Agosto 2018: Jefferson Airplane – SURREALISTIC PILLOW (1967)

Surrealistic pillow

 

Data di pubblicazione: Febbraio 1967
Registrato a: RCA Victor’s Music Center (Hollywood)
Produttore: Rick Jarrard
Formazione: Marty Balin (voce, chitarre), Jack Casady (basso, chitarra ritmica), Spencer Dryden (batteria, percussioni), Paul Kantner (chitarra ritmica, cori), Jorma Kaukonen (chitarre, cori), Grace Slick (voce, piano, organo)

 

Lato A

 

                        She has funny cars
                        Somebody to love
                        My best friend
                        Today
                        Comin’ back to me

 

Lato B

 

                        3/5 of a mile in 10 seconds
                        D.C.B.A.-25
                        How do you feel
                        Embrionic journey
                        White rabbit
                        Plastic fantastic lover

 

 

 

 

“We were all outlaws in the eyes of America

 

Una delle immagini più belle di tutta la storia del rock è quella di Grace Slick, interamente vestita di bianco, che appare nella magnifica cornice dell’indimenticabile Festival di Woodstock dell’agosto 1969. Alle sette e mezzo del mattino del 17 agosto, come un’immagine angelica, compare lei e i Jefferson Airplane, proprio davanti ad una platea oceanica assonnata ancora ben stipata dentro i propri sacchi a pelo incrostati dal fango. Se l’esibizione non fu proprio memorabile, quello che resterà immutata come un’immagine fissata per sempre nella memoria, nel tempo, sarà la dolcezza minacciosa di Grace Slick, con i suoi occhi grandi, i lunghi capelli ricci che le cadevano sul volto e sulla spalla, donandole un aspetto angelico e un’aura mistica e sensuale di una donna che, ad un passo dal crollo delle utopie della Summer of love (proprio qualche giorno prima del famoso festival di Woodstock si perpetrò il vergognoso massacro di Bel Air ad opera di Charles Manson e della sua setta di pazzi fanatici, e giusto qualche mese dopo si perpetrerà il secondo massacro di Altamont), assieme al suo gruppo, lascerà un segno profondo nella cultura giovanile americana: un’immagine di innocenza minacciosa e di peccaminosa ingenuità.
Non sempre i Jefferson Airplane godono della giusta riconoscenza quando si parla di rock’n’roll, della sua storia, della sua importanza e della sua evoluzione. Spesso sono trattati in sordina, spesso gli si preferiscono altre band, altri artisti. Ma i Jefferson Airplane, assieme a tutta la realtà di San Francisco, sono stati una delle band chiave di tutto un movimento musicale e culturale legata ad uno stile di vita tanto libero e libertario da risultare in alcuni casi sovversivo.
I Jefferson Airplane si formano nel 1965 a San Francisco, ad opera di due giovani, Marty Balin e Paul Kantner. Il primo aveva un’esperienza di cantante pop in un gruppetto che si faceva chiamare Town Criers, mentre il secondo aveva già avviato una personale carriera di musicista folk, avendo già avuto la possibilità di esibirsi con gente del calibro di Janis Joplin, David Crosby, Jerry Garcia. Kantner includerà nel progetto un suo amico, Jorma Kaukonen, promettente chitarrista blues, mentre Balin farà unire al gruppo la cantante Signe Toly Anderson. Avendo poi aggiunto al gruppo il batterista Jerry Peloquin e il bassista Bob Harvey, e avendo scelto come signa sociale Jefferson Airplane, a quanto pare nato da uno slang che definisce un particolare modo di consumare le droghe leggere, senza scottarsi le dita, la band inizia un percorso fatto di esibizioni presso il Fillmore di Bill Graham, e l’esordio ufficiale su disco con Takes off. L’album sarà un progetto promettente ma nulla di più, giocato su un folk rock con qualche deviazione psichedelica, nonostante le buone prove vocali della Anderson.
