Luglio 2020: L7 – SMELL THE MAGIC (1991)

Smell the magic

 

Data di pubblicazione: 9 luglio 1991
Registrato a: Reciprocal Recording (Seattle), Radio Tokyo (Los Angeles), Paramount Studios (Hollywood)
Produttore: L7 & Mike Patton
Formazione: Suzi Gardner (voce, chitarra), Dorita Sparks (voce, chitarra), Jennifer Finch (voce, basso), Demetra Plakas (batteria), Mike Patton (voce)

 

Tracklist

 

                        Shove
                        Fast and frightening
                        (Right on) Thru
                        Deathwish
                        ‘Till the wheels fall out
                        Broomstick
                        Packin’ a rod
                        Just like me
                        American society
 

Io sono in una band con le ragazze,
e questo è grande!
(Jennifer Finch)

 

Sono in tanti ad attribuire la nascita e l’esplosione del grunge a Kurt Cobain, come sono in tanti ad attribuire questa dimensione rock ad una sorta di protagonismo quasi unicamente maschile, ed invece nella seconda metà degli anni ’80, in quel di Los Angeles si muoveva un gruppo composto unicamente da ragazzacce truzze e svitate, che contribuirono e non poco alla nascita e allo sviluppo di un genere destinato a cambiare radicalmente il rock negli anni ’90. Lo stesso Kurt Cobain peraltro era uno strenuo ammiratore del gruppo, tanto da citarle spesso nei suoi diari, e deve a loro l’inizio del suo tormentato rapporto con Courtney Love (tanto che qualcuno ancora si chiede se non fosse il caso che Jennifer Finch si fosse fatta gli stracazzi suoi, ma non è di questo che in questa sede vogliamo parlare).
Di certo le L7 (nome del gruppo che prende spunto da un curioso modo di dire, “Hell’s heaven”, piuttosto diffuso durante gli anni ’50), si possono definire come il primo vero gruppo grunge della storia del rock americano. La loro formula era fatta di riff granitici e melodie graffianti, con un’energia talmente travolgente da imporre il cosiddetto “foxcore” in ambito punk, tanto per chiarire che il rock non era solo affare dei maschietti, e che anche le donne sapevano tranquillamente graffiare con aggressività inaudita.
Il loro primo omonimo album mette da subito in chiaro quali sono le peculiarità specifiche della band, anche se sarà col successivo, Smell the magic, pubblicato per la Sub Pop, che il quartetto farà parlare di sé negli anni a venire. Pensato e pubblicato inizialmente come ep nel 1990, l’anno successivo le ragazze pensano di rimetterci mano e di pubblicarlo in cd, allargandolo con qualche altra canzone, senza sminuire di una virgola quella che è l’energia malsana che gronda da quei solchi.
L’album si apre con una robusta Shove, grondante distorsioni hardcore, nascondendo qualche richiamo ai Black Sabbath, e aggredendo con ferocia. Non è che l’inizio, perché da lì in poi partirà una sequenza di canzoni sboccate, dove le buone maniere sono lasciare a Mariah Carey, e le allusioni sessuali prevedono la dominazione, oltre ad uno scenario da gang di strada, ribadendo che anche le donne fanno parte delle combriccole dei bulli di periferia. Infatti Fast and frightening rispolvera un crossover che un tantino richiama Bon Jovi dei primi anni ’80, ma la mescola con le attitudini punk delle Runaways e delle Girlschool. (Right on) Thru alza dei muri di chitarre roboanti, con una ritmica forsennata, e un canto corale che prende in prestito l’hip hop malandato dei Beastie Boys e le coniuga con le aggressioni dei Pixies. Deathwish infatti resta nei territori tanto cari a Black Francis, con una ritmica new wave che riapre dimensioni punk del tutto inedite. ‘Till the wheels fall out dal canto suo è una violenta cascata di suoni heavy metal, rispolverando uno scenario on the road selvaggio e mai passato di moda. Broomstick ribadisce che la grazia femminile non è un cliché cui la donna deve sottostare, quindi ci si può tranquillamente dimenare in growl vocali e riff sostenuti da un impatto di alta energia. Packin’ a rod prepara il terreno per gli assalti delle Hole, e Just like me si sostiene con una ritmica tribale. Il disco si chiude con American society, che si caratterizza per la particolare somiglianza del riff con quello di Polly dei Nirvana.
Smell the magic è un album importante e influente per le sorti del grunge al femminile, e non solo. Le L7 seppero gridare al mondo, corredate dei loro jeans strappati e camicioni di flanella, che il rock era affare loro, e che non se ne stavano lì a guardare. Quello che ne è venuto fuori è stato quindi determinante. E il rock sentitamente ringrazia!

 

Lo spirito delle L7 e` quello del primo punk, visceralmente anti-establishment, sarcastico, confessionale; al quale va semmai aggiunta la grinta del primo rock and roll e un filo di nevrosi androide alla Devo
(Piero Scaruffi)

Luglio 2020: L7 – SMELL THE MAGIC (1991)ultima modifica: 2020-07-09T10:37:58+02:00da pierrovox

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