“Se un giorno dovessi scegliere tra il denaro e la musica non avrei dubbi: mi terrei la musica!” (Lenny Kravitz)
Lenny Kravitz non è soltanto un prodotto commerciale, costruito nel solo intento di vendere e nel far soldi, come spesso, purtroppo si sente tra coloro che tendono fin troppo facilmente a svilire tutto ciò che ha una certa popolarità e un ampio grado di gradimento. Esattamente come Prince, Lenny è un musicista talentuoso, e col genietto di Minneapolis oltre a condividere il colore della pelle, ha la capacità di essere maledettamente sexy. Uno dei dischi che meglio rappresenta il suo talento è Circus, ed è un lavoro estremamente intrigante, seppur sconosciuto alla massa. Sempre nell'ombra di un rock ostico e acido, in questo album Lenny mostra tutta la sporcizia del vivere da superstar, e ne riporta una testimonianza nella tittle track, che si arranca su un riff ripetitivo e decadente, fino a toglierti ogni emozione positiva, fino a giungere alla conclusione che questo mondo non è buono. Rock and roll is dead, che apre le danze, è una canzone rock a tutto tondo, che fonde in sé Hendrix e Sly Stone, mentre in Tunnel vision ci rende partecipi della sua prima dipendenza più devastante, ossia la droga. Ma quella più devastante di tutte è l’amore. Su questi termini scorre tutto l'album, descrivendo un uomo esaurito dal successo e dalla fama, ma che grazie a questa ricaduta sforna un album molto bello, ispirato e vissuto, e dimostra a tutti la sua unica vera speranza e fede che è Dio: God is love e The resurrection in tal senso sono struggenti. Circus è un vero album d’altri tempi, tra i tanti tanti fantasmi che aleggiano sopra e la lezione dei Beatles. Il suono e bello, duro, diretto, energico. I fondamentali del rock ci sono tutti, non si gioca di fino. Purtroppo dopo questo disco arriverà il melenso 5, la cui unica vibrazione viene da una fiacca cover dei Guess Who, e da lì in poi in si ripeterà mai più sugli stessi livelli dei suoi primi album.