Giugno 2020: Happy Mondays – PILLS ‘N’ THRILLS AND BELLYACHES (1990)

Happy Mondays - Pills 'n thrills and bellyaches

 

Data di pubblicazione: 27 novembre 1990
Registrato a: Londra, Manchester
Produttore: Paul Oakenfold & Steve Osborne
Formazione: Shaun Ryder (voce), Paul Ryder (basso), Mark Day (chitarra elettrica, chitarra ritmica), Paul Davis (tastiere), Gary Whelan (batteria, programmazioni), Bez (mover and shaker), Rowetta (voce ospite), Tony Castro (percussioni), Simon Machan (programmazioni)

 

Tracklist

 

                        Kinky afro
                        God’s cup
                        Donovan
                        Grandbag’s funeral
                        Loose fit
                        Dennis and Lois
                        Bob’s yer uncle
                        Step on
                        Holiday
                        Harmony
 

Tutto è iniziato con un giradischi e un mixer
(Paul Oakenfold)

 

Si, tutto è iniziato con un’idea principale: fondere due culture apparentemente diverse, quella del rock e quella della musica da ballo, più comunemente conosciuta come dance. Seguendo le teorie di Karlheinz Stockhausen, la scena di Madchester, sul finire degli anni ’90 propose proprio questa fusione, che si rivelerà come una delle più interessanti ed influenti di sempre, soprattutto per il pop britannico. La stessa corrente prendeva il nome della città dove queste idee fermentavano, e nello stesso tempo si estendeva con grande facilità in altri ambiti del rock, travalicando confini che fino ad allora parevano decisamente netti.
Una delle band cardine di questa corrente artistica furono senza dubbio alcuno gli Happy Mondays, che assieme agli Stone Roses rappresentarono il punto di svolta del pop britannico degli anni ’80 verso orizzonti decisamente nuovi ed affascinanti.
Scoperti da Tony Wilson ad inizio anni ’80, la band dapprima attraversa le lande desolate della new wave claustrofobica dei Joy Division, e poi si lancia in una dimensione decisamente personale ed elettrizzante col capolavoro Pills ‘N’ thrills and bellyaches, che si pone anche temporalmente come punto di raccordo tra le antiche tradizioni psichedeliche e le nuove dimensioni del rock degli anni ’90, coniando un linguaggio innovativo ed originale. Si può sostenere in scioltezza che senza di loro il rock non sarebbe stata la stessa cosa: forse non avremmo avuto le fluttuazioni tossiche di Screamadelica dei Primal Scream (prima band decisamente investita della grande ondata di questo corso), o il brit-pop contaminato dei Blur, o le incursioni teutoniche degli U2 di Achtung baby, e altre cose ancora… Tutti debitori di un corso artistico che aveva coniato nuovi linguaggi.
Pills ‘N’ thrills and bellyaches è quindi quel capolavoro che proiettava il rock dentro le discoteche, e anticipando il linguaggio techno che prenderà maggior piede negli anni a venire. Il suo linguaggio era tipicamente improntato su sonorità psichedeliche che si sposavano con attitudini dance, suonando irresistibile e fichissimo, anche grazie al lavoro in sede di produzione da parte del dj Paul Oakenfold e Steve Osborne, due personaggi particolarmente influenti per il rock degli anni ’90.
Il disco si apre con il singolo Kinky afro, che mette insieme tanto il rock psichedelico quanto le influenze etniche, scovando un linguaggio dance irresistibile ed acidulo, facendo leva su ritmi funky e fluttuazione tossica. In God’s cup prende il sopravvento l’acido, e ci si ritrova a ballare senza freni, fomentando un’adrenalina a palla. Ed ecco che dopo due botte di vita al alto tasso adrenalinico, giunge il flusso di coscienza dettato da Donovan, che si distende tra suoni atmosferici e si accende in una decisa alzata elettrica. In Grandbag’s funeral invece gli Happy Mondays mostrano la loro grande versatilità in campo rock dilettandosi in una superba esibizione garage rock d’altri tempi. Mentre per Loose fit è facile immaginare il punto di raccordo raccolto dai Primal Scream tra I’m losing more than I’ll ever have e Loaded. Dennis and Lois invece lancia ponti per la nuova cultura dance degli anni ’90, accentuandone marcatamente la componente black. Fascinazioni caraibiche invece invadono Bob’s yer uncle, che suggerisce anche questa nuove idee per la musica da ballo del prossimo decennio. Ed in Step on l’apoteosi raggiunge il suo culmine, tanto da portare sul dancefloor anche i più reticenti alla musica da ballo. Holiday invece sfoggia tanto chitarre funky quanto tastiere celestiali, e il disco si chiude con la stonesiana Harmony.
Questo disco rappresenta molto di più di un semplice album di fusione: è l’album grazie al quale è nata una nuova corrente, un nuovo approccio alla musica rock come forse mai era successo prima, abbattendo muri e suggerendo nuove idee. In questo un’autentica pietra miliare.
Successivamente registreranno un disco con Chris Frantz e Tina Weymouth, che avevano da poco lasciato i Talking Heads, e stavano proseguendo un discorso analogo con i Tom Tom Club, salvo poi chiudere la carriera, per poi riesumarla. Ma a certe band non serve una carriera lunga: serve l’attimo. E quello l’hanno avuto, e di certo non era fuggente, ma destinato ad essere eterno!

 

Ho visto gli Happy Mondays in tv, e mi hanno ricordato i Beatles nel periodo di Strawberry fields
(Paul McCartney)

 

Giugno 2020: Happy Mondays – PILLS ‘N’ THRILLS AND BELLYACHES (1990)ultima modifica: 2020-06-25T11:26:11+02:00da pierrovox

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