Maggio 2019: Rage Against The Machine – RAGE AGAINST THE MACHINE (1992)

Rage Against The Machine

 

Data di pubblicazione: 3 novembre 1992
Registrato a: Sound City (Van Nuys), Scream Studios (Studio City), Industrial Recording (Hollywood)
Produttore: Garth Richardson
Formazione: Zack de La Rocha (voce), Tom Morello (chitarre), Tim Commerford (basso, cori), Brad Wilk (batteria, percussioni)

 

Tracklist

 

                        Bombtrack
                        Killing in the name
                        Take the power back
                        Settle for nothing
                        Bullet in the head
                        Know your enemy
                        Wake up
                        Fistful of steel
                        Township rebellion
                        Freedom

 

L’unica possibilità per evitare lo sfruttamento e le prepotenze
è la rinuncia ad una vita normale
(Tom Morello)

 

L’intento dei Rage Against The Machine era quello di essere contro il sistema (economico, politico, sociale), e urlarlo al mondo. Questa era la missione che spinse quattro ragazzi a unire le proprie forze: denunciare alle masse le bugie, il malaffare e gli interessi di chi siede alla scrivania nella cosiddetta “stanza dei bottoni”. E per farlo pensarono bene di unire due forme artistiche particolarmente rabbiose e cariche di rivendicazioni sociali: il rap, che nacque nei sobborghi americani, soprattutto dove dilagava la delinquenza e l’abbandono sociale, e il metal, carico di tutta la sua forza ultrasonica.
Carico di questi sentimenti rabbiosi è il celebre e omonimo disco d’esordio. L’album si presenta come un cartellone di protesta sin dalla durissima copertina, che ritrae un celebre scatto di Malcolm Browne raffigurante l’auto-immolazione del monaco buddhista vietnamita Thich Quang Duc, che si diede fuoco nel 1963 in segno di protesta contro la presidenza del suo Paese e la politica oppressiva attuata nei confronti della sua confessione religiosa.
Dal punto di vista strettamente musicale la forza d’urto non è da meno: il mondo del rock non aveva conosciuto ancora nulla di simile. Qualcosa era in fieri nel funky-rock dei Red Hot Chili Peppers che con Give it away avevano sfondato nel panorama musicale dell’epoca, o nelle sperimentazioni dei Faith No More, ma Rage Against the Machine toccò livelli inesplorati e mai più raggiunti. Una sezione ritmica perfetta e quanto mai appropriata; la batteria di Brad Wilk non è incredibile quanto a velocità o tecnica, ma bada al sodo ed è pesante il giusto, non dimenticandosi di assecondare i vari stati d’animo ora dormendo sorniona, ora ripartendo a razzo, ora deflagrando in un’esplosione di piatti a seconda del momento; essa si sposa perfettamente alle linee di basso massicce e allo slap tipico di Tim Commerford, il quale stende un magnifico sottofondo di note su cui va ad appoggiare l’estro di Tom Morello. È in particolare il basso a caratterizzare le canzoni con quel suo sferragliare metallico ma sempre opportuno, protagonista quanto e forse più degli altri strumenti e non relegato a semplice comprimario, fratello gemello di una cassa e rullante magistrali.
L’album si apre con la bomba sonora di Bombtrack, funkeggiante e scoppiettante, proseguendo con lo stesso livore in Killing in the name e Take the power back. Settle for nothing invece dal canto suo mette insieme un’ossessiva ripetizione di parole. E la stessa cosa succede nella cruenta Bullet in the head.
Know your enemy invece è uno degli inni assoluti della band, oltre che mantra di tutta l’ideologia “contro” degli anni ’90. Wake up dal punto di vista sonoro riprende le tematiche sonore dei Led Zeppelin, e le proietta in una sollevazione di massa contro le ingiustizie. Il disco si proietta verso il finale con gli assalti di Fistful of steel e Township rebellion. E si chiude con l’inno rabbioso di Freedom, che non è il canto appassionato di Joan Baez negli anni ’60, ma la rivendicazione incattivita della nuova generazione.
L’album è uno dei capisaldi della cultura rivendicativa degli anni ’90, oltre che perfetto incrocio di due modi di fare musica apparentemente inconciliabili. Col tempo i Rage Against The Machine doppieranno questo grande esordio con l’altrettanto valido Evil empire e The battle of Los Angeles. Poi Zack de La Rocha deciderà di abbandonare la compagnia e il gruppo si divide. Resta comunque un fenomeno straordinario di rabbia ed impegno che abbatterà parecchi muri!

 

Maggio 2019: Rage Against The Machine – RAGE AGAINST THE MACHINE (1992)ultima modifica: 2019-05-06T13:43:08+02:00da pierrovox

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