Ottobre 2020: Joanna Newsom – YS (2006)

Ys

 

Data di pubblicazione: 6 novembre 2006
Registrato a: The Village Recording Studios (Los Angeles)
Produttore: Van Dyke Parks
Formazione: Joanna Newsom (voce, arpa, arpa a pedali), Lee Sklar (basso), Grant Geissman (chitarra elettrica), Don Heffington (percussioni), Matt Cartsonis (banjo, mandolino), Van Dyke Parks (fisarmonica, orchestrazioni), Terry Schoning (marimba, cembali), Bill Callahan (cori), Emily Newsom (cori)

 

Tracklist

 

                        Emily
                        Monkey & bear
                        Sawdust & diamonds
                        Only skin
                        Cosmia

 

 

Nessun cuore potrà essere liberato
dall’incantesimo di Joanna Newsom
(Federico Guglielmi)

 

California, terra di sole, mare e soprattutto tanta energia, da i natali al suo elfo, istruita sin da bambina al suono dell’arpa celtica, divenendo una delle vere e proprie eroine della musica del nuovo millennio, ponendosi con originalità e senso di vera e propria sorpresa. Joanna Newsom, cantante e artista sospesa tra fascinazioni ancestrali e freschezza pop, può essere quindi considerata a giusta ragione tra i fenomeni musicali più interessanti e originali, nonché chiacchierati del nuovo millennio. La sua proposta è quanto di più inusuale si possa concepire nell’ambito del pop, e anche della stessa terra d’origine; questo a conferma che le cose più belle, spesso sono anche quelle più inaspettate, quelle più sorprendenti. E questa giovane fanciulla di sorprese ne ha confezionate poche, ma tutte così squisitamente trapassate dalla magia. Spesso accostata per affinità a Kate Bush o a Björk, o altre volte a Tori Amos o Joni Mitchell, Joanna Newsom invece è stata protagonista assoluta di una proposta nello stesso tempo tradizionale e innovativa di grandissimo spessore, assolutamente unica nel suo genere.
Si forma alla musica giovanissima, prendendo lezioni di arpa, e poi passa allo studio dell’arpa a pedali. Questo strumento tanto antico quanto sempre affascinante le apre le porte della creatività e della composizione. I suoi primi passi saranno due ep e un tour con Will Oldham, in arte Bonnie “Prince” Billy, per poi presentarsi nel 2004 col suo disco d’esordio vero e proprio, The milk-eyed mender, che si snoda attraverso delicate ballate, pescando tanto dalla tradizione folk americana, tanto dal pop rock indipendente, per un risultato estetico molto promettente e intrigante. Ci sono anche spazi per qualche tappeto elettronico, rifacendosi apertamente a Laurie Anderson o la già citata Björk, e armonie che aprono a suoni di altri tempi. L’album riscuote un discreto successo, e il nome di Joanna Newsom si rivela promettente di grandissime sorprese, tanto anche da essere presa in considerazione per far da spalla a gente come Pixies, Devendra Banhart o Krisin Hersh.
Per il suo secondo album però si pensa di fare qualcosa di ancor più sorprendente. Intanto la casa discografica cerca di farle fare un salto di qualità che risultasse veramente incredibile, e la affida alle cure di gente come Van Dyke Parks per la produzione artistica, e Steve Albini per le registrazioni in studio. Attingendo dalla tradizione celtica sin dal titolo del disco, Ys è un vero e proprio album di rottura: rompe schemi consolidati tanto nella tradizione pop quanto in quella folk, pur senza rinnegarle. Ambizioso e così fuori dal tempo, Ys è un disco davvero unico nel suo genere, uno di quei dischi destinati a fare scuola più che a seguire un filone. In un certo qual modo lo può considerare una pietra miliare del nuovo millennio. Bellissimo sin dall’immagine di copertina che ritrae un dipinto raffigurante la giovane artista come dama rinascimentale, e con una simbologia direttamente presa dai testi delle canzoni, lunghe come suite, e sospese come le trame di antiche favole. Joanna Newsom suona l’arpa, accompagnata dalle orchestrazioni meravigliose dirette da Van Dyke Parks. Canta, con una voce stridula e vivace, ma misurando pathos ed emotività, di liriche intrise di racconti visionari, simbologie e immagini enigmatiche.
Apre la giocosa malinconia folk di Emily, dedicata alla sorella astrofisica, che qui partecipa ai cori e alle armonie vocali. Il brano è un lungo, tenero, melodioso racconto musicale, intriso di poesia e affetto fraterno. Si procede con la descrizione del difficile rapporto dei due sessi di Monkey & bear, dove l’uomo è raffigurato da una scimmia e la donna da un’orsa, sposando attitudini più classicheggianti. Sawdust & diamonds invece vede la nostra, da sola, alle prese con l’arpa, deliziando con un minimalismo esiziale, intenso e dolcissimo. Dopo questo abbiamo spazio per la suite di Only skin, dove il tema melodico portante si arricchisce di tantissime strutture sonore intricate e intriganti, e l’apporto corale di Bill Callahan arricchisce di emozione e surrealità. Conclude il percorso la più “convenzionale” Cosmia, nel senso che dei cinque brani in scaletta è quello che più si avvicina alla più canonica forma canzone, ma anche questa non rinuncia alle acrobazie vocali e alla passione cantata con concitazione.
Ad accompagnare Joanna Newsom in questo surreale viaggio interiore e musicale, abbiamo un’orchestra di quasi trenta elementi, e seppur vi sia questa particolare varietà, non si scade mai nel ridondante o nel barocchismo eccessivo, ma anzi, tutto conserva una stupenda bellezza intrisa di magia.
Dopo questo disco meraviglioso, che tanto fece discutere nell’ambiente, Joanna Newsom ha centellinato le sue uscite discografiche, e le sue apparizioni, tanto da dargli un unico seguito: l’ancor più ambizioso, Have one on me, madrigale in tre anni, pubblicato quattro anni più tardi, altrettanto stupendo come questo disco assolutamente fuori dal tempo. Joanna Newsom quindi è la vera e propria conferma che l’antica arte della musica non invecchia mai, e che la melodia apre, svela, si assopisce e si rialza poderosa, ma ogni volta porta con sé quella straordinaria magia che solo l’eleganza di una fata può eternare.

 

Ottobre 2020: Joanna Newsom – YS (2006)ultima modifica: 2020-10-29T13:31:58+01:00da pierrovox

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