Anima Fiammeggiante

Giugno 2020: Sheryl Crow - SHERYL CROW (1996)


  Data di pubblicazione: 24 settembre 1996 Registrato a: Kingsway Studios (New Orleans), The Sound Factory, Sunset Studios (Los Angeles) Produttore: Sheryl Crow Formazione: Sheryl Crow (voce, chitarre, tastiere, basso, piano, organo), Steve Berlin (sassofono), R.S. Bryan (chitarra), Steve Donnelly (chitarra), Dave Douglas (corno), Davey Faragher (basso), Curtis Fowkles (corno), Walley Ingram (batteria, bongo), Jim Keltner (batteria), Brian MacLeod (batteria), Josh Roseman (corno), Dan Rothchild (basso), Anders Rundblad (basso, chitarra acustica), Jane Scarpantoni (orchestrazioni), Bob Stewart (corno), Pete Thomas (batteria), Jeff Trott(chitarre, cori), Michael Urbano (batteria), Tad Wadhams (basso), Todd Wolfe (chitarra, dobro)   Tracklist                           Maybe angels                         A change would do you good                         Home                         Sweet Rosalyn                         If it make you happy                         Redemption day                         Hard to make a stand                         Everyday is a winding road                         Love is a good thing                         Oh Marie                         Superstar                         The book                         Ordinary morning    

“La musica diventa davvero la colonna sonora  dei principali eventi della tua vita” (Sheryl Crow)

 

Sheryl Crow è stata a lungo una delle sensazioni più sconcertanti della metà degli anni '90. Se si è nati in quel periodo e non se ne ha memoria, una cosa è socuira assicuro: come Jagged little pill di Alanis Morissette, la sua musica era praticamente ovunque. Il suo primo album Thuesday night music club è noioso e banale all'estremo, fino a quel titolo insipido e alla sua copertina generica. Un album in cui la Nostra bella signora si presenta come una normale moglie di periferia che cerca di essere divertente e spigolosa. Tre anni più tardi però il seguente omonimo fa qualcosa di inaspettato e sorprendente: migliora drasticamente la sua formula e offre canzoni di qualità superiore. Everyday is a winding road è indiscutibilmente Dylan al femminile in una canzone innegabilmente piacevole. A change would do you good è ancora meglio e Maybe angels non è uno squallido aperitivo, come quelli che contornavano il disco precedente (e torneranno poi a contornare i dischi successivi). If it makes you happy è una progressione di accordi tremendamente solida (qualsiasi cantante rock classico sarebbe stato felice di averla composta), seguita da una straordinaria Redemption day, soulful, un po' spettrale, un po' radicato, e pieno di belle idee musicali, tanto da venir poi interpretata niente meno che da Johnny Cash (pubblicata nel disco postumo American VI: Ain't no grave). Bellezza e carisma della cantante alimenteranno il fascino di un disco veramente buono, che per un attimo potrà essere accostata alle grandi della canzone d'autore americana, da Joni Mitchell a Rickie Lee Jones. Poi, un po' come è accaduto per Alanis Morissette, il tutto ripiegherà su una formula piuttosto convenzionale, che seppur non abbia mancato i suoi fasti commerciali, non ha più riprodotto quella magia qui contenuta.