Luglio 2019: Liz Phair – EXILE IN GUYVILLE (1993)

Liz Phair - Exile in guyville

 

Data di pubblicazione: 22 giugno 1993
Registrato a: Chicago
Produttore: Liz Phair & Brad Wood
Formazione: Liz Phair (voce, chitarre, piano), Casey Rice (chitarra, cembali, cori), Brad Wood (organo, sintetizzatori, basso, chitarra, percussioni, bongo, batteria, cori), Tony Marlotti (basso), John Casey (arpa)

 

Tracklist

 

                        6’1
                        Help me Mary
                        Glory
                        Dance of the seven veils
                        Never said
                        Soap Star Joe
                        Explain it to me
                        Canary
                        Mesmerizing
                        Fuck and run
                        Girls! Girls! Girls!
                        Divorce song
                        Shatter
                        Flower
                        Johnny sunshine
                        Gunshy
                        Stratford-on-guy
                        Strange loop

 

Una pietra miliare del moderno cantautorato
(Piero Scaruffi)

 

Ci vuole coraggio e un bel po’ di faccia tosta per esordire con una risposta femminista al rock’n’roll dei Rolling Stones! Sia nel titolo che nel numero delle canzoni Exile in Guyville voleva essere l’Exile on Main Street femminile, e l’ennesima conferma del potere delle donne nell’ambito rock. E l’ideatrice di tale opera fu una giovanissima artista proveniente dal Connecticut, rimasta orfana da bambina, e cresciuta da uno scienziato e un’insegnante d’arte: Liz Phair.
La sua parabola è durata poco, ma il botto provocato dal suo disco d’esordio è stato talmente potente da indicare nuove strade sonore nel rock al femminile degli anni ’90. In un certo senso Liz Phair ha saputo indicare strade poi battute da altre eroine come PJ Harvey e Alanis Morissette, ossia quelle di un rock trasgressivo, denso di testi sessuomani e rabbiosi.
La sua iniziazione musicale parte col suo compagno Chris Brokaw, all’insegna di di un folk-rock di stampo tradizionale. Con lui si trasferisce a San Francisco, cercando di esibirsi nei locali della città. Di ritorno da quella esperienza si trasfeisce a Chicago e si aggrega alla compagnia di Urge Overkill, Brad Wood e John Henderson, e con loro incide alcuni demo (poi raccolti nel 1995 nel mini album Juvenilia). E questo le permette di mettere maggiormente a fuoco alcune idee per il suo disco d’esordio, che prende spunto da un pezzo di Urge Overkill, e poi diventa un’autentica risposta agli Stones, come già detto in precedenza.
Exile in Guyville è un album ambizioso, cattivo e sboccato, registrato in bassa fedeltà, divenendo un crocevia importante nel rock alternativo statunitense degli anni ’90. In queste diciotto canzoni Liz Phain indossa i pani di una anti-Jagger, cercando di rispondere per le rime ai richiami sinuosi e sensuali del frontman degli Stones, attraverso testi sboccati e oltraggiosi. E ad un Jagger che si poneva come idolo sessuale, Liz Phair risponde presentandosi come assatanata divoratrice di uomini, senza nascondere né dettagli delle sue torture sessuali né avere pudore per la sua immagine di “blow-job queen” (cosa che imbarazzerebbe chiunque, ma non lei). L’album poi vorrebbe essere una sorta di raffigurazione sonora di Wicker Park, il quartiere bohemien di Chicago.
L’album parte col riff alla Richards di 6’1 dove la Phair canta di tutto il suo scettico romanticismo, echeggiando in qualche modo Courtney Love. Prosegue la vagamente psichedelica Help me Mary, che in qualche modo anticipa le trame sonore addolcite di Stories from the city, stories from the sea di PJ Harvey. Abbiamo spazio per il sussurro acustico esiziale di Glory e Dance of the seven veils, che non si fatica ad immaginare su To bring you my love di PJ Harvey. Subito dopo abbiamo l’assalto sonoro punk di Never said, il blues rumoroso di Soap Star Joe, e il tenebroso rumorismo di Explain it to me. Canary interrompe per un attimo con la sua grazia pianistica e gli echi vagamente psichedelici. I riff acidi di Mesmerizing legano ad un canto straziato proprio come Courtney Love potrebbe offrire. Fuck and run offre degli spunti di autolesionismo sessuale, mentre nel pulsare nervoso di Girls! Girls! Girls! Liz Phair arriva a minacciare di omicidio. In Divorce esprime tutto il suo esasperato vittimismo, in Shatter si allungano le ombre, in Flower si pone nel ruolo di dominatrice ossessiva. Nei riverberi di Johnny sunshine si avvertono vagamente gli echi dei Pretenders, mentre Gunshy incede nelle fascinazioni psichedeliche. Stratford-on-guy esprime tutto il suo vibrante afflato rock, e si chiude Strange loop.
Exile on Guyville è un album vibrante e sporcaccione, dove Liz Phair rispecchia l’incertezza della sua vita, analizzando la sua coscienza e il suo vissuto, attraverso i tormenti delle sue relazioni e delle sue insicurezze. Insicurezze e fragilità che faranno di questo disco un piccolo gioiellino, cui, purtroppo, Liz Phair non darà mai un degno seguito, perdendosi via via nella citazione parodistica di sé stessa, o nello scimmiottamento patetico di impomatate rock star da Mtv come Avril Lavigne. Un vero e proprio peccato, perché per un certo momento lei è stata una vera e propria eroina anticonformista del rock!

Luglio 2019: Liz Phair – EXILE IN GUYVILLE (1993)ultima modifica: 2019-07-29T13:17:55+02:00da pierrovox

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