Febbraio 2019: Jane’s Addiction – NOTHING’S SHOCKING (1988)

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Data di pubblicazione: 23 agosto 1988
Registrato a: Eldorado Studios (Los Angeles)
Produttore: Dave Jerden & Perry Farell
Formazione: Perry Farell (voce, piano), Dave Navarro (chitarre), Eric Avery (basso, chitarra acustica), Stephen Perkins (batteria, percussioni), Angelo Moore (sassofono), Flea (tromba), Christopher Dowd (trombone)

 

Tracklist

 

                        Up the beach
                        Ocean size
                        Had a dad
                        Ted, just admit it…
                        Standing in the shower… thinking
                        Summertime rolls
                        Mountain song
                        Idiot rule
                        Jane says
                        Thank you boys
                        Pig’s in the zen

 
A volte per rendersi conto che stavi bene,
qualcuno deve venire e farti del male
(Perry Farell)

 

Talvolta accade, in ogni epoca musicale, che un qualche genere di cambiamento si renda necessario, per non dire fondamentale, allo scopo di consentire il rinnovamento o la sopravvivenza stessa di un genere; compaiono dunque sulla scena band che, in un modo o nell’altro, sono destinate a raccogliere questa esigenza, facendosi testimoni e fautori a loro volta di quell’evoluzione che la Musica chiede loro a gran voce. Una di queste band, senza ombra di dubbio, sono i Jane’s Addiction: a fronte di una fase principale della loro carriera durata appena sei anni, dal 1985 al 1991, che produsse solamente tre album, questi ragazzi di Los Angeles hanno dato un contributo seminale per lo sviluppo del crossover e, di conseguenza, di una rilevante parte della scena alternative rock che ha dominato gli anni 90. Band disparate, fra cui gli insospettabili Strapping Young Lad hanno fatto a gara per riconoscere l’importanza dell’influenza di Perry Farrell e dei suoi compagni di avventure, sottolineando come il loro approccio eclettico e scevro di preconcetti, assieme a quello di altri pionieri dell’epoca come Faith No More o Living Colour abbia aperto le porte a sperimentazioni impensabili fino a quel momento.
Nothing’s shocking, loro primo album in studio, è unanimemente considerato, a ragione, come una delle pietre miliari di questo genere, assieme al successivo Ritual de lo habitual, dove i nostri allargheranno le loro influenze iniettando nella propria musica una ancor più generosa dose di psichedelia. Eppure, proprio questo grandioso lavoro, questo album imperdibile e fondamentale rischiò seriamente di non vedere mai la luce. Nel 1988, infatti, nonostante la firma del contratto con una major come la Warner Bros, che teoricamente avrebbe dovuto far fare loro più di un salto di gioia, i Jane’s Addiction erano già dilaniati dai conflitti interni che, unitamente alla tossicodipendenza, avrebbero portato la band all’autodistruzione tre anni più tardi: Perry Farrell, difatti, durante le registrazioni pretese di ricevere il 62,5% delle royalties derivanti dalle future vendite dell’album, portando gli altri tre membri ad un passo dall’abbandono. Si resero dunque necessari gli interventi disperati della casa discografica e del produttore Dave Jerden per ricucire lo strappo e portare a termine l’album; Farrell ebbe ciò che chiedeva ed i suoi tre compagni si accontentarono del 12,5% a testa, anche se chiaramente qualcosa nella band si ruppe per sempre. Ad ogni modo, possiamo essere grati a mamma Warner per aver permesso che Nothing’s shocking vedesse la luce: il lavoro, divenuto celebre anche per l’oltraggiosa copertina raffigurante due donne nude, si apre con l’intro di basso di Up the beach, che è solo il preludio ai riff imbevuti di psichedelia di Dave Navarro: proprio lui, unitamente al roccioso batterista Stephen Perkins, diviene dopo il primo minuto il vero protagonista del brano, dal momento che qui Farrell ed il suo cantato allucinato restano ancora sullo sfondo. Naturalmente, il bizzoso frontman si prende la scena già a partire dalla successiva Ocean size, con le sue celebri strofe vagamente eteree, che poi colpiscono dritte al cuore per intensità; non per questo, chiaramente, bisogna dimenticare il lavoro degli altri tre membri del gruppo, molto più che meri esecutori, soprattutto il già citato Dave Navarro, autore fra l’altro di un assolo infuocato. Had a dad pesca a pieno dall’hard’n’heavy, non rinunciando comunque ad una certa sfacciataggine figlia del punk ed a brevi rallentamenti. Tuttavia, per quanto si tratti di una buonissima traccia, scompare letteralmente al confronto della successiva Ted, just admit it…, un vero e proprio inno alla sperimentazione ed al crossover musicale; c’è di tutto in questi sette minuti e rotti: intro con basso in evidenza e chitarre in sottofondo, sfuriate chitarristiche del solito Navarro, grida improvvise di Farrell ed un Perkins mai così in forma; sempre il batterista rende speciale anche la funky oriented Standing in the shower… Thinking, impreziosita poi dalla chitarra urlante di Navarro, non a caso poi divenuto membro di un’altra band fondamentale per il crossover ed il funk rock come i Red Hot Chili Peppers. Summertime rolls, altra traccia di discreta lunghezza, calma le acque con il suo andamento sognante, mentre Mountain song riesplora le influenza più pesanti dei Jane’s Addiction, consentendo anche al bassista Eric Avery di mettersi in mostra nell’intro, senza finir schiacciato dall’esuberanza dell’onnipresente Navarro. Idiots rule, apparentemente il pezzo più easy listening presente sul disco, anche grazie alla tromba suonata da un certo Flea, si fa in realtà notare per un sottofondo più funky ed esuberante che mai, una vera gioia per le orecchie di chi non ama i musicisti troppo rigidi ed impostati. Ci avviciniamo verso la fine di questo entusiasmante viaggio e naturalmente non può mancare Jane says, l’ipnotico inno della band, qui rivisitato in una versione meno grezza rispetto al debutto, con l’aggiunta di tastiere in sottofondo e la scomparsa delle percussioni, ma che non perde nulla della sua bellezza. Infine, dopo il breve interludio dal sapore vagamente jazz di Thank you boys, ecco i Jane’s Addiction scatenarsi nell’altrettanto valida Pigs in zen, anch’essa parzialmente rivisitata rispetto alla versione presente sul precedente album, ma anch’essa strepitosa per la carica trasmessa dal duo Farrell/Navarro.
Nothing’s shocking, come detto più volte, rappresenta uno dei lavori più importanti degli anni immediatamente precedenti ai Novanta ed un’opera fondamentale per lo sviluppo dei sottogeneri che avrebbero spopolato proprio nei lustri a venire. Come detto ad inizio recensione, esistono gruppi e di conseguenza album da loro composti che sono destinati a raccogliere il testimone di una certa esigenza di rinnovamento.

Febbraio 2019: Jane’s Addiction – NOTHING’S SHOCKING (1988)ultima modifica: 2019-02-25T09:42:10+01:00da pierrovox

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