Agosto 2017: Noir Desir – DES VISAGES, DES FIGURES (2001)

Des visages, des figures

 

Data di pubblicazione: 11 settembre 2001
Registrato a: Parigi
Produttore: Nick Sansano, Jean Lamoot, Akosh Szelevényi & Noir Désir
Formazione: Bertrand Cantant (voce, chitarra acustica, chitarre elettriche, sintetizzatore, armonica, percussioni, piano, tromba, didjeridoo), Denis Barthe (percussioni, batteria, xylofono, cembali, vibrafono, sampler, percussioni elettroniche, cori), Bob Coke (cembali, gardon, cori), Jean Paul Roy (sintetizzatori, basso, basso sintetico, cori), Akosh Szelevényi (basso, clarinetto, sassofono, kalimba), Serge Teyssot-Gay (sintetizzatori, chitarra acustica, chitarra elettrica, sampler, cori), Manu Chao (chitarra), Brigitte Fontaine (voce)
Tracklist
                        L’enfant roi
                        Le grand encendie
                        Le vent nous portera
                        Des armes
                        L’appartement
                        Des visages, des figures
                        Son style 1
                        Son style 2
                        A l’envers, à l’endroit
                        Lost
                        Bouquet de nerfs
                        L’Europe

Je n’ai pas peur de la route
(da Le vent nous portera)

Purtroppo Bertrand Cantant è divenuto celebre per un fatto di cronaca nera, e cioè per l’aver ucciso in modo colposo, la sua compagna Marie Trintignant, colpita ripetutamente a volto con schiaffi e pugni, durante una lite il 1° agosto del 2003. Si dice che la relazione tra di loro non andava più bene da tempo, e che la tensione causava frequenti liti. Certo nessuno stato di tensione giustifica un omicidio, seppur colposo, e la violenza, soprattutto se sulle donne, resta un modo vile di difendere le proprie ragioni.
Questo portò non solo all’incriminazione di Cantant, che si farà sette anni di carcere, di cui tre in regime di libertà condizionata, ma allo scioglimento di uno dei fenomeni rock francesi tra i più interessanti degli ultimi vent’anni: i Noir Desir.
La band ottenne un successo ampio solo dopo vent’anni dalla sua fondazione, e soprattutto grazie a Manu Chao, che aveva deciso di collaborare con la band francese per la realizzazione del loro sesto e ultimo disco: Des visages, des figures. Ma fino ad allora la band di Cantant si era distinta per un rock alternativo di forte impatto, e soprattutto per la passione letteraria che traspariva dai testi, rendendoli un gruppo colto e nello stesso tempo maledetto, come è nella più che consolidata tradizione dei poeti maledetti.
Si diceva di Des visages, des figures… Pubblicato curiosamente l’11 settembre 2001, giorno dell’attentato al World Trade Center di New York, e al Pentagono, giorno che in un certo senso ha cambiato la storia e sovvertito il senso di sicurezza che fino ad allora confortava la società occidentale, e apriva lo scontro tra culture, inaugurava un decennio di inutili e sanguinose guerre d’esportazione della democrazia, agitava gli spettri del terrorismo islamico, rovesciava poteri, questo disco aveva tra le sue tracce una curiosa Le gran encendie, che tra le altre cose descriveva scenari apocalittici decisamente simili a quelli che stavano accadendo a New York. Profezia o infausta coincidenza? Resta che chi quel giorno comprò questo disco, e si ritrovava a guardare quelle immagini alla televisione, non poteva che provare una terribile sensazione di terrore, cui la musica esprimeva nel suo sentimento disperato. Resta comunque il fatto che Des visages, des figures è un album di straordinario lirismo poetico, oltre che di una musica che sa spaziare per tutti i linguaggi del rock, divenendo suo malgrado, anche per il senno di poi, il testamento del gruppo, che finalmente raggiungeva il successo al di fuori del contesto indipendente.
Apre l’hip hop blues esotico di L’enfant roi, basata su tappeti sonori sintetici e il pulsare del basso acustico, con tanto di corredo di striature chitarristiche. Segue appunto la già citata Le grand encendie, blues acido, che descrive lo scenario apocalittico che investe città come New York, Parigi e Londra, che crollano colpite da eventi disastrosi. Scariche chitarristiche e la sottolineatura country dell’armonica le concedono un’atmosfera minacciosa, perfettamente in linea col senso di terrore che può suscitare un disastro terroristico. A questa segue il raga mediterraneo di Le vent nous porterà, che si avvale della collaborazione di Manu Chao, raffinata e complessa, e nello stesso tempo immediata e leggiadra, tanto da diventare un singolo di successo. Le fa seguito una decadente e poetica Des armes, ispirata da un testo di Leo Ferrè, con un Cantant in grandissimo spolvero per un’interpretazione superba. Decadenza e malinconia emergono ancora nella languida L’appartement, con le sue sonorità distorte e le percussioni cavernose. La title-track invece procede sinuosamente, tra le trame blues e country, una poetica visionaria e il finale conturbante con la sovrapposizione dei violini. Un grandissimo pezzo! Dopo questa abbiamo le due schegge di Son style: la prima un tiratissimo punk rock suonato a velocità supersonica, l’altro un alambicco psichedelico visionario e fluttuante, per certi aspetti vicino a certe cose dei Pink Floyd di More. Trame delicate e graziose ricamano la melodia di A l’envers, à l’endroit, con un finale blues di grande afflato. Le fa seguito un rock più convenzionale come Lost, seppur si presenti nervosa e instabile. Un tocco di grazia poetica struggente offre la bellissima Bouquet de nefrs, in sospensione tra la chanson française e le armosfere noir di un film di Truffaut. Chiude la lunga e ossessiva L’Europe, in cui compare Brigitte Fontaine, in cui si prende di mira la politica, l’economia, lo stato sociale di un’Europa sfilacciata, ipocrita e disumana. E col senno di poi questo pezzo potrebbe ancora essere una delle colonne sonore più indicate e realistiche dello stato reale della situazione europea.
Des visages, des figures rappresenta quindi uno dei momenti più felici del rock del nuovo millennio, proprio perché sa legarsi perfettamente con la tradizione e sa rileggerla con le nuove modalità che il rock presenta. La sua poetica, maledetta e scostante, è qualcosa di superbamente straordinario, e di poesia vera nel rock se ne vede poca. Dispiace solo che quando la vita imita l’arte, questa poi si trasformi in tragedia, esattamente come le situazioni che hanno portato all’incarcerazione di Cantant e allo scioglimento di questo gruppo, che comunque resterà uno dei fenomeni contemporanei più importanti di sempre.

Agosto 2017: Noir Desir – DES VISAGES, DES FIGURES (2001)ultima modifica: 2017-08-05T09:41:57+02:00da pierrovox

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