Febbraio 2023: Grizzly Bear – SHIELDS (2012)

Grizzly Bearl - Shields

 

Data di pubblicazione: 18 settembre 2012
Registrato a: Marfa, Cape Cod
Produttore: Chris Taylor
Formazione: Edward Droste (voce, cori), Daniel Rossen (voce, cori, piano, chitarre, violoncello, corni), Christopher Bear (batteria, percussioni, drum machine, lap steel, organo, sintetizzatori), Chris Taylor (basso, sintetizzatore, sassofono, clarinetto, flauto, drum machine, cori), Tatum Greenblatt (tromba, corno francese), Louis Shwadron (corno francese), Nat Baldwin (basso)
Tracklist

 

                        Sleeping Ute
                        Speak in rounds
                        Adelma
                        Yet again
                        The hunt
                        A simple answer
                        What’s wrong?
                        Gun-shy
                        Half gate
                        Sun in your eyes
 

Man mano che invecchiamo diventiamo più fiduciosi
nel pestarci i piedi gli uni con gli altri
(Edward Droste)

 

La retromania è una delle caratteristiche più evidenti del rock del nuovo millennio. Qualcuno maligna sul fatto che probabilmente il rock non ha più molto da dire, e che probabilmente ormai vive sulle rendite del passato, mentre per qualcun altro le idee possono scaturire dal guardarsi indietro. Un po’ come sosteneva Bono quando gli U2 decisero di tornare alle proprie origini proprio agli inizi del nuovo millennio col passatista  All that you can’t leave behind, o David Bowie con l’altrettanto nostalgico Hours… del 1999, e cioè che bisogna guardarsi indietro se si vuole trovare il coraggio di andare avanti. Non sappiamo se questo spirito appartiene ai Grizzly Bear, formazione americana di impronta pop psichedelica, che delle rotondità melodiche, dello spirito avventuristico han fatto la propria identità sonora. Sta di fatto che il quartetto di Brooklyn è una delle formazioni più originali ed interessanti del pop del nuovo millennio, con dischi che prendono in prestito molte delle attitudini provenienti dal passato per poi rinverdirle alle esigenze della musica contemporanea.
Shields è il loro quarto album, ed in un certo senso rappresenta la maturità artistica, che si muove tra molte esigenze, a cominciare proprio da quella di trovare un equilibrio tra la melodia e la sperimentazione. Il disco si apre in tal senso con la caleidoscopica Sleeping Ute, densa di folk psichedelici, progressioni chitarristiche e melodie che richiamano Donovan o al limite un certo Neil Young. L’incalzante Sleeping in rounds, con le voci filtrate e il sottofondo d’organo a creare un sound denso di groove, si inserisce perfettamente nel panorama indie-folk-rock del nuovo millennio. Lo schizzo atmosferisco di Adelma prepara a Yet again, indiscutibilmente una delle tracce migliori dell’album, densa di umori alla Fleet Foxes, con quelle armonie vocali che ricordano tanto Crosby, Stills, Nash & Young. La densa e pianistica The hunt ha qualcosa che ricorda molto i Coldplay più intensi, tra Parachutes e A rush of blood to the head.
A simple answer procede con ritmi incalzanti e delle armonie che ricordano molto John Lennon, mentre in What’s wrong ci sono diversi richiami verso certi Talk Talk. Il pop psichedelico in salsa sixties di Gun-shy è in chiara direzione Devendra Banhart, mentre Half gate offre scenari densi di luce. Si chiude con la lunga sperimentazione di Sun in your eyes, con i vari cambi di atmosfera.
Shields è quel che si dice un gioiellino, per qualità della scrittura, per le interpretazioni, per le sonorità. Un piccolo monumento del pop del nuovo millennio, che gli amanti della musica han saputo apprezzare come si deve

                       

Febbraio 2023: Grizzly Bear – SHIELDS (2012)ultima modifica: 2023-02-02T07:13:42+01:00da pierrovox

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