Aprile 2020: Mina – MINA (1964)

Mina

 

Data di pubblicazione: Maggio 1964
Registrato a: Rifi Record Company (Milano)
Produttore: Vladimiro Albera
Formazione: Mina (voce), Augusto Martelli (direttore d’orchestra), Orchestra di Augusto Martelli (strumentazione)
 

Lato A

 

                        The nearness of you
                        Angel eyes
                        Ninguem me ama
                        La barca
                        Stella by starlight
                        Insensatez
 

Lato B

 

                        E se domani
                        Non illuderti
                        Sabor a mi
                        You go to my head
                        Stars fell on Alabama
                        Everything happens to me
 

Mina è l’essenza stessa della musica
(Fabrizio De André)

 

Sarà pure un personaggio spudoratamente popolare, ma Mina, come sostenne nel 1997 in un’intervista Fabrizio De André (ricordando proprio quando la Tigre di Cremona propose in tv una cover della sua Canzone di Marinella, portando attenzione al poeta e cantautore genovese), rappresenta l’essenza stessa della musica italiana. Dotata di una abilità vocale fuori dal comune, e di una personalità aggressiva e nello stesso tempo dolce e ammaliante, Mina è stata senza dubbio una delle voci italiane più importanti di sempre, capace di dare sostegno a delle melodie imponenti, e risultare così fascinosamente desiderabile. Nella sua lunghissima carriera, ha avuto il merito di collaborare e promuovere artisti importantissimi, come il già citato Fabrizio De André, Lucio Battisti, Giorgio Gaber, essere un personaggio televisivo capace di promuovere la musica e la cultura, oltre che rappresentare un imponente fenomeno di costume, e nello stesso tempo diventare un oggetto misterioso, scomparso dalle scene (perlomeno quelle televisive), eppure sempre così presente nelle classifiche discografiche italiane.
Non esistono forse aggettivi appropriati per definire al meglio la cantante di Cremona, ma di una cosa siamo ben certi: Mina rappresenta un vero e proprio patrimonio per la cultura popolare italiana, camaleontica e sempre affascinante, oltre che costantemente sotto i riflettori dell’attenzione del grande pubblico italiano.
Avvia una promettente carriera durante gli anni ’50, e nel 1961 partecipa al Festival di Sanremo con Io amo tu ami e la più celebre Le mille bolle blu. Il festival, come da tradizione, non coglie l’importanza della leggerezza dei pezzi di Mina, e la classifica al quinto e al quarto posto, rispettivamente per i due brani proposti. Da allora Mina non ha mai più calcato il palco dell’Ariston. Ciò non toglie comunque che la sua popolarità cresca a dismisura, anche fuori dai confini nazionali, e nel 1964, oltre al ritorno in tv, pubblica un omonimo album, quasi interamente composto da cover straniere, mettendo in risalto la capacità di saper guardare oltre gli orizzonti musicali del Belpaese.
Il disco si apre con le armonie jazz e swing di The nearness of you, sviluppandosi in una serie di canzoni che vanno dal jazz notturno di Angel eyes, alla samba dolente di Ninguem me ama di Nora Ney, soffermandosi ancora nelle lande latinoamericane con La barca di Roberto Cantoral. Ancora ritmi latini la fanno da padrone dello swing variopinto di Stella by starlight, e Insensatez di Jobim chiude il primo lato con una samba suadente.
Il secondo lato si apre con un vero e proprio inedito, E se domani, scritta per lei da Giorgio Calabrese e Carlo Alberto Rossi. Il pezzo ha assonanze jazz, e Mina si cimenta in un’interpretazione superlativa, tanto che il pezzo diventa una delle sue canzoni più celebri e celebrate. Si prosegue con un altro inedito, Non illuderti, che invece si sposta nuovamente su sonorità latine. Si prosegue con una dolceamara versione di Sabor a mi, una enfatica You go to my head, una cinematica Stars fell on Alabama, per chiudere l’album con uno swing dolente alla Frank Sinatra: Everything happens to me.
Questo disco è solo una delle tante prove delle straordinarie doti della Tigre di Cremona, che col tempo non farà altro che accrescere a dismisura la sua importanza nel panorama del pop italiano, fino all’indimenticabile concerto al Bussola, dove ottenne una standing ovation indimenticabile. Nel 1978 decide di abbandonare le scene e di ritirarsi a vita privata, anche se non abbandonerà la musica, continuando a pubblicare dischi, che otterranno sempre un grande successo, anche quando le proposte non sono delle più esaltanti. Ciò che conta comunque è l’estrema versatilità dell’artista presa in considerazione, che senza dubbio alcuno ha rappresentato per il popolo italiano dal secondo dopoguerra in poi una ventata di freschezza e di bellezza davvero unica!

 

Aprile 2020: Mina – MINA (1964)ultima modifica: 2020-04-16T05:54:13+02:00da pierrovox

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