Agosto 2017: Big Brother & The Holding Company – CHEAP THRILLS (1968)

Cheap thrills

 

Data di pubblicazione: 12 agosto 1968
Registrato a: Fillmore East (New York)
Produttore: John Simon
Formazione: Janis Joplin (voce), Peter Albin (basso, chitarre), Sam Andrew (chitarre, basso, cori), James Gurley (basso, chitarre), David Getz (batteria, piano)

 

Lato A

 

                        Combination of the two
                        I need a man to love
                        Summertime
                        Piece of my heart

 

Lato B

 

                        Turtle blues
                        Oh, sweet Mary
                        Ball and chain

 

 

La sera faccio l’amore con venticinquemila persone. Poi torno a casa sola
(Janis Joplin)

 

 

Della cosiddetta “lista dei 27” Janis Joplin è stata la prima vittima donna ad entrarne a far parte. E quel marchio maledetto l’è rimasto appiccicato addosso, un po’ tra mito e leggenda, tanto che qualcuno sostiene che quando Jimi Hendrix fu ritrovato morto il 18 settembre del 1970, lei commentò la notizia con un laconico: “quel figlio di puttana mi ha preceduto!”, come se il suo stile di vita fosse in qualche modo bruciare tutto. Janis Joplin come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Brian Jones, Robert Johnson, ha rappresentato il genio e la sregolatezza del rock. Ma è del tutto incredibile come lei in quella particolare lista per tanti anni sarà l’unica a rappresentare il genere femminile (ci penserà, purtroppo, Amy Winehouse, il 23 luglio 2011, a farle compagnia). Ma Janis Joplin non era solo questo!
Janis era il rock. Janis era la sregolatezza pura, l’energia di qualcosa di trascinante e vorticoso. E non solo, Janis era l’amore messo a nudo, il cuore tenero di una donna che non temeva di esprimere la parte più interiore di sé stessa. Non temeva di mettere nudo la sua vita, la sua anima, le sue ferite. E quando lo faceva, lo faceva con tutta sé stessa. Non mentiva mai! Janis Joplin era anche la grazia e la bellezza di una donna tenera che in fondo non desiderava altro che essere amata… Ed è quell’amore che per tanto tempo ha cantato, fino all’ultimo, con puro candore ma anche con sfacciata peccaminosità! Janis Joplin era il rock, la parte femminile del rock! E qualsiasi “chanteuse” non ha potuto fare altro che rifarsi a lei, in qualche modo!
Nata nel 1943 in Texas, Janis Joplin manifesterà quasi da subito tutta la sua irrequietezza e la sua inquietudine sin dalla sua adolescenza, manifestando un temperamento forte e non sempre incline all’accettazione delle regole. Fu in questo periodo che si interessò al blues, conoscendo artisti come Leadbelly o Bessie Smith. E quella musica le ispirò sin da subito la vocazione al canto. Fu così che assieme ad alcuni amici cominciò a dedicarsi ad alcuni fugaci progetti folk e di matrice blues. Trasferitasi in California Janis Joplin si imbatte in un gruppo di giovani che hanno formato una band, ma che sono ancora in cerca di un cantante. Erano i Big Brother & The Holding Company.
Fu così che iniziò una carriera breve, ma incredibilmente fulminante. Dopo un primo album dalla andamento incerto, ma che poteva vantare della incredibile prova di personalità della cantante, i Big Brother non si demoralizzano e puntano su un secondo disco, che diventerà un’autentica pietra miliare: Cheap thrills.
Questo disco dimostra in maniera nitida e lampante la carica e l’eccezionale misura esistenziale che caratterizzava le esibizioni dal vivo dell’artista. Oltre ad una struttura stilistica che spaziava dal blues all’acid rock, oltre ad alcune deviazioni psichedeliche, la caratura principale dell’album sta nei testi appassionati e tormentati e nella voce di Janis, decisamente più incoraggiata e matura rispetto al disco precedente. È qui che Janis forgia la sua fama di più grande interprete blues di tutti i tempi (una bianca con una voce da nera). Nell’interpretazione dei versi e nell’abbandono alla musica, Janis mostra apertamente e senza ritegno tutta la sua solitudine, il bisogno disperato ed esasperato di un amore, e lo struggimento per la passione.
Temi che proromperanno con disperata forza e appassionata follia nelle celeberrime e bellissime Piece of my heart, I need a man to love e nel blues conclusivo di Ball and chain (cover dei Big Mama Thornton). Qui Janis non teme di aprire il suo cuore, e non teme neppure di essere fraintesa, di essere derisa, di apparire patetica: lei vuole l’amore, e lo canta con straziante bellezza. Pezzi che non solo hanno fatto la storia del rock, ma hanno in qualche modo rappresentato lo stato d’animo e l’identità stessa di una delle più grandi donne del rock.
Anche la versione di Summertime di George Gershwin, nata come sorte di ninna nanna in cui il cantante rassicura il suo bambino sul suo futuro, nelle corde vocali della Joplin diventa quasi una richiesta d’amore: un dialogo con un amore lontano, che si vuole rassicurare, che si pretende di amare. Bellissima nella sua intensa e struggente amarezza e nella sua forza emotiva tempestosa e disperata.
Ma meritano menzione pure l’apertura di Combination of the two, che mostra una certa parentela creativa con i Jefferson Airplane più blues e combattivi (quelli di Volunteers, per intenderci) e il gospel di Oh, sweet Mary, e anche il “compitino” di Turtle blues rende comunque l’idea di come una grandissima artista potesse stravolgere qualsiasi cosa.
Cheap thrills è un capolavoro di magia e interpretazione, l’album manifesto del rock “al femminile”, la pietra miliare di una generazione, e l’espressione massima di cosa potesse essere Janis Joplin su un palco: una sorta di amante desiderosa di un contatto “onnisessuale”.
Dopo questo disco Janis lascerà i Big Brother per seguire i suoi progetti. Ci lascerà un triste 4 ottobre 1970, proprio mentre era al lavoro di Pearl (che sarà pubblicato postumo nel 1971), suo secondo e decisivo capolavoro, con lei sorridente in copertina (perché nemmeno la morte poteva sottrarci la bellezza della sua anima!), che seguiva le prove generali di I Got Dem Ol’Kozmic Blues Again Mama!, suo primo lavoro senza i Big Brother. Avevano appena registrato la base di Buried alive in the blues, e il giorno dopo avrebbero dovuto registrarne la parte vocale… Ma l’eroina che si iniettò fece in modo che quel titolo fosse così tragicamente profetico e che le si adattasse per sempre. Forse per questo non ha mai avuto un testo e la sua voce, perché doveva rappresentarla in eterno… E anche lei aveva 27 anni!

 

“Una mistura di Leadbelly, un motore a vapore, Calamity Jane, Bessie Smith, un pozzo di petrolio e una bottiglia di bourbon andato a male: il tutto pompato nel ventesimo secolo, da una parte tra El Paso e San Francisco
(da una recensione apparsa su Crash Box)

Agosto 2017: Big Brother & The Holding Company – CHEAP THRILLS (1968)ultima modifica: 2017-08-12T09:56:32+02:00da pierrovox

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