Maggio 2018: Van Morrison – ASTRAL WEEKS (1968)

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Data di pubblicazione: Novembre 1968
Registrato a: Century Sound Studios (New York)
Produttore: Lewis Merenstein
Formazione: Van Morrison (voce, chitarra acustica), Jay Berliner (chitarra classica, chitarra acustica), Richard Davis (basso),  Larry Fallon (clavicembalo), Connie Kay (batteria), Barry Kornfeld (chitarra acustica), John Payne (flauto, sassofono), Warren Smith Jr (percussioni, xylofono)

 

Lato A

 

                        Astral weeks
                        Beside you
                        Sweet thing
                        Cyprus Avenue

 

Lato B

 

                        The way young lovers do
                        Madame George
                        Ballerina
                        Slim slow slider

 

 

Una riuscita miscela di poesia irlandese e sonorità folk-jazz
(dall’Enciclopedia Treccani)

 

Quando si cita il cognome Morrison, in maniera stereotipata viene in mente quel genio maledetto in pantaloni di pelle, capelli lunghi, iconografia angelico-demoniaca e poesia nichilista dal nome Jim, che aveva aperto le “porte della percezione” del rock, inscenando una teatralità arcaica e pur sempre nuova nell’immaginario del nuovo rock nascente.
Ma esiste un altro Morrison, forse meno celebre del primo (seppur anche lui abbia goduto e giustamente di una grande popolarità), ma non per questo meno grande. L’altro Morrison non è stato eternato perché morto a 27 anni. L’altro Morrison non ha avuto l’onore di apparire sulle t-shirt o sui poster nelle camerette degli adolescenti che stavano scoprendo il rock. Non è stato mai il sogno proibito di tante donne, e non si dichiarava un “politico erotico”, anzi era basso, tozzo, rosso. L’altro Morrison si chiama Van, è originario di Belfast, eppure al pari di Jim, anche lui ha dato un enorme contributo alla formazione di un musica colta e che non avesse confini nella sua formulazione. L’altro Morrison è un grande, proprio come Jim! L’altro Morrison è stato un grandissimo poeta (proprio come Jim), figura enigmatica, impenetrabile, sfuggente e dotata di un fascino sinistro che ancora oggi continua suscitare ammirazione.
Van Morrison viene appunto dall’Irlanda del Nord, e si è formato da ragazzo alla musica ascoltando Muddy Waters, Lightin’ Hopkins, John Lee Hooker, Ray Charles, Leadbelly, Solomon Burke, e nello stesso tempo iniziando a dedicarsi al canto e al suono della chitarra acustica, del sassofono, dell’armonica a bocca. A metà anni ’60 intraprende una particolare carriera con un gruppo di amici, i Them, con i quali inciderà due album e un singolo che sarà un particolare tormentone per il rock a venire, Gloria, che verrà reinterpretato da molti e disparati artisti, dai Doors a Patti Smith, da Ted Nugent agli U2…
Ma il percorso dei Them non è destinato a durare a lungo, anche per via di alcuni problemi personali legati all’alcool e alla depressione. Così Morrison, sotto consiglio del vecchio produttore dei Them Bert Berns, intraprende una carriera da solista, ma il primo passo però fu l’album Blowin’ your mind, pubblicato nel 1967 da Berns senza ottenere il benestare del titolare. L’album in sé è un’indecisa collezione di alcuni episodi minori, tra i quali spicca però la brillante Brown eyed-girl. Questo dissapore con Berns però porterà ad una rottura, e la morte per infarto di quest’ultimo non farà altro che che acuire i problemi che già c’erano, portando ai problemi personali anche delle grane legali legate al contratto discografico.
Sorprendentemente però questa situazione finirà per portare linfa vitale al buon Van Morrison, che comincerà a pensare ad Astral weeks, il suo primo “vero” album. Quello che ne verrà fuori è un disco inclassificabile, che divaga tra il jazz, il folk, il soul. Forme e linguaggi nuovi aprono ad una magnificenza dell’immaginazione, forse mai fino ad ora così libera. Non a caso sarà da qui che artisti come Tim Buckley o Nick Drake si sentiranno anch’essi più liberi di spaziare all’interno di questa musica. Astral weeks è pervaso da un alone mistico e da una grandissima intensità, fondendo l’antica poesia irlandese con le nuove sonorità e le tradizioni.
L’album si apre con una title-track densa di presagi di vita e morte, che viaggia su un’improvvisazione malinconica, e un tappeto sonoro su cui poggia la meravigliosa voce di Van Morrison. Beside you si apre all’interno di un’atmosfera misteriosa, circondata da arpeggi chitarristici, echi di flamenco e linee melodiche randage. Sweet thing è una canzone folk delicatissima con una ritmica jazz che si amalgama benissimo nella struttura. Il lato A si chiude con la meravigliosa atmosfera creata da Cyprus Avenue, intrigante nel suo intreccio straordinario di chitarre, basso, archi e violino.
The way young lovers do apre il secondo lato, talmente bella che Jeff Buckley ne offrirà una sua personale interpretazione nell’indimenticabile Live at Sin-è. Madame George invece è un etereo dialogo notturno tra innocenza e azzardo, che tanto avrà influenza sulla Spirit in the night di Bruce Springsteen. Ballaria procede distesa, ma nello stesso tempo Van Morrison vi offre un’interpretazione gigantesca tra dolore e gioia, speranza e disperazione. Chiude Slim slow slider, con un’anima blues e una quiete densa di redenzione.
Astral weeks resta uno dei dischi più belli mai concepiti. Un album denso di poesia e acume letterario, e aperto a tutte le influenze possibili. Non a caso saranno tante le influenze che questo disco eserciterà, da Bob Dylan agli U2, da Patti Smith a Bruce Springsteen, da Graham Parker ai Thin Lizzy, dai Dexys Midnight Runners a Bob Seeger, e tanti se ne possono ancora citare. Musica tanto preziosa quanto irripetibile! Ed è così che per il passo successivo Van Morrison opterà per una forma canzone un po’ più convenzionale nel comunque epocale e bellissimo Moondance.
Il resto della carriera vedrà alternarsi momenti di altissima ispirazione (in questa sede vale la pena di menzionare perlomeno il bellissimo Saint Dominic’s preview del 1972), ad alcuni nettamente aridi e confusi (e qui perlomeno si stigmatizza Days like this del 1995, scialbo e sottotono). Ma la grandezza poetica resta comunque, anche nei passaggi meno a fuoco, ed è l’eredità più bella di un piccolo grande uomo proveniente da Belfast

 

Astral weeks di Van Morrison è un lavoro straordinario, ricco di canzoni meravigliosamente evocative, radicate a Belfast, ma che forniscono una potente e duratura risonanza poetica universale
(Niall Stokes)

Maggio 2018: Van Morrison – ASTRAL WEEKS (1968)ultima modifica: 2018-05-03T13:13:16+02:00da pierrovox

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