Agosto 2019: Tom Tom Club – TOM TOM CLUB (1981)
Data di pubblicazione: Ottobre 1981
Registrato a: Compass Point Studios (Nassau)
Produttore: Chris Frantz, Tina Weymouth & Steven Stanley
Formazione: Tina Weymouth (voce, basso), Chris Frantz (batteria), Adrian Belew (chitarra), Monte Browne (chitarra), Tyrone Downie (tastiere), Uziah Thompson (percussioni), Lani Weymouth, Laura Weymouth, Loric Weymouth (voce, cori)
Lato A
Wordy rappinghood
Genius of love
Tom Tom Theme
L’éléphant
Lato B
As above, so below
Lorelei
On, on, on, on…
Booming and zooming
“Abbiamo sempre pensato che il Tom Tom Club
potesse cambiare qualsiasi cosa, ma col tempo
ha acquisito questa immagine fatta di cartoni animati
e musica da ballo spensierato”
(Tina Weymouth)
I Talking Heads hanno rappresentato l’avanguardia e l’innovazione metropolitana del sound newyorkese di fine anni ’70. Il processo creativo era riconducibile all’idea stessa della contaminazione, e soprattutto dell’incrocio di sonorità tanto diverse tra di loro, partendo dalla frenesia dei ritmi urbani e giungendo alla distensione di suoni di altre culture. Ma il deus ex machina era di certo David Byrne. Fu così che verso la fine degli anni ’70, i coniugi Chris Frantz e Tina Weymouth pensarono ad un particolare progetto parallelo, avendo in mente una sorta di club ideale dove poter suonare cose nuove. E fu così che nacque il Tom Tom Club, che rispetto alle sperimentazioni della band madre, opponeva un atteggiamento più rilassato, ma non per questo meno curioso di addentarsi in alchimie musicali interessanti.
Innanzitutto la scena principale ora era presa da Tina Weymouth, una delle bassiste più dotate e affascinanti della sua generazione, che sapeva mostrarsi degna leader del progetto. E Chris Frantz comunque si prendeva il gusto di affinare la sua arte ritmica secondo le esigenze della musica che volevano provare.
Nel 1981, esattamente durante il lungo ed estenuante tour di Remain in light, viene pubblicato il loro omonimo album d’esordio (che poi andrà a corredare gli spettacoli dei Talking Heads, a prova del fatto che il Tom Tom Club non voleva essere un progetto in opposizione alla band madre). L’album si presenta decisamente affine nello stile alle cose che i Talking Heads stavano provando in quel periodo, ma si concede una miscela esplosiva di musica funky, reggae, dance e rock alternativo che lo rende particolarmente interessante.
L’apertura del disco è affidata alla hit dance Wordy rappingood, sorta di miscela rap-disco, cantato in coro dalle sorelle di Tina. I ritmi sono sostenuti e le trame sintetiche anticipano il synth-pop che esploderà durante i primi anni ’80. Giunge poi la celeberrima Genius of love, sbarazzino pop funky, incastrata tra strofe corali e morbidi ritornelli. Farà la sua bella figura nel celebre film-concerto Stop making sense di Jonathan Demme. Tom Tom Theme è un intermezzo interamente strumentale, percussivo e tribale, che porta alla miscela esplosiva de L’éléphant, che fonde nel suo suono ritmi funky, chitarre hard e ascendenze caraibiche. Un piccolo e vero proprio gioiello di sperimentazione!
Il secondo lato è aperto da As above, so below, che in un certo senso aprirà delle strade nelle canzoni pop di Speaking in tongues per i Talking Heads, con le sue trame etniche alternate da beat sintetici. Lorelai è un pezzo etno, con ascendenze afro, molto interessante, mentre On, on, on, on… si staglia su sonorità sintetiche, elevando le proprie velleità dance-pop. L’album si chiude con la sperimentale Booming and zooming, densa di campionamenti e frequenze.
Chiaramente rispetto ai Talking Heads, l’impatto dei Tom Tom Club è di una portata differente, ma non per questo meno importante. Il loro contributo è stato notevole per il pop colto degli anni ’80, mettendo peraltro in grande evidenza le qualità dei suoi ideatori. A conferma che le grandi rivoluzioni sono portate avanti anche dalle piccole realtà!
