Anima Fiammeggiante

Febbraio 2021: Mick Harvey - TWO OF DIAMONDS (2007)


  Data di pubblicazione: 23 aprile 2007 Registrato a: Grace Lane Studios, Atlantis Sound Recording Studios (Melbourne), The Instrument Studio (Londra) Produttore: David McCluney, Kevin Paul & Mick Harvey Formazione: Mick Harvey (voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, basso, pianoforte, tastiere, percussioni), Rosie Westbrook (basso, cori), James Johnston (chitarra elettrica, chitarra acustica, organo), Thomas Weydler (batteria), Rob Ellis (batteria), Julitha Ryan (pianoforte, cori)   Tracklist                           Photograph                         I don't want you on my mind                         Sad dark eyes                         Here I am                         Blue arrows                         No doubt                         Everything is fixed                         A walk on the wild side                         Little star                         Slow-motion-movie-star                         Out of time man                         Home is far from here    

Con le canzoni sto cercando di trovare un punto di vista superiore che mi permetta di trasmettere idee e sentimenti” (Mick Harvey)

 

Lo abbiamo conosciuto perlopiù per la sua strettissima collaborazione con Nick Cave, tanto che non è azzardato considerarlo un po' il suo “alter-ego” creativo sin dai tempi dei Boys Next Door (posto che poi lascerà all'altrettanto grande Warren Ellis nei Bad Seeds dopo il suo abbandono nel 2008), continuando poi la sua carriera tanto con i Bad Seeds quanto con i meno fortunati (ma non per questo meno dotati di talento) Crime & The City Solution. Mick Harvey è quella spalla buona che tanti altri artisti hanno saputo trovare nella gestione del proprio talento (qui vale la pena di ricordare PJ Harvey, Scott Walker e Lydia Lunch): artista geniale, esplorativo e straordinario performer, ma che spesso, purtroppo, ha dovuto lasciare che la propria fama fosse legata ai successi di altri. Nel 1995 Mick, in una pausa dalle attività con i Bad Seeds, decide di lavorare ad un suo album da solista interamente dedicato all'esplorazione dell'arte di Serge Gainsbourg: Intoxicated mand. E questo sarà solo il primo di quattro album dedicato al grande artista francese. Ma questo gli ha permesso di scoprire non solo le sue qualità di grande compositore, ma anche di grande interprete. Ed in questa veste, Mick Harvey è un artista imperturbabile, portando tutto ciò che tocca in una dimensione temporale più lenta, sospesa, oltre che illuminando la realtà circostante di una luce fioca, quasi in penombra, proprio per mettere in risalto la profondità dell'anima. In questa sede, per poterlo rappresentare nel modo più completo possibile, ci siamo diretti verso Two of diamonds, lo straordinario (e sottovalutato) album con il quale il grande musicista australiano ha deciso di omaggiare alcuni degli artisti più cari, in una versione scarna, ma non per questo priva di piccoli ricami sonori e abbellimenti vari. Si parte con l'intensa rilettura di Photograph dei Saints. Il canto dolente, le note pizzicate sulla chitarra acustica, e alcuni ricami pianistici in sottofondo la rendono bellissima e spettrale come solo Mark Lanegan saprebbe osare. Si passa ad una cadenzata blues di I do not want you on my mind di Bill Withers, e poi ad una vivace versione di Sad dark eyes del gruppo australiano Loved Ones, che tanto richiama da vicino l'arte di Robert Forster e dei suoi Go-Betweens. Intensa e travolgente anche la rivisitazione di Here I am di Emmylou Harris, per poi giungere alla stupenda Blue arrows. No doubt invece prosegue con un folk spettrale e denso di passione. Everything is fixed is fixed dei Triffids viene eseguita con una propensione per il cantautorato dark tanto caro a Nick Cave e Simon Bonney, e si prosegue sulla stessa falsariga con A walk on the wild side e la sognante Little star. E poi Mick si appropria di una outtake di PJ Harvey, Slow-motion-movie-star, che si regge su una progressione di accordi statica e solida. Out of time man è presa dal repertorio dei Mano Negra e proiettata in una dimensione tetra e scarna, e si chiude il lotto riprendendo Home is far from here dei suoi Crime & The City Solution. Qualcuno ha superficialmente liquidato questo disco come “ispido e poco entusiasmante”. Di certo Two of diamonds non è di quelle pietre miliari che segnano profondamente la storia del rock, ma è di sicuro l'opera di un grande artista che sa dilettarsi con pezzi di estrazione talmente differente da renderli poi così personali, avvolti nel mistero. Si fa quindi un errore a considerare questo grande artista come una sorta di comprimario di lusso. Ed è bene specificarlo!

  “Two of diamonds in ultima analisi funziona meglio come un pezzo di anima” (Joe Tangari)