Nell’ottobre del 1966 però la Anderson è costretta ad abbandonare la band poiché diventata mamma, e questo porta i Jefferson Airplane a cercare una nuova cantante. Ma non ci volle molto tempo, infatti nella serie di concerti che gli Airplane stavano tenendo al Fillmore, con la Anderson come cantante, fu inserita Grace Slick, già in attività con i The Great Society, band che in diverse occasioni farà da spalla agli Airplane. E si può dire che fu qui che l’attività della band inizierà un percorso del tutto nuovo e veramente pieno di slancio. Grace Slick era di una bellezza divina: coacervo di sensualità e arroganza, ieratico carisma e aggressiva carnalità, e con una voce spaventosamente bella! Ma non fu l’unico cambiamento importante nella band: infatti poco prima Jack Casady prese il posto fisso al basso e Spencer Dryden quello alla batteria. Grace Slick fu l’ultimo tassello di una line-up meravigliosa!
E così iniziò il vero e proprio decollo dell’aeroplanino Jefferson! E arriverà Surrealisitc pillow (titolo suggerito da Jerry Garcia dei Grateful Dead, sostenendo che “la musica dei Jefferson Airplane era surrealista come un cuscino”), che segnerà un’importante maturazione del suono, in piena sintonia con le vibrazioni psichedeliche tanto in voga in quel periodo. L’album verrà trainato da due magnifiche canzoni che Grace Slick porterà appunto dai suoi Great Society: l’inno all’amore libero di Somebody to love (inizialmente initiolata Someone to love), e la marcetta ispirata dall’LSD, ma prendeva spunto anche dal Bolero di Ravel e anche da Alice nel paese delle meraviglie. Due prove sia vocali che sonore di incredibile impatto e inni di una generazione!
L’edizione americana del disco veniva aperta dall’incedere serrato di She has funny cars, esprimendo maggiore personalità rispetto alla prova precedente. Spike Spence invece regalerà al gruppo nel quale militerà un po’, prima di andare dai Moby Grape, un singolo dalla melodia gioviale, My best friend. Mentre la dolcezza fiabesca e lisergica di Today e Comin’ back to me chiudono il primo lato.
Apre il secondo lato la spigliata ed elettrica 3/5 miles in ten seconds, riferendosi al rapporto Garrison, secondo il quale quella era l’ipotetica velocità della pallottola che colpì e uccise John Kennedy a Dallas, seguita da un ritorno massico allo spettro folk di D.C.B.A. 25. How do you feel si frappone come intemezzo tra questa e l’acquerello acustico di Embryonic journey, mentre Plastic fantastic lover, con la sua invettiva all’amante di platica, ossia alla tv, chiude l’album con una frenesia elettrica.
Questo disco rappresenta un’intera generazione, quella hippie, la love generation, con delle esibizioni monumentali e in perfetto stato di grazia (soprattutto quella a Monterey del 1967). Da allora in poi i Jefferson Airplane articoleranno sempre più il loro suono nello sperimentale After bathing at Baxter’s e l’oscuto Crown of creation, giungendo allo zenit perfetto con l’impegnato e ideologico Volunteers. Dopo si assisterà ad un costante declino, abbandono di membri importanti del gruppo (soprattutto quello di Jorma Kaukonen e Jack Casady che andranno a formare gli Hot Tuna), e l’inizio di un’autoparodia, i Jefferson Starship, improntata sul mainstream di successo facile, sulla quale è bene stendere un velo pietoso, in rispetto dell’Aeroplano che fu. Per il resto è bene che a rappresentare i Jefferson Airplane e tutto quel movimento genuino sia quell’immagine angelica di Grace Slick a Woodstock, qualcuno da amare!

 

I Jefferson Airplane erano architetti e messaggeri dell’età psichedelica, una liberazione per la mente e del corpo che hanno profondamente cambiato la mentalità americana, nell’arte, nella religiosità, nella politica, nella spiritualità
(Jann Wenner)

 

Agosto 2018: Jefferson Airplane – SURREALISTIC PILLOW (1967)ultima modifica: 2018-08-06T13:18:28+02:00da pierrovox

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