Febbraio 2019: Talk Talk – SPIRIT OF EDEN (1988)

Spirit of Eden

 

Data di pubblicazione: 16 settembre 1988
Registrato a: Wessex Studios (Londra)
Produttore: Tim Friese-Greene
Formazione: Mark Hollis (voce, pianoforte, organo, chitarra), Lee Harris (batteria), Paul Webb (basso), Tim Friese-Greene (harmonium, piano, organo, chitarra), Martin Ditcham (percussioni), Robbie McIntosch (dobro, chitarra a 12 corde), Mark Feltham (armonica), Simon Edwards (basso messicano), Danny Thompson (basso), Henry Lowther (tromba), Nigel Kennedy (violino), High Davies (sintetizzatore), Andrew Stowell (oboe), Michael Jeans (oboe), Andrew Marriner (clarinetto), Christopher Hooker (corno inglese), Coro della Cattedrale di Chelmsford (cori)

 

Lato A

 

                        The rainbow
                        Eden
                        Desire

 

Lato B

 

                        Inheritance
                        I believe in you
                        Wealth

 

 

Sono una band che ti confonde veramente
(Joan As Police Woman)

 

Forse nessuno come i Talk Talk ha saputo così sapientemente invertire il senso della propria carriera cercando la migliore ispirazione, sapendo ben da subito che si sarebbe giocata l’enorme popolarità ottenuta nei primi anni di carriera. In effetti i Talk Talk nascono come gruppo portabandiera di un synth pop e della new romantic britannica di inizio anni ’80, ottenendo un successo commerciale di immani proporzioni, potendo accostare facilmente il loro nome a fenomeni come Depeche Mode, Duran Duran o Spandau Ballet, attraverso canzoni immediate ed efficaci come le indimenticabili Such a shame e It’s my life (quest’ultima poi sarà rivisitata dai No Doubt nel 2003), che hanno saputo segnare un’epoca, seppur seguendone gli istinti più modaioli. Ma alzi la mano chi non si è particolarmente sorpreso verso la fine degli anni ’80 quando è arrivato nei negozi Spirit of Eden, e se non si è chiesto se quel disco fosse opera degli stessi ragazzotti che avevano ideato i motivetti irresistibili di cui sopra! Alzi la mano chi non ha provato un minimo di senso di “confusione”, come dice su Joan Wasser, di fronte alla dilatazione slow-core attuata nella loro seconda vita artistica!
Eppure, sebbene Spirit of Eden registrò un vistoso calo nei negozi, rivitalizzò in maniera talmente forte i Talk Talk da farli diventare una delle band più importanti di sempre, innovatrice e sperimentatrice di nuove sonorità, tanto che non è azzardato accostare a loro quella profonda innovazione che col tempo chiameremo Post Rock, e con gli Slint stava già muovendo i suoi passi da gigante. Gli scenari sonori di Spirit of Eden sono eterei e celestiali, biblici e catastrofici, carichi di struggente passione.
Chi era abituati ai sintetizzatori, troverà una camera sonora diversa nei fiati che aprono The rainbow, che si distende nei suoi lunghi nove minuti in echi, ritmiche cadenzate, anime blues, sospensioni dettate da accordi pianistici e un canto turbato. Non c’è spazio per il divertimento, ma per la contemplazione. È questo che i Talk Talk vogliono ora inseguire. E The rainbow è un pezzo di struggente bellezza! Ancora più cupa invece si riveste l’atmosfera che prepara Eden, che per certi aspetti pare la logica prosecuzione di The rainbow, mentre per altri sembra aprire le strade a quel fenomeno cui daranno vita i Sigur Ros verso il 2000. Il primo lato si chiude sulla distensione dettata da Desire, che alterna pacificazione a violente scariche elettriche, per una tensione che si tiene alta, e che i fiati sanno tenere incredibilmente accesa.
Il lato B si apre con la divagazione jazz e blues di Inheritance, e una melodia che tenta però di risultare più accessibile. Mantiene una struttura più convenzionale la pur onirica e sospesa I believe in you, catartica e mistica allo stesso tempo. E si chiude con le rarefazioni celestiali di Wealth, in un flusso di organo e tastiere che aprono alla meditazione e all’introspezione.
Chi si aspettava una nuova cavalcata sintetica e dei singoli scalaclassifiche non capì cosa realmente bollisse tra i solchi di queste sei canzoni, dilatate e stupendamente dense di emozione, ma col tempo Spirit of Eden ha saputo guadagnarsi non solo il giusto rispetto, ma si è imposto come uno dei dischi più importanti di tutta la storia del rock, seminale e innovativo.
Gli farà seguito l’altrettanto enorme Laughing stock, da molti considerato come la vetta più alta mai raggiunta da Mark Hollis e compagni, ma in questa sede ci sentiamo di sostenere che senza le distensioni di Sprit of Eden, Laughing stock forse non sarebbe mai nato, e con lui tutto un fermento che porterà a nuove strade nel rock. I Talk Talk quindi hanno saputo confondere, ma lo hanno fatto in maniera del tutto inaspettata e straordinaria. E ben venga quindi questa “dannata confusione”!

 

Confusione, mistero, bellezza… Il viaggio dei Talk Talk, dai primi anni ’80 synth pop alla fine anni ’80 post rock, ha portato una diffusa e aggrovigliata eredità alla storia del rock
(Greame Thomson)

Febbraio 2019: Talk Talk – SPIRIT OF EDEN (1988)ultima modifica: 2019-02-28T13:20:18+01:00da pierrovox

Potrebbero interessarti anche...