Anima Fiammeggiante

Novembre 2019: The Soft Moon - DEEPER (2015)


  Data di pubblicazione: 31 marzo 2015 Registrato a: Hate Studios (Vicenza) Produttore: Luis Vasquez & Maurizio Baggio Formazione: Luis Vasquez (voce, sintetizzatori, tastiere, basso, chitarre, frequenze), Maurizio Baggio (tastiere)   Tracklist                           Inward                         Black                         Far                         Wasting                         Wrong                         Try                         Desertion                         Without                         Feel                         Deeper                         Being    

The Soft Moon ha diversi elementi di generi diversi” (Luis Vasquez)

 

Luis Vasquez ancor prima di essere un bravissimo artista, è un essere umano dotato di spiccata sensibilità: è un’anima timida, gentile, pacata, che fatica nel celare quell’oscurità che emerge nelle sue pubblicazioni. Nella “Luna Morbida”, il progetto che lui stesso ha portato avanti con tanta passione, convergono diverse anime: quella mitteleuropea della new wave e del krautrock e una più dura, industrial, riconducibile ai Nine Inch Nails ed altra musica d'oltreoceano (si pensi a quella devastante dei Suicide). Con Trent Reznor sono molteplici i punti di contatto, a cominciare dal fatto che entrambi siano leader e virtualmente unici membri dei rispettivi progetti musicali, ma anche per via del carattere schivo ed introverso. Ma sono soprattutto gli incubi in musica il vero trait d'union: una vocalità sinistra e malata, ora appena sussurrata ora urlata con ferocia, innestata su beat martellanti per generare atmosfere paranoiche e claustrofobiche: Black e Desertion, ad esempio, potrebbero tranquillamente uscire da The downward spiral. Altre suggestioni, come detto, sembrano discendere dalle varie correnti della new wave, dai primi Ultravox electro-punkeggianti  (Far o Feel) a quelli più romantici e decadenti della gestione Midge Ure (Without), fino a lambire i territori oscuri ed enigmatici dei Joy Division (Try e l'allucinata Wasting, solo strumentale). Le percussioni ossessive ed il canto da tregenda della title track, distorto e riverberato, precipitano invece l'ascoltatore in un clima da sabba infernale, degno dei Goblin. A chiusura del disco la traccia probabilmente più emblematica, quella Being che mescola tutte le influenze sopracitate. Un subdolo salmodiare reznoriano, la cui tensione progressivamente cresce fino al livello di guardia per poi deflagrare e frantumarsi in tre minuti di noise, puro rumore disturbante e disturbato. La Luna torna a mostrare il suo dark side, fine delle trasmissioni: non c'è più nessuno là fuori, solo vuoto angosciante. E forse è proprio questa la cifra stilistica dei tempi che si stanno vivendo.