Gennaio 2018: Diaframma – SIBERIA (1984)

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Data di pubblicazione: 5 dicembre 1984
Registrato a: Studio G.A.S. (Firenze)
Produttore: Ernesto De Pascale
Formazione: Miro Sassolini (voce), Federico Fiumani (chitarre), Leandro Cicchi (basso), Gianni Cicchi (batteria)

 

Lato A

 

                        Siberia
                        Neogrigio
                        Impronte
                        Amsterdam

 

Lato B

 

                        Delorenzo
                        Memoria
                        Specchi d’acqua
                        Desiderio del nulla

 

 

Nella Firenze degli anni ’80
(titolo di una canzone dell’album I giorni dell’ira)

 

Dal punto di vista squisitamente commerciale i Diaframma hanno raccolto sempre meno consensi rispetto ai loro concittadini Litfiba, ma la loro importanza è del tutto equiparabile, se non addirittura superiore, portando in Italia una ventata di aria nuova, di nuove sonorità. La Firenze degli anni ’80 fu il teatro del “nuovo rock italiano”, e nomi come Litfiba, Diaframma, i Moda di Andrea Chimenti, Underground Life portavano qualcosa che non aveva precedenti all’interno del rock italiano, e che pur rifacendosi alle sonorità anglosassoni, aveva delle personalità del tutto originali. La cosiddetta dark-wave fiorentina quindi si proporrà come una sfaccettatura molto particolare della cultura popolare italiana, con buona pace di Franco Battiato che in Centro di gravità permanente sosterrà di “non sopportare la new wave italiana”.
Nella fattispecie i Diaframma si formano nei primissimi anni ’80, in una Firenze che ribolliva degli umori che venivano dal punk e dalla new wave, e in particolare dalla sponda dei Clash, dei Replacements, dei Joy Division. In questo contesto un giovane punk, Federico Fiumani, vero deus ex machina del gruppo, mette su una band con alcuni amici di liceo che per un po’ di tempo prenderà nome di C.F.S. (acrononimo per Cicchi-Fiumani-Susini, membri della band), cambiato in Diaframma, nome ispirato dalla tecnica fotografica, e dal congegno delle macchine fotografiche che permette di aumentare o diminuire l’intensità di un suono. Così i Diaframma programmaticamente si ponevano come filtro sonoro di tanti umori, di tante sfaccettature. Chiamato in causa il cantante Nicola Vannini, incidono un paio di singoli, prima ancora di intraprendere assieme al alfiere del rock cittadino Alberto Pirelli il vero e proprio salto di qualità definitivo, e cioè il debutto vero e proprio. E fu così che nel 1983 il gruppo decide di licenziare Vannini per ingaggiare un vecchio amico di Federico Fiumani, conosciuto durante il servizio militare, e con un particolare timbro vocale e un’attitudine teatrale: Miro Sassolini.
E fu così che arrivò Siberia, che si rivelerà sin da subito una vera e propria pietra miliare del rock italiano tutto. Un disco molto più importante del successo che ha avuto. Siberia si caratterizzava per una profonda impronta post punk e i suoi testi grondavano tematiche simboliste tanto care all’immaginario decadente della new wave anglosassone. Fascino magnetico e misterioso dunque, e testi che riflettevano le letture colte di Fiumani, spaziando da Cechov ai poeti maledetti.
Siberia si apre con una title-track di glaciale bellezza, che si dipana nella sua filosofica ricerca del senso delle cose, e con la neve ne che raccoglie i passi decisi. Neogrigio, suggestiva ed intensa, è una carezzevole e oscura canzone d’amore. Impronte si tinge di atmosfere che paiono appartenere apertamente ai Cure. Chiude il primo lato un altro grande capolavoro, come l’immaginifica ed intensa Amsterdam, dominata da una linea di basso, e con uno dei versi più belli mai scritti da un gruppo rock italiano (“Dove il giorno ferito impazziva di luce”).
Delorenzo apre il secondo lato, cercando di trasportare su un terreno vicino alle atmosfere dei Joy Division. Memoria prosegue sulla stessa lunghezza d’onda sonora, brancolando nel grigio pesto delle sonorità glaciali e in una voce se possibile ancora più spettrale. Specchi d’acqua conduce violentemente alla conclusione di Desiderio del nulla, che vede del resto la partecipazione degli amici Litfiba.
Siberia è un capolavoro, ipnotico e avvolgente, seminale e importante, che assieme a Desaparecido e 17 re dei Litfiba, rappresenta qualcosa di assolutamente unico in Italia. Dopo questo grande capolavoro i Diaframma daranno alle stampe altri due album con Sassolini, dopodiché Fiumani proseguirà in solitaria, con dei turnisti, la carriera della band, approcciando un cantautorato punk scostante e urticante di grande impatto. Ma è qui che si è scritta la storia, con “ogni cosa sopravvive in silenzio, l’attrito di grida esiliate dal mondo, come frammenti pulsanti di vita”.

 

Tutto quello che ti succede può essere un valido spunto per scrivere e fare arte
(Federico Fiumani)

Gennaio 2018: Diaframma – SIBERIA (1984)ultima modifica: 2018-01-25T13:08:42+01:00da pierrovox

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