Anima Fiammeggiante

Febbraio 2018: Lucio Battisti - EMOZIONI (1970)


Data di pubblicazione: 15 dicembre 1970 Registrato a: Fonorama (Milano) Produttore: Lucio Battisti & Mogol Formazione: Lucio Battisti (voce, chitarra), Flavio Premoli (tastiere, pianoforte), Dario Baldan Bembo (tastiere, pianoforte), Demetrio Stratos (tastiere, pianoforte), Gabriele Lorenzi (tastiere, pianoforte), Mario Totaro (tastiere, pianoforte), Alberto Radius (chitarre), Franco Mussida (chitarra), Andrea Sacchi (chitarra), Damiano Dattoli (basso), Angel Salvador (basso), Giovanni Tommaso (basso), Giorgio Piazza (basso), Frank Laugelli (basso), Gianni Dall’Aglio (batteria), Franz Di Cioccio (batteria), Sergio Panno (batteria), Petruccio Montalbetti (armonica), I 4+4 di Nora Orlandi (cori)   Lato A                           Fiori rosa, fiori di pesco                         Dolce di giorno                         Il tempo di morire                         Mi ritorni in mente                         7 e 40                         Emozioni   Lato B                           Dieci ragazze                         Acqua azzurra, acqua chiara                         Era                         Non è Francesca                         Io vivrò (senza te)                         Anna    

Un artista non può camminare dietro al suo pubblico, un artista deve camminare avanti” (Lucio Battisti)

 

Se c’è un nome che universalmente possa rappresentare in senso assoluto la canzone italiana, non può che essere che quello di Lucio Battisti. Cantore e poeta, mattatore delle classifiche ma anche capace di un ermetismo assolutamente fuori dal comune, ha scritto alcuni degli inni sempreverdi della musica leggera italiana, ma nello stesso tempo ha saputo anche rifugiarsi in una musica concettuale e ideologica pregna di filosofico candore e inafferrabile sentimento. Non esiste ragazzo in Italia che non si sia cimentato nell’intraprendere lo studio di uno strumento musicale, senza imbattersi nelle sue canzoni, fatte di semplici giri armonici, ma di un accorato sentimento che unisce generazioni e generazioni. La sua collaborazione con Mogol ha prodotto alcune delle pagine più belle di tutta la storia della canzone italiana, e la sua curiosità musicale ha gettato i semi per cultura musicale del Belpaese di cui sono tanti i beneficiari, sia nell’ambito rock che nel pop più fruibile, come anche nell’avanguardia. Lucio Battisti è stato e resterà per sempre un patrimonio vero della canzone italiana. Nato il 5 marzo 1943 (curiosamente il giorno dopo la nascita di Lucio Dalla) a Poggio Bustone, un paese della provincia di Rieti, Lucio Battisti si dedicò sin da adolescente alla musica, facendosi regalare dai genitori una chitarra, imparando a suonarla praticamente da autodidatta. La sua gavetta da musicista inizia prestissimo, con Lucio Battista appena diplomato elettricista, che cominciò a suonare con un gruppo napoletano, I Mattatori, per poi intraprendere varie esperienze nei vari nightclub di Roma. Qui ebbe la possibilità di potersi imbattere in Alberto Radius e ottenere un contratto nella sua band, e così si trasferì a Milano. E nel capoluogo lombardo Battisti poté incontrare Mogol con cui nacque un proficuo e importante rapporto artistico. Quello che ne è sortito fa parte della storia della canzone italiana, partendo proprio dalla sua prima ed unica partecipazione al Festival di Sanremo con Un’avventura, conciliando la melodia italiana con il rhythm and blues di scuola americana. Uno dei suoi dischi che possa rappresentarlo in senso pieno è il suo secondo lp, Emozioni, che di fatto è una compilation dei suoi singoli più importanti di quel periodo, ma che contiene a sua volta una sua particolare compattezza e una sua storia importanza. Il disco si apre con un primo inno, Fiori rosa, fiori di pesco, curiosa canzone d’amore, con un testo esistenziale e pregno di un particolare romanticismo, segue Dolce di giorno, già interpretata dai Dik Dik come retro del loro singolo Sognando la California (riadattamento in italiano di California dreamin’ dei Mamas & Papas), per poi giungere al blues italico de Il tempo di morire (il tema della morte sarà sempre così particolarmente centrale nei testi di Mogol e nella poetica musicale di Battisti), con un protagonista giovane, semplice e ingenuo, che non riesce a trovare la possibilità di trascorrere una note di passione con una donna che lui ama, alla quale offre la sua motocicletta. E “il tempo di morire” in questo particolare contesto rappresenta l’orgasmo di una notte di passione. Mi ritorni in mente invece è una delle canzoni più note e affascinanti, riadattata da una vecchia canzone scritta con Roberto Matano, Non chiederò la carità, cui Mogol diede un nuovo testo. Mentre 7 e 40 è una storia di addii e separazioni. Il lato A si chiude con una title-track trasognata e splendida, con un testo tetro e bellissimo, posizionandosi come una delle canzoni più belle in assoluto di tutta la canzone italiana. Il Lato B si apre con due canzoni che sono inni generazionali veri e propri: Dieci ragazze e Acqua azzurra, acqua chiara. La prima è un’autoironica dichiarazione d’amore, l’altra un manifesto di purezza. Era venne scritta in riferimento a ciò che fu Yesterday dei Beatles e Catch the wind di Donovan. Non è Francesca è una delicata canzone d’amore tradito e non ricambiato. Io vivrò (senza te) è un blues tormentato pregno di un romanticismo malandato. Il disco si chiude con il canto d’amore di Anna, con i ricordi, la rabbia, il tormento. Emozioni raccoglie tutta la poetica di Mogol e la dolcezza scostante di Lucio Battisti, e rappresenta un caposaldo della musica italiana in senso assoluto. In seguito Lucio Battisti eleverà la sua ricerca musicale incrociando svariati stili, diverse culture, fino alla poetica ermetica sviluppata con Pasquale Panella negli anni ’80, il suo esilio dalla scene durato fino alla sua morte giunta il 9 settembre del 1998. L’eredità è un canto libero, le emozioni intime che scopriremo solo vivendo

 

Lucio è un personaggio irripetibile, che ha segnato un’epoca nel modo di cantare, di essere, di vivere!” (Monica Vitti)