"Il garage americano del mid-sixies e la psichedelia inglese restano i capisaldi, la musica con la quale sono cresciuto" (Rudi Protrudi)
Gli anni '80 newyorkesi si contraddistinsero per una sorta di restaurazione rock che portò la scena locale a recuperare sonorità lontane, tra il rockabilly e il garage rock, filtrandola con la neo psichedelia che stava rivisitando gli stili musicali emergenti. I Fuzztones di Rudi Protrudi, in particolare, si distinsero, assieme ai Cramps e ai Flashtones, come una delle band più influenti ed interessanti della scena, facendo leva su uno scenario horror e trash fumettistico e cinematico, che era andato al potere grazie al celeberrimo Thriller di Michael Jackson. Il gruppo, volutamente derivativo (lo stesso nome deriva dal fuzz tone, tecnica con la quale si caratterizzò il garage rock degli anni '60, ed in particolare Satisfaction dei Rolling Stones), seppe quindi non solo rispolverare il caro vecchio garage rock, ma anche aggiornarlo secondo le peculiarità del rock degli anni '80. Tutto questo sentimento si esprime perfettamente nel primo vero lp, Lysergic emanation, registrato con una macchina 8 tracce in un piccolo studio, in uno scantinato del Connecticut, che si propone prepotentemente come manifesto sonoro della band. A iniziare dalla stonesiana 1-2-5 che apre le danze, il disco si emana in un rock'n'blues, filtrato con la psichedelia, di forte impatto. E infatti segue immediatamente una pillola psichedelica come Gotta get some, che pare uscire direttamente dalla selezione Nuggets di Lenny Kaye, mentre Journey to time si riaffaccia nuovamente su sponde stonesiane, soprattutto dei primi tempi, con un organo in primissima linea a dettare le linee sonore del brano. Ward 81 invece fluttua lisergica, con tanto di tappeto sonoro dettato dall'organo, e riff potenti e robusti. Il lato A si chiude con l'acido bagno sonoro di Radar eyes. Cindarella apre il secondo lato, evocando da una parte gli Who della british invasion, e dall'altra i Doors del primo periodo. E lo spirito doorsiano si sente ancora nella propotente Highway 69, che pare uscire direttamente dal primo omonimo disco di Morrison e compagni, e che non avrebbe sfigurato accanto ad una Take it as it comes. A questa segue il lisergico flamenco di Just once, spettrale e desolante. She's wicked invece si riaggancia al rockabilly robusto dei Cramps. Il disco si chiude con la fantasmagorica Living sickness, che ricorda i Plan 9 in diversi passaggi, ma anche lo spirito selvaggio di Iggy Pop. Lysergic emanations è un disco di culto, ma un gran lavoro, e a suo modo un piccolo capolavoro del genere. I Fuzztones hanno avuto, purtroppo, poca attenzione da parte di una critica spesso snob e superficiale, ma il merito di essersi distinti (anche per via dei loro concerti devastanti) come una delle realtà dell'underground americano di metà anni '80 tra le più interessanti e influenti.