Agosto 2017: Pierpaolo Lauriola – L’EGO (2015)

L'ego

 

Data di pubblicazione: 3 marzo 2015
Registrato a: Massive Arts Studios (Milano)
Produttore: Pierpaolo Lauriola & Adel Al Kassem
Formazione: Pierpaolo Lauriola (voce, chitarre, basso, batteria), Adel Al Kassem (batteria, kora, sintetizzatori)

 

Tracklist

 

                        Yalla
                        A Varsavia
                        The dreamers
                        Cantavamo canzoni
                        L’avventura
                        I cantori
                        Il mare
                        Dentro a un bicchiere

 

 

Il cantore scrive per te
la canzone più bella che c’è

 

Da dove iniziare? Non nascondo l’emozione di abbozzare qualche parola che possa descrivere questo nuovo disco di un ragazzo pugliese, di cui mi onoro di essere considerato suo amico, conosciuto grazie ad un surreale scambio di vedute sulla passione che più anima le nostre comuni vite: la musica.
Pierpaolo è un giovane cantautore indipendente originario della Puglia (Manfredonia), e con un percorso evolutivo intenso e molto lungo, passato attraverso alcune importanti esperienze in gruppi come Catarsi, Eco, Five V. One e Pliskin, approdato al debutto da solista col convincente ed esiziale Polvere nel 2012. Tempo fa, qui a Roma, a cena, tra un bicchiere di vino e parole che aleggiavano nell’aria inebrianti di musica degli U2 (altra grande passione condivisa), cinema, politica, poesia, Pierpaolo mi ha detto che stava raccogliendo delle idee per il successore di Polvere, e che stava maturando tutta una serie di ascolti per poterne prendere ispirazione. Insomma, una confessione che ancora oggi mi riempie di orgoglio, perché non è da tutti i giorni poter raccogliere confessioni di questa portata. E poi agli inizi di febbraio Pierpaolo mi contatta e mi confida che il suo nuovo album è pronto, che c’è una data di pubblicazione, e mi onora di permettermi di ascoltarlo con più di un mese di anticipo sulla data di pubblicazione. Una cosa che mai avrei immaginato in vita mia…
Non nascondo un certo vanto nel raccontare questi piccoli aneddoti, ma lo faccio soprattutto per esprimere tutta l’umanità che trasuda dalla passione per qualcosa che tende ad unire le persone. E la musica è veramente in grado di farlo. E ora giungo al disco, cercando umilmente di poterlo commentare, pur senza ambire a recriminare chissà quali competenze, perché la mia è sempre e solo passione. Solo questo!
L’ego si compone di otto canzoni, che si soffermano su una tematiche non fatichiamo a definire “psicoanalitica”. L’ego è alla base delle scelte dell’uomo, è l’espressione più autentica della sua personalità, della sua vita stessa; si dice che questo è quello che emerge in ogni nostro movimento, ogni nostro pensiero, ogni nostra umana passione. Chi sono io? Ecco, Pierpaolo sembra voler dare non delle risposte, ma attraversare l’animo umano proprio scandagliandolo nelle sue dimensioni più intime, umane, a volte inconfessabili. L’ego è alla radice della violenza, delle guerre e della brutalità, ma anche dei legami, dell’amore che unisce le persone: si ama con tutto sé stessi. Dice Pierpaolo stesso: “Con il nostro ego costruiamo passo dopo passo il racconto della nostra storia individuale fatta di incontri a volte casuali che nel tempo riusciremo a leggere come frammenti del grande mosaico della nostra vita. Incontri che ci toccano, nel bene o nel male. Persone che ci hanno regalato emozioni e provocato sensazioni. Donne e uomini con le quali abbiamo cercato le parole per dare corpo a vissuti. Persone che porteremo dentro come parte di noi, che forse non incontreremo mai più o forse incontreremo e non riconosceremo. Persone dalle quali abbiamo preso quello di cui in questo momento avevamo particolare bisogno e alle quali abbiamo potuto dare quello che in questo momento potevamo dare”. Progetto che in ordine tematico si propone di seguire il filone già intrapreso con Polvere, dove la dimensione ideale era il tempo, che conserva, consuma, eterna… Qui L’ego è la disposizione umana, la propria persona presa in una visione di oculata poesia.
Apre il disco la bellissima Yalla, parola araba che dice “alzati”, “forza”… Un invito all’amore vero, alla passione. Oltre sei minuti di intensità che spazia tra un impianto acustico, vestito di robuste velleità elettriche, che tanto ricordano i Marlene Kuntz più riflessivi, tanto si concede ambientazioni sonore che ricordano The Edge nel periodo di The unforgettable fire. Un pezzo di una bellezza pura, tormentata, oserei dire “viscerale”. L’esperienza di un viaggio invece ispira l’ariosa A Varsavia, semplicemente stupenda nella sua melodia soffice e sostenuta, con tanto di piccole citazioni sonore che possono tranquillamente farci pensare a una sorta di Federico Fiumani un tantino più pacificato, e alcuni ricami sonori densi di distorsioni funkeggianti e organi. The dreamers è una pop song delicata e soffusa, con Pierpaolo che si cimenta nel canto in inglese, e che di certo non avrebbe sfigurato come colonna sonore dell’omonimo film di Bernardo Bertolucci. Dopo queste l’album sceglie di intraprendere un percorso più scostante, echeggiando il canto tormentato di Vasco Brondi, nella descrizione della vita d’artista e nel riemergere dei ricordi di Cantavamo canzoni (citando  apertamente quelle che hanno segnato la formazione di Pierpaolo, da New year’s day degli U2 a The times they are a-changin’ di Bob Dylan, Good bye blue sky dei Pink Floyd, Bandiera bianca di Franco Battiato, La guerra di Piero di Fabrizio De André, ecc…),e nell’esercizio de L’avventura, dove ci si avvale di lunga improvvisazione sonora, atmosfere soffuse e introspezioni poetiche. I cantori riporta l’atmosfera in zone tetre tornando idealmente a Varsavia, Berlino e Praga. Musicalmente abbiamo ancora un’espressività che richiama i primi Marlene Kuntz, Le Luci della Centrale Elettrica e certi U2. Dopo questa abbiamo uno spazio di briosa festa ne Il mare, anche se, onestamente questo mi pare il pezzo meno convincente di tutto il disco. Chiude il denso spoken rock di Dentro ad un bicchiere, dove Pierpaolo fa sua l’arte di gente come Massimo Volume o Offlaga Disco Pax.
L’ego è un disco enorme, musicalmente più denso e curato del pur convincente Polvere. Ci sono segnali di crescita importanti, e questo mi porta ad augurare a Pierpaolo di incontrare una visibilità ben più larga, ben più consistente, poiché la sua personalità tanto innamorata della musica di certo non potrà mai svendersi alle logiche del mercato. Consiglio a chiunque di dargli un ascolto, di lasciarsi ammaliare da questo disco stupendo. E auguro a Pierpaolo tutto il bene possibile. Ad maiora!!!

 

L’ego: un gioco di incastri delle proprie visioni personali che si esprimono con un vigoroso cantautorato
(Gianluca Polverari)

 

Agosto 2017: Pierpaolo Lauriola – L’EGO (2015)ultima modifica: 2017-08-26T06:19:39+02:00da pierrovox

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