Febbraio 2018: B.B. King – LUCILLE (1968)

bb

 

Data di pubblicazione: 1968
Registrato a: Los Angeles
Produttore: Bob Thiele
Formazione: B.B. King (voce, chitarra), Irving Ashby (chitarra), David Allen Jr (basso), Lloyd Glenn (piano), Jesse Sailes (batteria), Maxwell Davis (organo), Bob Forte, Bob McNeely, Cecil McNeely (sassofono)

 

Lato A

 

                        Lucille
                        You move me so
                        Country girl
                        No money, no luck blues

 

Lato B

 

                        I need you love so bad
                        Rainin’ all the time
                        I’m with you
                        Stop putting the hurt on me
                        Watch yourself

 

Suonare il blues significa essere doppiamente nero
(B.B. King)

 

C’è una scena nel celeberrimo film documentario Rattle and hum degli U2, in cui Bono presenta B.B. King al pubblico, anticipando di aver scritto una canzone per lui, e che l’hanno registrata assieme. Subito dopo ci si sposta con le immagini in uno studio, proprio mentre stanno discutendo delle canzoni, e B.B. King rivolgendosi a Bono sostiene che quella canzone è molto profonda per uno giovane come lui. Bono sorride quasi imbarazzato, intimidito, ma sicuramente inorgoglito dei complimenti di un gigante come B.B. King, che ha cominciato ad apprezzare proprio nel momento in cui gli U2, abbandonate le atmosfere grigie della new wave e del post punk, dalla quale provenivano, si immergevano nella tradizione americana. B.B. King poi continua dicendo di essere uno che non ama starsene seduto a bearsi della propria fama, ma di avere da sempre un istinto nomade, qualcosa che lo muove ad uscire fuori, allo scoperto, e a rendersi conto in prima persona di ciò che succede. Sono scene di una bellezza incredibile, perché esprimono tutta l’umana passione di grandissimi artisti, lontani tra di loro per età, ma vicinissimi per il legame indissolubile che la musica aveva creato tra di loro, e non solo. Si, perché per B.B. King (esattamente come per Johnny Cash qualche anno più tardi), l’incontro con gli U2 rappresenterà l’opportunità di incontrare una nuova generazione, e di portare anche a questa la sua passione per il blues, e la sua straordinaria passione.
Il blues è talmente una ragione di vita per lui, da portarselo impresso perennemente nel suo nome d’arte: B.B. starebbe per Boy’s blues. E nello stesso tempo lui stesso si distinguerà ben presto come una delle personalità più influenti e creative del genere ribelle americano. E per poterlo rappresentare lo facciamo con il disco più “personale”: Lucille.
Lucille è un canto d’amore, una rappresentazione plastica di tutto quello che per B.B. King è bellezza e stupore; Lucille è la sua chitarra, una meravigliosa Gibson ES-355TD-SV nera, con la quale B.B. ha instaurato un rapporto d’amore vero. La chitarra come amante, complice, fedele compagna.
E Lucille diventa anche una delle sue canzoni più importanti di sempre, oltre titolo di uno dei suoi album impregnati di una visione eclettica, aperta alla contaminazione con altre tradizioni musicali. Lucille è un pezzo di oltre dieci minuti, in cui l’andatura blues procede sinuosa, come un dialogo d’amore, declamato con fierezza e passione. Una specie di amplesso con ciò che gli è più caro, un dialogo d’amore. Si può dire che Lucille è per B.B. King ciò che Beatrice fu per Dante Alighieri. Si procede poi con la briosità filo gospel di You move me so, echeggiando Solomon Burke e gli spiritual religiosi. Il viaggio continua attraverso le contaminazioni rock di Country girl, mettendo in mostra un talento in grado di non irrigidirsi sugli stilemi di genere, ma di andare oltre. Il tappeto sonoro creato dall’organo chiesastico di No money, no luck blues disegna un’atmosfera austera e nello stesso tempo concede calore e sensualità, mettendo in mostra un blues scintillante della più classica delle scuole.
Lo stesso organo apre il tormento amoroso di I need your love so bad, dove i piccoli tocchi di sassofono arricchiscono il suono di passione e romanticismo. Rainin’ all the time invece si concede una varietà strumentale ben più ampia, coniugando tanto la tradizione blues, quanto aperture allo swing e alla canzone d’autore; una specie di incontro curioso tra Willie Dixon e Frank Sinatra. I’m with you procede mettendo in tema fedeltà e passione, e Stop putting the hurt on me continua il discorso sonoro arricchito su tematiche ancora una volta passionali e amorose. Il finale è lasciato a Watch yourself, blues denso di rockabilly e rock’n’roll.
Lucille quindi è una storia d’amore: quella di un grande uomo con la musica, impersonificata dalla sua chitarra. Una storia d’amore che non ha mai smesso di affascinare, e che ha incontrato generazioni e generazioni, in maniera del tutto trasversale. B.B. King diventerà quindi ben presto una celebrità, e potrà vantare collaborazioni di altissimo calibro con tutta una serie di artisti. E per ognuna di questa lui resterà sempre un maestro indiscusso!

 

B.B. King non è solo un mostro sacro: è il più grande di tutti!
(Bono)

Febbraio 2018: B.B. King – LUCILLE (1968)ultima modifica: 2018-02-12T09:56:24+01:00da pierrovox

Potrebbero interessarti anche...