Aprile 2018: Cousteau – COUSTEAU (1999)

Cousteau

Data di pubblicazione: 25 ottobre 1999

Registrato a: Londra

Produttore: Cousteau

Formazione: Liam McKahey (voce, percussioni), Robin Brown (chitarra elettrica, chitarra acustica, cori), Dan Church (batteria), Davey Ray Moor (chitarre, tromba, pianoforte, percussioni, cori), Joe Peet (basso, contrabbasso, violino, cori), Craig Vear (batteria, percussioni)

Tracklist

Your day will come

The last good day of the year

Mesmer

Jump in the river

How will I know

(Shades of) Ruinous blue

You my lunar queen

She don’t hear your prayer

One good reason

Wish you were her

Of this goodbye

Pur essendo un gruppo da classifica,

sono sufficientemente raffinati da poterli

contrassegnare come artisti di un certo livello

(Cesare Succo)

La storia del pop è stata segnata anche da certe meteore, che sono apparse giusto il tempo di una stagione, ma hanno saputo lasciare segnali molto importanti. Chi è cresciuto negli anni ’90, ricorderà benissimo quel tenue assolo di tromba che accompagnava il delicato swing-pop di The last good day of the year, che li aveva consegnati alla popolarità.

Un pezzo bellissimo e delicato che aveva avuto gli onori e gli oneri delle pubblicità e del cinema, e che col tempo ha conservato il suo grandissimo splendore. Nello stesso tempo indicava quale fosse la cifra stilistica dei Cousteau, band inglese sorta alla fine degli anni ’90, eclettica e classicheggiante allo stesso tempo. Non c’è un particolare genere di riferimento nella loro proposta artistica, anche se nelle loro canzoni c’è una certa propensione per la melodia pop.

Il primo omonimo album è anche il loro piccolo capolavoro, segnato dalla presenza della canzone su citata, ma anche da un’altra manciata di ottimi brani capaci di sospendersi tra swing, jazz, rockabilly e pop. Ed è così che l’apertura swing-jazz di Your day will come richiama tanto le armonie di Elvis Costello, e le proietta nel nuovo millennio, mentre Mesmer si avvicina maggiormente ad uno stile cantautoriale vicino a quello di Nick Drake, con il violino in primissima linea a marcare armonie malinconiche. Jump in the river invece si accosta maggiormente ad uno stile indie, con tanto di velleità jazz, tanto da farci venire in mente gente come Grandaddy o i Black Heart Procession. How will I know è segnata invece da alcune forti caratterizzazioni soul, e in più di un’occasione Marvin Gaye è dietro l’angolo, mentre la dolceamara (Shades of) Ruinous blue ci porta nei territori alieni dei Radiohead, che in quel periodo stava vedendo sorgere anche la stessa dei Coldplay. You my lunar queen è una delicata e notturna ballata pianistica molto struggente, e She don’t hear your prayer è un’altra canzone con forti richiami al miglior Costello. One good reason vive di tensioni jazz, mentre Wish you were her sporca il suono con chitarre garage e blues. Il disco viene chiuso dalla struggente tromba di Of this goodbye, nostalgica e splendente.

I Cousteau durarono il tempo di una stagione, e i tentativi seguenti di proseguire la carriera sulla stessa cifra stilistica si rivelarono meno interessanti, tanto da portare il gruppo alla decisione dello scioglimento. Sono durati poco, ma quelle note di tromba ancora accompagnano i sogni e i turbamenti amorosi di tanti, che dalla musica si lasciano cullare

 

Aprile 2018: Cousteau – COUSTEAU (1999)ultima modifica: 2018-04-02T20:11:45+02:00da pierrovox

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