Novembre 2017: Godspeed You! Black Emperor – YANQUI U.X.O. (2002)

Yanqui X.Y.O.

 

Data di pubblicazione: 4 novembre 2002

Registrato a: Electrical Audio (Chicago)

Produttore: Steve Albini

Formazione: Thierry Amar (basso), David Bryant (chitarra), Bruce Cawdron (batteria), Norsola Johnson (violoncello), Efrim Menuck (chitarra), Mauro Pezzente (basso), Roger Tellier-Craig (chitarra), Sophie Trudeau (violino), Josh Abrams (contrabbasso), Geof Bradfield (clarinetto), Rob Mazurek (tromba), Matana Roberts (clarinetto)

Tracklist

09-15-00

09-15-00 (cont.)

Rockets fall on rockets falls

Motherfucker=Reedemer

Motherfucker=Reedemer (cont.)

I Goodspeed You! Black Emperor sono un’orchestra post-atomica”

(Riccardo Bertan)

La brutale immagine di un aereo da guerra fotografato nel momento dello sgancio delle bombe cosiddette “intelligenti”; il ricordo del Settembre 2000, mese in cui l’allora leader israeliano Sharon passeggia, circondato da migliaia di soldati, nella spianata delle moschee, contribuendo in tal modo allo scaturire della seconda intifada; il titolo dell’album Yanqui U.X.O. che sta per “Yanqui unexploded ordinance”, ossia “Bomba americana inesplosa“: tutti elementi chiave del quarto album dei Godspeed You! Black Emperor, che proseguono l’intensa attività di denuncia degli orrori dei nostri tempi da parte del gruppo canadese, mettendo in rilievo la loro diversità, la loro radicale distanza da ogni logica di mercato, con suoni monumentali, opere che riescono a essere contemporaneamente malinconiche e rabbiose, descrittrici di una situazione che non trova soluzioni, e di una rabbia che resta encomiabile.

Yanqui U.X.O. è spesso considerato come l’album più debole della discografia del gruppo post rock canadese se si tiene presente che viene dopo una serie di album di altissimo livello, da F#A#∞ (1998), e il capolavoro Lift your skinny fists like antennas to heaven (2000). Sembra che i canadesi inizino a ripetersi e a mostrare una certa stanchezza. Ma Yanqui U.X.O., è un disco che manifesta pienamente tutte le idee della band e ispirazioni, stavolta diluite in tempi forse eccessivi, e rappresenta forse più degli altri un aspetto non secondario nella denuncia sociale.

Il brano di maggiore impatto è il grandioso monolite post-rock, Rockets fall on rocket falls, moderno inno antimilitarista che raggiunge immani livelli di drammaticità. I Godspeed You! Black Emperor sembrano suonare sulle macerie del rock: i loro crescendo di oltre venti minuti raggiungono livelli di pathos, comunicatività e di struggente malinconia per nulla consueti.


L’iniziale
09-15-00 ricorda l’evento scatenante la nascita della seconda intifada del 2000. Ancora una volta lo schema è sempre lo stesso ma non manca comunque di raggiungere l’obiettivo, con un’enfasi crescente che ipnotizza e stordisce in un finale caotico. La seconda parte è invece un’appendice che aggiunge poco o nulla.
Gli oltre trenta minuti di
Motherfucker=Redeemer, evocano scenari post-atomici o post-bellici, dedicati probabilmente all’ex presidente George W. Bush, di cui sono campionati alcuni discorsi.

La drammaticità dell’esecuzione e il pathos che si ottiene rappresenta un elemento importante ed imponente di come la musica possa comunicare sentimenti, paure e sensazioni drammatiche di questi tempi, e in ogni tempo

Novembre 2017: Godspeed You! Black Emperor – YANQUI U.X.O. (2002)ultima modifica: 2017-11-01T06:07:27+01:00da pierrovox

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