico peso di dover continuare a fingere di poter vivere quando qualcosa ci ha lasciato prosciugati di ogni energia. Forse, però, non c’è shock energetico maggiore di quello che la creazione può dare quando prende forma, quando quell’idea nata dal dolore e dall’angoscia e che stava disegnando il suo profilo tra le tenebre inizia ad essere molto più di un semplice concetto e torna a realtà, pronta per essere eternata attraverso il suo dialogo con l’ambiente circostante. È possibile pensare che molti sono stati, nel corso della storia, coloro che si sono rivolti all’arte per trovare in essa la salvezza, il conforto, la calma perduta dalle dure vicissitudini dell’esistenza. È anche possibile pensare, nello stesso senso, che questi artisti abbiano prodotto nella loro ricerca opere fondamentali non solo per la loro qualità intrinseca ma perché trasmettono proprio tutta quella disperazione, tutto quel dolore, e lo comunicano attraverso modi in cui esso può essere trovato come un’energia bruciante, scambiando la sua calunnia intrinseca con un sentimento positivo, positivo e lungimirante. Sulla base di queste opere, poi, questi tipi ci insegnano, ci mostrano che esiste un percorso che va oltre la mera afflizione causata dal male, che si può e si deve ricorrere a ciò che è – sebbene addormentato, picchiato, sfinito – dentro noi per ricominciare tutto da capo, per rinascere dalle ceneri lasciate da quel duro colpo sulla nostra psiche e sul nostro corpo. La terapia che esercitano con le proprie coscienze martoriate e letargiche, poi, è terreno fertile perché noi stessi possiamo specchiarci in quella ricerca e, da essa, crescere, uscire da un dolore rafforzato e rinnovato. Ovviamente non è necessario essere prigionieri di una così intensa afflizione per godere delle opere che sono state concepite da lei, state attenti lì. Non stiamo dicendo che la relazione sia così diretta. Segnaliamo semplicemente che questo è uno dei bordi più interessanti dell’analisi, ma non l’unico. Certo, le opere possono essere viste attraverso il solo prisma del loro peso specifico, della qualità o dell’impatto che possono avere sul loro aspetto, e anche questo è perfetto. Perché il modo per trasmettere l’emozione non è solo l’identificazione, ma anche il contagio. Nel caso della musica, che è quella che sottolineiamo qui, non è necessario essere tristi per ascoltare musica devastante. È semplicemente necessario avere un cuore aperto alle emozioni per viverle, e da questo per sentire. Quello da solo. Sentire. Sapendo che c’è un’agonia messa nei canti, e che se siamo sufficientemente esposti all’esperienza, quel dolore ci verrà già espiato, già trasformato in pura energia.
Qualcosa del genere accade con Ladies and gentlemen we are floating in space, il terzo e consacrante album che gli Spiritualized hanno pubblicato all’apice del brit pop, nel 1997. È interessante sottolineare, per cominciare, che Spiritualized è più di ogni altra cosa un nom de plume per il suo tuttofare, leader e unico membro permanente Jason Pierce, che va anche sotto il nome di J. Spacemen dai suoi primi e caotici giorni in quell’alleanza irregolare sottovalutata ma drogata con Peter Sonic Boom Kember che chiamavano Spacemen 3 e con il suo psichedelico volatile ha rivoluzionato alcune teste nel Regno Unito nei primi anni ’90. Dopo aver combattuto senza rimedio con Kember, Pierce, un compositore irrequieto e prolifico, decise che aveva bisogno di trovare un altro spazio dove poter sviluppare tutte quelle domande che lo ossessionavano nella sua completezza, senza i rigidi legami della roccia volante e galattica degli Spacemen 3; forse più radicata nell’idea di assemblare strutture con qualche reminiscenza pop ma che a loro volta rimandano anche a un’ambizione di superamento, con arrangiamenti operistici e da camera, trame e paesaggi sonori e una maggiore varietà di ritmi e stili associati a un unico volto: quello di Spiritualized. Ironia della sorte, Pierce ha preso al suo nuovo progetto l’intera band che contava su Spacemen 3, Will Carruthers, Jonny Mattock e Mark Refoy rispettivamente al basso, batteria e chitarra, dimostrando che il sostegno della domanda era Kember. E per loro lui aggiunto alla sua musa ispiratrice, l’amore della sua vita, la sua cotta Kate Radley per le tastiere. Inizialmente, la formazione tipicamente rock del gruppo ha dato un suono che si basava molto sulle chitarre, in particolare i suoni e le modulazioni che potevano essere ottenuti dalla combinazione di accordi ripetuti e allungati con pedali di distorsione, noti come “note del pedale”. Da loro, ciò che Pierce ha costruito sono state composizioni estese e narcotiche che hanno flirtato con il minimalismo e la musica elettronica tedesca degli anni ’60 per trasmettere un’idea media simile a quella di Spacemen 3: le droghe. Come espansori di coscienza e creatori di una versione superiore dell’art. Ovviamente questo percorso non può portare a una conclusione positiva, almeno per quanto riguarda la salute mentale. Lentamente ma progressivamente, la struttura interna degli Spiritualized iniziò a sbucciarsi, e al momento dell’uscita del loro secondo album Pure phase (1995) il gruppo era già Pierce insieme al suo jermu e al bassista Sean Cook. Pochi hanno puntato sull’atteggiamento dispotico degli astronauti, sul suo carattere irregolare e capriccioso, sul suo consumo aperto di stupefacenti e sulla sua affidabilità nulla. Nemmeno la stessa Radley ci impiegò troppo tempo: nel ’95, sposò segretamente Richard Ashcroft dei Verve, lasciando Pierce con il cuore spezzato, inconsolabile. Aveva perso tutto: la sua band, il suo amore e forse il suo desiderio di vivere. Da quell’esperienza vicino all’inferno sono nate le canzoni che hanno composto questo famoso Ladies and gentlemen we are floating in space, un album che, dal suo packaging, proponeva sia una suggestiva vicinanza al mondo della dipendenza dalle pillole sia la presenza di un’opera innovativa, dirompente. Armato di suoni gospel e musica nera, con tecniche che devono molto al muro sonoro di Phil Spector e alla malata attenzione per i dettagli, Pierce sputa tutti i suoi fantasmi in un album la cui angosciante dichiarazione di apertura, quasi un mantra, dà all’intera opera il suo cupo ma un tono di speranza: “tutto quello che voglio nella vita è un po’ di amore per portare via il dolore/Diventare forti oggi Un passo da gigante ogni giorno”, sussurra Pierce, e iniziamo a capire che qui è un ragazzo che ha avuto un brutto tempo, ma lui vuole divertirsi. Anche a costo di annegare il suo dolore con le pillole.

 

 

Dicembre 2022: Spiritualized – LADIES AND GENTLEMEN WE ARE FLOATING IN SPACE (1997)ultima modifica: 2022-12-01T06:55:11+01:00da pierrovox

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