Marzo 2020: Little Feat – SAILIN’ SHOES (1972)

Little_Feat_-_Sailin'_Shoes

 

Data di pubblicazione: Maggio 1972
Registrato a: Amigo Sounds, Sunset Sound TTG Studios (Los Angeles)
Produttore: Ted Templeman
Formazione: Lowell George (voce, chitarra, armonica, sassofono, drum machine), Bill Payne (organo, piano elettrico, cori), Roy Estrada (basso, cori), Richie Hayward (batteria, percussioni, cori), Milt Holland (percussioni), Sneaky Pete Kleinow (pedal steel guitar), Debbie Lindsey (cori), Ron Elliott (chitarra ritmica)

 

Lato A

 

                        Easy to slip
                        Cold, cold, cold
                        Trouble
                        Tripe face boogie
                        Willin’
                        A apolitical blues
 

Lato B

 

                        Sailin’ shoes
                        Teenage nervous breakdown
                        Got no shadow
                        Cat fever
                        Texas rose café
 

Un nome di culto nel mondo del rock
(Mauro Zambellini)

 

Nonostante le favorevoli recensioni ricevute all’epoca, il successo commerciale sfuggente, avrebbe presto dettato il temporaneo smembramento della band, con Roy Estrada che torna nei lidi dei già affermati Mothers of Invention e al campo molto più gratificante dal punto di vista economico della programmazione informatica. Forse non era il momento giusto per lanciare un progetto così basso sulla Terra, anche se eclettico, in un momento in cui il glam stava sorgendo e il prog governava, tuttavia, il futuro avrebbe mostrato quanto fosse sordo il pubblico acquirente della registrazione. Un album variegato e privo di sbavature, indiscutibilmente governato da Lowell George, assolutamente brillante, sfarfallante, incandescente e piuttosto unico nel suo genere, suonato debolmente supportato dalle irreprensibili abilità musicali degli altri membri della band, il pianista Bill Payne, il batterista Richard Hayward e il citato bassista Estrada. La sceneggiatura è principalmente attribuita a George, con un paio di numeri di Payne e la collaborazione scritta tra batterista e pianista, Tripe gace boogie
Aprendosi con un accordo sospeso alla Stones, Easy to slip presenta una certa atmosfera losangelina che ricorda Crosby, Stills & Nash (George spesso mostra alcune inflessioni vocali simili a Stills e un tono non molto dissimile), fortemente dovuto alle sue armonie vocali incontaminate e radicali.
Cold, cold, cold si addentra nel territorio di un blues duro e duro, in mezzo a una rete di leccio di dita unte e scivolose, tamburi che colpiscono duramente e le amate armonie vocali gospel inflitte dai Feat. La fisarmonica di Bill Payne dà il tono al malinconico folk Trouble insieme alla chitarra acustica selezionata con le dita, alle linee di piano mobile simili a Barrelhouse e alle abbellenti percussioni di melodie di Milt Holland.
Un’urgenza quasi di tipo Jerry Lee Lewis: pompaggio di basso, doppio rullante, chitarra ritmica suona, accordi  di piano incisivi più qualche arpa blues media, mentre la diapositiva di George urla o punge come un’ape. La modalità hot, nella spesso rivisitata Tripe face boogie, prima che si verifichi un momento di tranquillità con le atmosfere alimentate dalla chitarra acustica anche del Willin’ spesso coperto, qui in modalità country blues a metà tempo, con armonie vocali occidentali tipiche e Pete subdolo ospite su una chitarra d’acciaio cantante.
A apolitical blues viene eseguita da un’appassionata interpretazione di armonica vocale e infiammata, pianoforte acustico rotante, riff di chitarra blues, escursioni di slide e l’ospite Ron Elliot rinforza il reparto a sei corde.
Sailin’ shoes è un’angosciosa canzone che affronta la dipendenza da cocaina. Blues acustico, con un tocco silenzioso di colpi di rullante, tintinnio di piano e chitarra, diapositive blues e belle armonie vocali femminili. Teenage nervous breakdown è una sorta di tributo a Detroit, un frenetico rock’n’roll breve e frenetico con doppio attacco di chitarra e pianoforte boogie, guidato da un motore implacabile di basso e batteria e con un po ‘più di quel bel slide, ora adattato all’occasione. Got no shadow è il pezzo esteso che si muove attraverso diverse parti, svolgendosi in modo profondo con una flessione funky, jazzy, parti improvvisate, con reminiscenze di scuola Crosby, Stills & Nash.
Cat fever è un sensuale mid tempo blues rimbalzante e oscillante con colpi di scena salati, tintinnio di avori, basso grasso e potente batteria, arricchito da alcuni altri quelle leccate di diapositive dai toni caustici, pungenti, sostenute e scivolose. Texas Rose Café prende il via in modo silenzioso e sarcastico, ma si trasforma in un tema angolare e multiparte con gran parte del futuro personaggio progressivo della Feat, fino a quando non si risolve nuovamente allo stato d’animo iniziale , in un magnifico e promettente finale di un album molto ispirato

Marzo 2020: Little Feat – SAILIN’ SHOES (1972)ultima modifica: 2020-03-02T09:34:03+01:00da pierrovox

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